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sac. D. Aurelio Bonaca
TREVI
nella natura, nella storia, nell'arte
EDITRICE ANNUARI GUIDE REGIONALI ITALIANE TERNI
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Trevi. - Panorama.
DESCRIZIONE
Su di uno dei colli più belli ed ubertosi, che si affacciano nella verde pianura, che va da Spoleto a Perugia, in mezzo a migliaia di olivi. ai piedi di monti lussureggianti di vegetazione. piena di incanto e di bellezze, sorge la Città di Trevi, la Trebia Civitas dei Latini. All'intorno si affollano case, villaggi e turriti castelli medioevali, e giù, nel piano, scorre limpido e silenzioso il Clitunno, il fiume sacro, ricco di poesia e di tanti ricordi storici. Situata a 425 metri sul livello del mare, alle falde del superbo Monte Serano, alto 1436 (*)m., Trevi si protende verso tutti i punti cardinali con incantevole prospettiva, offrendo le migliori condizioni per chi vuol quassù, specialmerite durante i calori estivi, trovare non solo aria saluberrima, ma quanto vi possa essere di desiderabile per bellezze artistiche e naturali e per ogni moderna comodità. La valle sottostante, quella valle di cui il Santo di Assisi disse di non aver veduto mai niente di più giocondo e più bello, abbastanza ricca di acque, assicura alla popolazione quell'equa distribuzione di modesta ricchezza, che segna il benessere generale di una regione. Il paesaggio è caratterizzato prevalentemente dal calcare compatto o crepacciato dell'era mesozoica, nella quale però si immergono zone svariate dell'era cenozoica più antica, a cui fan seguito argille e conglomerati del pliocene e dell'era quaternaria.... La collina di Trevi appartiene al lias inferiore ed è formata di calcari bianchi o ceroidi, compatti e subcristallini, qua e là oolitici, ricchi di fossili, costituenti, per lo studioso, una fauna interessante. Ma quella roccia fornisce anche un ottimo materiale da costruzione, a cui gli agenti atmosferici imprimono una tinta monocroma che va dal grigio-ferro al cenerognolo, dando a tutte le costruzioni una tinta soffusa, che non ne rende però monotono l'aspetto. La forma dei monti all'intorno è cupolare arrotondata in curve sinuose; la collina di Trevi invece è a cono e si eleva ardita e slanciata, con fianchi ripidi, e tale da formare nei tempi lontani una posizione inespugnabile. Non fa quindi meraviglia che sopra questo colle meraviglioso e nei suoi dintorni abbiano preso stanza antichissime genti, come fanno fede i ricordi che a noi rimangono. Questi ricordi non sono, in verità, numerosi, ma son tali da bastare a far comprendere l'importanza che certo doveva avere questa località fin dai tempi remoti. Le distruzioni a cui la Città andò incontro |
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in seguito a guerre sfortunate, o al passaggio dei barbari, hanno disperso i documenti più importanti e sicuri ed hanno fatto sparire preziosi monumenti, ma non vi è dubbio che Trevi fu un pagus umbro, che sembra abbia avuto le sue origini nel 450 avanti Cristo e sia passato poi alle dipendenze di Roma nel 308. Gli Umbri si erano alleati coi Sanniti contro l'affermantesi potenza di Roma, ma il Console Fabio Massimo Rulliano nel 308, presso Bevagna, ebbe ragione dei nemici, e così in quell'anno, e poi nel 295 e nel 284 gli Umbri dovettero riconoscere la supremazia di Roma, che da allora si andò affermando incontrastata. In quel tempo anche la nostra Città passò alle dipendenze dei nuovi padroni, di cui accettò, come le altre località umbre, la civiltà e le leggi. I Romani, che comprendevano la grande importanza delle città umbre, poste quasi tutte sui colli, come Nursia, Tuder, Spoletium, Trebia, Ameria (la più antica di tutte) ecc., ebbero molta cura per la nuova regione sottomessa ed in breve furono aperte le grandi vie proconsolari, le quali univano rapidamente l'Umbria a Roma, e per mezzo di comodi diverticoli e strade militari, allacciavano i piccoli centri ai più grandi, e fecero poi sviluppare quel benessere e quelle agiatezze, di cui, più tardi, Plinio ci darà notizia per quel che riguarda il territorio in cui la Trebia Civitas veniva a trovarsi. La Città dovette allora certamente attendere con tranquillità a svilupparsi e a consolidarsi, per quanto nulla di preciso noi sappiamo. Dagli avanzi però delle sue mura facilmente possiamo comprendere a quale importanza militare dovette ben presto salire. |
Queste mura, senza torri e senza feritoie, frano a tre ordini di scarpata e la loro struttura si avvicina molto all'opus quadratum [più precisamente: opus vittatum]. Esse giravano intorno alla Città descrivendo una vera circonferenza, dando così all'insieme l'aspetto di una fortezza rotonda. Chi osserva una fotografia della Trevi moderna presa dall'aeroplano, può riconoscere ancora con esattezza, nella parte più alta, che è la più antica, la regolare forma circolare della primitiva Città. I cospicui avanzi delle mura sotto le case Arredi e Francesconi e quelle che appariscono nei pressi di S. Reparata, stanno ad attestare l'imponenza di esse. |
TREVI. - Stazione ferroviaria e panorama. |
Nei primi anni dell'Impero i Trevani erano ascritti tra i Cittadini Romani. La Città era giunta a tal grado di sviluppo da avere un teatro, cosa questa di cui erano adorne solo le città di qualche importanza. Nella vita di Tiberio, Svetonio accenna alla costruzione di un nuovo teatro, segno evidente che un altro ne esisteva, più antico, forse non più capace di contenere la popolazione trevana o ridotto dal tempo in cattivo stato. Una certa somma, narra Svetonio, era stata lasciata da un cittadino benemerito in «opus novi theatri»; i Trevani volevano adoperare quel danaro per accomodare una strada, ma l'Imperatore negò il proprio assenso. Qualcuno ha dubitato che quel passo di Svetonio parli della nostra Trevi, ma nessun dubbio più vi può essere dopo la scoperta di un'iscrizione scolpita in un bel piedistallo di marmo, che sosteneva una statua e che ora conservasi nella Pinacoteca Comunale; in quell'epigrafe è detto che gli Scabillari del teatro raccolsero del danaro, con cui eressero un monumento a Lucio Succonio, illustre personaggio della famiglia Prisca, Decurione, Console e Pontefice di Trevi. Gli Scabillari, come si sa, costituivano una corporazione di musicisti e mimi, che avevano sotto il piede destro lo «scabillum», speciale strumento al cui suono si univa quello delle |
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tibie e di altri arnesi. Questo genere di musica prese grande voga, tanto che l'Imperatore Caligola se ne dilettava grandemente e i sacerdoti lo introdussero nelle sacre cerimonie per placare lo sdegno dei Numi. Del resto non deve far meraviglia l'esistenza di un teatro così importante, quando ti rifletta che, secondo Plinio il Giovane, i dintorni di Trevi, specialmente lungo il Clitunno, eran pieni di ville di piacere, di templi e di terme, segno evidente della grande importanza acquistata da questa regione. Lo stesso Caligola venne spesso nel nostro territorio per onorare il dio Clitunno e per celebrare le Feste Clitunnali. Il Cristianesimo ebbe seguaci in Trevi certamente nel primo secolo. Memorie sicure, raccolte e pubblicate dall'illustre Mons. Faloci Pulignani, ci dicono che nelle vicinanze di Trevi, nel paese di Cancelli, si soffermarono i Santi Apostoli Pietro e Paolo; la loro predicazione ebbe senza dubbio influenza benefica anche sui Trevani, che cominciarono così a conoscere la fede di Cristo. Più tardi, nel 199, S. Feliciano, Vescovo di Foligno, evangelizzò la popolazione trevana, che sembra averla indotta a demolire il tempio della dea protettrice, Diana Trivia, e a innalzarne un altro alla Trinità. Una pia tradizione assegna a Trevi anche una serie di Vescovi, di cui il primo f u S. Emiliano, armeno, ed ora Protettore della Città, consacrato da S. Marcellino Papa nel 296 [della consacrazione da parte del Papa non si fa menzione nella Passio S. Milani Martiris, che è il documento più antico pervenutoci] e martirizzato nel 302 [più probabilmente: 304. Vedi nota (1) alla pagina S. Emiliano] nella località Carciano [ o "Corciano"], presso Bovara. |
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I Vescovi trevani, di cui si ha memoria, sono otto e cioè: S. Costanzo, che intervenne al terzo Concilio Romano nel 487 sotto Felice III; Lorenzo, presente al Concilio Romano di Papa Simmaco [nel testo: Simmanco] nel 499; Propinquo, che assistette a vari Concilii; Prisco, presente al Sinodo di Zaccaria Papa nel 743; Paolo, che intervenne al Concilio Romano sotto Eugenio Il nell'826; Crescenzio, che nell'anno 853 prese parte al Concilio di S. Leone IV; Areste; presente in Roma ai tempi di Giovanni XII, nel 963; Giovanni, che fu nel 1059 al Concilio convocato da Nicolò II, e al Concilio Lateranense nel 1060, nel quale si stabilì che ai soli Cardinali aspettasse l'elezione del Sommo Pontefice. |
Trevi - Veduta panoramica |
Sembra che nel 1050 l'Imperatore Enrico III, cedendo alle premure del Vescovo di Spoleto, abbia unito Trevi ed altre sedi vescovili (Spello, Bevagna, Martana, ecc.) alla sede di Spoleto, e così abbia avuto fine anche il Vescovado di Trevi. Molti storici mettono in dubbio o negano addirittura l'esistenza di una sede vescovile nella nostra Città; certo non abbiamo argomenti precisi per sostenere che gli otto Vescovi nominati sopra siano stati Pastori della nostra Città [alcuni vescovi devono essere assegnati alla diocesi di Trevi nel Lazio lat= Treba. Vedi: sCost03.asp, nota 6 ], però non vi è dubbio che i Trevani hanno venerato fin dai tempi più remoti S. Emiliano come loro Vescovo e Protettore. Anche S. Costanzo [più probabilmente la chiesa fu intitolata a S.Costanzo vescovo di Perugia] ebbe tra noi venerazione, tanto è vero che intorno al mille gli fu eretta una Chiesa, che, qualche anno fa, fu ridotta inconsideratamente in un serbatoio di acqua. Nel 361, nel 365 e nel 446 Trevi fu devastata dal terremoto; risorta per opera dei suoi Cittadini, dovette poi subire le invasioni barbariche, erule, ostrogote e longobarde. Fece parte del Ducato di Spoleto e fu governata da un Conte o da un Gastaldo. Nell'881 pare che i Saraceni vi facessero un'incursione e nel 915 e nel 924 gli Ungari l'assediassero, costringendo i Trevani a strenua difesa. Tra il 1152 e il 1196 fu alternativamente occupata dalla Chiesa, da Federico I e da Enrico VI. Nel 1198 Innocenzo III la riunì alla Chiesa e la nostra Città seguì così alterne vicende nelle lotte di quei tempi Ma iol 1213 fu per Trevi l'anno della |
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sventura. Il Duca di Spoleto Teopoldo aveva messo gli occhi sopra alcuni castelli dipendenti da Trevi e voleva impossessarsene ad ogni costo. A tal fine si valse dell'odio che gli Spoletini nutrivano contro i Trevani ed il 16 luglio 1213 emanò un feroce decreto che ordinava la distruzione di Trevi e la devastazione del suo territorio. Gli Spoletini avevano sofferto incursioni e danni per parte dei Trevani, quando restauravano la propria Città, distrutta nel 1155 da Federico Barbarossa, e perciò non parve loro vero di dare il proprio aiuto al Duca Teopoldo e di potersi precipitare con tutto l'odio contro Trevi, che nel 1214 distrussero, uccidendo una parte degli abitanti e cacciando gli altri in esilio. La rovina fu generale, la Città fu rasa al suolo e solo qualche Chiesa fu rispettata. Ecco perchè non troviamo in Trevi fabbricati anteriori a quel tempo. I pochi Trevani superstiti poco dopo osarono tornare a guardia della patria sventurata e a piangere sulle sue rovine. Ma passato il primo momento di sgomento e di terrore; questi animosi cominciarono a ricostruire le mura a riattare qualche fabbricato, nutrendo in cuore la speranza di veder risorgere la Città. I Folignati compresero che Trevi poteva essere un baluardo contro Spoleto, ne chiesero perciò e ne ottennero il dominio da Innocenzo III, vi costruirono una rocca e favorirono i restauri. Ma ben presto Foligno si ribellò alla Chiesa e invitò Federico II a venire contro il Papa. Dopo varie vicende, la peggio toccò ai Folignati che nel 1240 si videro tolto il dominio sul nostro territorio e furono costretti a riparare i danni che, nell'occasione, avevano inferto alla Città che risorgeva. |
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Durante la dimora dei Papi in Avignone Trevi parteggiò coi Guelfi di Spoleto, coi quali combattè contro i Ghibellini, dando prove di fedeltà alla Chiesa. Nel 1373, in premio di tanta fedeltà, Gregorio XI concesse alcuni privilegi nella giudicatura delle cause civili e penali e nel 1389 Bonifacio IX eresse Trevi in Vicariato indipendente. Ma nel 1392 lo stesso Papa dette la Città in Vicariato a Ugolino II Trinci, signore di Foligno, e Martino V, più tardi, confermò il dominio dei Trinci, ordinando però la distruzione della rocca, preoccupato forse della sempre crescente potenza dei Signori di Foligno. Il dominio dei Trinci fu di vera oppressione e apportatore di sventure. Nel 1421 era Podestà di Nocera Manentesco della nobile famiglia Manenti da Trevi; castellano della stessa Città era Pietro di Rasiglia, che aveva sposato nel, 1414 una donna bellissima, figlia di Catagnone della Fratta di Trevi; Pietro era anche parente dei Manenti. Niccolò Trinci sedusse la sposa del castellano, ma il tradito marito se ne vendicò uccidendo l'11 febbraio 1421 i Trinci, che aveva invitati ad una sontuosa festa. Si salvò soltanto Corrado Trinci, Vicario del Papa a Trevi, il quale armò subito un esercito, chiamò in aiuto |
TREVI - Porta S. Fabiano |
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Braccio da Montone ed altri e pose l'assedio alla rocca di Nocera, in cui si era chiuso Pietro di Rasiglia. Questi. vista inutile ogni resistenza, pugnalò la moglie e poi si gettò da una torre insieme al cadavere di lei. Corrado si vendicò ferocemente su quanti favoreggiatori di Pietro potè prendere; i difensori della rocca furono fatti a pezzi e dati in pasto ai cani. Perfino Manentesco, podestà di Nocera, fu ucciso insieme al figlio, ed anche in Trevi, come altrove, molti, tra cui alcuni della famiglia Manenti, furono uccisi; nè furono risparmiate le donne e i fanciulli. Contro Corrado si armarono potenti guerrieri, tra cui Baldovino da Tolentino, Sbardellato da Narni, Francesco Sforza, ed anche due Capitani Trevani, Merchiorre da Pettino e Francesco Manenti, che era stato capitano dell'esercito della Repubblica genovese e delle truppe di Martino V. Trevi intanto veniva occupata dai soldati di Francesco Piccinino, uno degli alleati dei Trinci; quei soldati commisero ogni sorte di empietà. Dopo alterne vicende e numerosi assedi da parte di Biordo Michelotti e del Piccinino, la Città potè liberarsi dalla tirannia di Corrado Trinci, il quale finalmente, con l'aiuto del Cardinal Giovanni Vitelleschi, inviato da Eugenio IV, veniva sconfitto, imprigionato e poi impiccato nella rocca di Soriano al Cimino. Fu allora dal Papa nominato Vicario e Governatore di Trevi Niccolò Mauruzi dei Conti della Stacciola, Signore di Tolentino. In seguito però, fino al 1528, i Trevani furono governati dai Cardinali Legati dell'Umbria. Un episodio importante per la storia di Trevi è costituito dalla lotta per il possesso del Castello di S. Giovanni. Questo Castello sorge nel mezzo della valla spoletana, a circa sette chilometri da Trevi. Insieme a S. Lorenzo, Picciche e Cannaiola formava il Terziero del Piano, costituiva cioè una delle tre parti, in cui era diviso il territorio trevano ed era senza dubbio il castello più importante che Trevi possedesse. Nelle mura di questa specie di fortilizio non dovevano esservi nè finestre, nè altre aperture. Nel 1376 il luogo fu munito di palizzate, terrati e fossi per tutela del territorio trevano. Nel 1420 il Castello tentò ribellarsi per non pagare i balzelli e non sottostare ai vari obblighi che il Capoluogo imponeva; ma il moto fu represso da Paolo Campogrosso da Sulmona, Chierico della R. C., deputato al riacquisto delle terre ribellatisi alla Santa Sede. Tra Trevi e il Castello di S. Giovanni furono allora stabiliti alcuni patti, approvati poi da Martino V. Ma ben presto sorsero dei dissensi, appianati però subito da Giacomo Castellano e Luogotenente di Spoleto, il quale decretò l'erezione di robuste fortificazioni, eseguite nel 1423. Il Castello voleva essere autonomo, si ribellò ancora, e l'8 aprile 1423 incorse anche nella scomunica. Dopo ricorsi vari, Martino V, con Bolla del 25 maggio 1428, lo dichiarò indipendente da Trevi e l'eresse a Comunità a sè. Immaginarsi i risentimenti dei Trevani, i quali però, nonostante le loro insistenze, nulla ottennero; infatti con Bolla Papale del 28 marzo 1430, veniva confermata la separazione del Castello di S. Giovanni da Trevi. Tuttavia i Trevani non cessarono mai dal fare vive premure, perchè il Papa ridonasse loro quel Castello, che per essi era tanto importante. Nel 1442 vi fu anche un fatto d'armi, per cui perirono alcuni di S. Giovanni. Intanto Spoleto cominciò a parteggiare per il Castello, tanto che nel 1455 tra Trevi e Spoleto sorsero delle questioni, che trascinatesi per alcuni anni, finirono con la rottura tra le due Città; Spoleto proibì perfino l'importazione di qualunque derrata nel territorio trevano. Si ricorse di nuovo al Papa, si inviarono ambascerie, ma inutilmente, finchè nel 1462 Trevi ricorse a rappresaglie ed in fine si iniziò in Roma un regolare processo. Forse non si sarebbe concluso nulla, se il Card. Della Rovere non fosse venuto a Spoleto col proposito di togliere, per punizione, a questa Città, tutti i Castelli. I Trevani allora nominarono una Commissione, che si recò presso il detto Cardinale per implorare la cessione del Castello di S. Giovanni. Il Cardinale annuì, ma chiese duemila ducati d'oro, ridotti poi, dopo lunghe trattative, a 1200. Pagata tale somma, dopo alterne vicende, finalmente il 4 Agosto 1474 il castellano di S.Giovanni ritornò |
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Il Papa Alessandro VI mandò un suo Commissario, che si impossessò del Castello. Ma poco dopo il Papa morì ed allora gli Spoletini posero l'assedio a S. Giovanni, di cui si impadronirono ben presto, facendo a pezzi chi loro capitò tra mani, e tra i morti ve ne furono anche di Bevagna, di Foligno, ecc. ; moltissimi furono i prigionieri trascinati a Spoleto. Intanto veniva eletto Papa Giulio II Della Rovere, che ben conosceva la questione tra Trevi e Spoleto. Con Breve del 16 aprile 1504 il Castello di S. Giovanni fu restituito a Trevi; ma le questioni non finirono, si aggravarono anzi sempre più, finchè nel 1520 il Castello ricadde, e questa volta definitivamente, in possesso degli Spoletini. Trevi rimase così mutilata di una delle migliori parti del suo territorio, per la quale aveva sopportato tanti sacrifici e sostenuto tante lotte. ***
Trevi, attraverso i secoli, non ha avuto soltanto una storia civile, ma ha segnato anche profonde impronte con la sua coltura. Impossibile sarebbe trattare qui questo argomento, e perciò mi limito a due episodi soltanto. Degno di nota particolare è il fatto che la nostra Città ebbe una tipografia, che fu la quinta, in ordine di tempo, in Italia; la nostra Città fu preceduta in cosa tanto importante soltanto da Subiaco, Roma, Venezia e Milano. |
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L'illustre
nostro Concittadino, Conte Dott. Tommaso Valenti, ha pubblicato qualche anno
fa i documenti relativi alla nostra tipografia.
Nel 1470, certo non oltre il giugno, giungeva a Trevi un tedesco, Giovanni Rothmann di Reynard, nato ad Eningen, nella Diovesi di Costanza. Costui si unì in società con Ser Costantino Lucarini notaio per la fondazione di una tipografia. Il 5 luglio entrò a far parte della società Pierdonato Guadagnoni, il quale assunse l'incarico di rivedere le bozze di stampa dei libri che si sarebbero pubblicati. Ma la tipografia trevana durò soltanto pochi mesi e l'1l settembre 1471 la società si sciolse e Ser Evangelista Angelini da Trevi, dimorante in Foligno, comperò per 119 fiorini e 12 bolognini il materiale tipografico che era toccato al Guadagnoni. |
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Due libri soltanto furono editi a Trevi: la « Lectura Bartholi » sulla prima parte dell'«Infortiatum», ed una «Storia del Perdono di Assisi». [v. La tipografia di Trevi ...] Ser Evangelista Angelini fu colui che per il primo stampò la «Divina Commedia» in Foligno nel 1472. Occupato in ricerche nell'Archivio Segreto Pontificio, il Sig. Conte Valenti trovò un documento che identifica Evangelista Angelini con l'Evangelista Mei del colophon della prima edizione del Divino Poema. A Trevi adunque va l'onore di aver dato i natali al primo stampatore del grandioso lavoro di Dante Alighieri. |
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Un altro fatto importante che caratterizza la storia della coltura trevana è dato dalla fondazione del Collegio Lucarini, che è uno dei più antichi istituti del genere in Italia. Fu fondato da Virginio o Virgilio Lucarini, nato nel 1562, il quale lasciò, morendo, i beni che aveva in Roma per la fondazione di sei dotalizi per fanciulle povere, ed il sopravanzo ed i beni di Trevi assegnò per la fondazione del Collegio, in cui dovevano esser raccolti gratuitamente giovani non destinati allo stato ecclesiastico, ma che si avviassero allo studio della giurisprudenza e della medicina.;Esecutore testamentario fu nominato Mons Reginaldo Lucarini, Vescovo di Città della Pieve. Il Collegio cominciò a funzionare nel 1675 e subì, in seguito, vicende varie, non sempre liete; fu anche chiuso più volte per cause diverse. |
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Nel 1868 con R. D. del 5 gennaio l'amministrazione ed i beni furono tolti alla Confraternita delle Stimmate, che li aveva tenuti fino allora, e affidati alla Congregazione di Carità col nome di «Opera Pia Lucarini». Nel 1883 il Collegio, dalla casa Lucarini posta avanti alla Chiesa di S. Emiliano, fu trasferito nei locali dell'ex convento di S. Francesco, dove trovasi tuttora [chiuso nel 1963, con l'istituzione della Scuola Media Unica Statale]. Nella casa del Lucarini fu trasportato l'Orfanotrofio Femminile [retto dalle Maestre Pie Filippini da 1840 al 1973, anno in cui venne chiuso] Dal 1893 il Collegio è retto dai Salesiani di D. Bosco, i quali in breve tempo seppero portare l'Istituto ad un alto grado di sviluppo e di floridezza. |
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Attualmente nel Collegio Lucarini vi è un corso elementare preparatorio alle Scuole Medie; di poi la maggior parte degli alunni (circa un centinaio) è avviata alla frequenza dell'istituto Tecnico Inferiore, e ben a ragione, perchè questo corso meglio corrisponde alla auspicata Scuola Media unica. Infatti il giovane, terminato il quadriennio dell'Istituto Tecnico Inferiore, è ammessi al Liceo Scentifico (con proseguimento alla Università), all'Istituto Magistrale Superiore, e alle seguenti sezioni dell'Istituto Tecnico Superiore: industriale, commerciale, agraria, nautica. L"indirizzo dato alla scuola dai Salesiani si è affermato veramente eccellente., come fan fede i risultati che ogni anno si ottengono agli esami e l'ottima posizione che gli alunni riescono ben presto a conquistare nella società. Come continuazione dell'opera salesiana si è e istituita, presso il Collegio, una fiorente Unione Ex Allievi, che può dirsi la più alta affermazione dell'educazione civile e religiosa che i Figli del Beato D. BOSCO sanno dare alla gioventù. Questa Unione nel 1925, con alto sentimento patriottico, eresse un Monumento ai Compagni caduti, come dice l'iscrizione «per un'Italia più grande e più pura». Questo Monumento è opera del Prof. Comm. Renato Mancia, Ex Allievo del Collegio. Il Chiostro dell'Ex Convento ha numerosi affreschi (1645) del Cav. Gagliardi di Città di Castello, molto interessanti. **** Ricordiamo ancora che a Trevi, presso la famiglia Origo, dimorò nel 1507 il Papa Giulio II; Clemente VII nel 1532, Paolo III nel 1535 e poi Clemente VIII furono ospiti dell'illustre e nobile famiglia trevana dei Conti Valenti. **** Dal 1600 in poi la storia di Trevi si svolge più o meno simile a quella delle altre Città soggette alla Chiesa. Pio VI coi Brevi del 28 settembre 1784 e |
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24 agosto 1787 confermò a Trevi il titolo e il grado di Città. Nel periodo della Repubblica Francese, del Consolato e dell'Impero, Trevi seguì le sorti di Spoleto; nel 1814 tornò al Papa; nel 1860 fu unita allo Stato Italiano. |
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Molte furono le famiglie illustri e nobili di Trevi, che dettero personaggi celebri per dignità, dottrina, valore militare, sapienza politica. Petroni, Ponzi, Origo. Lucarini, Natalucci, Valenti sono nomi di famiglie che in ogni tempo onorarono altamente la nostra Città. Impossibile parlare delle grandi benemerenze di ognuna; dirò solo che l'antichissima Famiglia Valenti fu, in modo speciale altamente benemerita di Trevi, come lo dimostra la lunga serie di personaggi, cui dette origine, come Natimbene, dottore in legge; uomo di grande autorità, uno dei riformatori degli Statuti di Roma sotto Paolo III; Benedetto, giureconsulto e Procuratore Fiscale; Romolo, Vescovo di Conversano: Fausto, protomedico; Monte Valenti, che ebbe parte principalissima e molto appariscente negli avvenimenti dei suoi tempi; Filiberto dottore in legge apprezzatissimo; Filippo, uomo di affari di vaste vedute; il Card. Erminio, Vescovo di Faenza, Legato presso Carlo Emanuele Filiberto di Savoia ed Enrico IV, re di Francia; il Card. Ludovico, Vescovo di Rimini, ecc.
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Tra i tanti uomini illustri, cui Trevi dette i natali vanno anche ricordati Muzio Petroni storico; Francesco Manenti, condottiero; Bernardo Mazzieri, Archiatra di Eugenio IV; Evangelista Origo, medico di Sisto IV; Filippo Palazzi, autore di un importante e raro trattato sulla cura delle ferite; Durastante Natalucci, storico; Tiberio Natalucci, valente compositore di musica; Francesco Francesconi, filosofo, ecc. ecc. E delle impronte lasciate alla Città da tanti illustri suoi figli fanno fede i sontuosi palazzi, quattrocenteschi, cinquecenteschi e seicenteschi, ornati da magnifici portali in pietra, da finestre pure in pietra con le facciate abbellite con fregi, con stemmi ed iscrizioni. E' difficile trovare tanta dovizia di monumentali costruzioni come nella nostra Città, ammirata, sotto questo aspetto, dagli stranieri e da quanti amano la bellezza e l'arte, che del bello è l'espressione.
Dintorni di Trevi
Accennerò soltanto ad alcune delle località più importanti del territorio trevano, che hanno una storia. I- Fiume Clitunno. - Le incantevoli Fonti del Clitunno sono in territorio del Comune di Campello, ma anticamente, fino al 1214, appartennero a Trevi, insieme alle Frazioni di Pissignano, Azzano, Casteritaldi, ecc. |
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In origine la copia delle acque era maggiore, ma i terremoti, che nel 361 e nel 365 e poi nel 446 sconvolsero l'Umbria, ridussero a più modeste proporzioni le Fonti, le quali però restarono sempre un luogo di grande bellezza, che ispirò in ogni tempo il genio dei poeti. Qui poesia e canto riempiono l'animo di pace, di commozione, di sogni: il lieve mormorìo delle acque limpidissime, scorrenti tra i pioppi altissimi e i salici piangenti, parla dolcemente all'animo di chi non è insensibile al linguaggio della natura. Le Fonti sono un fenomeno carsico e le acque hanno proprietà radioattive. Paolo Diacono dice che il Clitunno dette il nome al Lago Clitorio, l'attuale valle di Spoleto. Non so quanto ciò sia vero; quel che è certo si è che le rive e le acque del Clitunno furono per gli antichi Italici tempio e luogo di ritrovo. Nei primi tempi dell'Impero dalle Fonti fino all'attuale paesello di Bovara sorsero sulle sponde del fiume sacro molti tempietti: gli itinerarii indicano una fermata «ad Sacraria», cioè a Pissignano, dove forse ancor oggi varie piccole chiesette segnano il luogo ove sorgevano i sacelli nominati da Plinio il Giovane. Il dio Clitunno era celebre per i suoi oracoli, e le Feste Clitunnali, a cui accorreva gente anche da Roma, avevano luogo dal 21 Aprile al 1 Maggio. Nei pressi degli attuali Molini Bonaca, in Faustana, era il ponte che divideva la parte sacra dalla profana. Trevi si interessò sempre del fiume Clitunno, anche perchè vi aveva i molini che servivano per la popolazione. Nel 1336 poco mancò che non scoppiasse una guerra tra Trevi e Montefalco, perchè quest'ultima aveva abusivamente, secondo i Trevani, preso una certa quantità d'acqua del Clitunno, ma nel proprio territorio, per il proprio molino. La controversia andò a lungo e nel 1457 la nostra Città fece addirittura grandi preparativi bellici, ma poi, per l'intervento di Andrea Tolomei, Governatore di Trevi e Foligno, tutto fu pacificamente aggiustato. Nel 1343, per comodità dei mulini, fu scavata la sportella, canale in cui arche attualmente possono esser deviate le acque del fiume. Nel 1700 il Marchese Della Genga iniziò nel Clitunno la cultura delle trote con ottimo successo.
II - Tempio del Dio Clitunno. - E' uno dei tanti sacelli descritti da Plinio il Giovane, o meglio, come sembra, fu ricostruito sopra le rovine di uno di quelli. Si eleva presso la strada, con la snella ed elegante facciata rivolta verso la grande vallata; ai suoi piedi, silenzioso, scorre il Clitunno. E prostilo e di ordine corintio. Il pronao è di pietra ed il timpano triangolare è sorretto da due pilastri scanalati e da due colonne lavorate. Nella cella stava il dio, il cui simulacro era contornato da colonne in paonazzetto. All'esterno girava un portico, le cui colonne nel 1748 furono asportate e vendute. Nel sotterraneo si vede ancora un foro, da cui scendeva il sangue delle vittime immolate nella cella sacra. |
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Il tempio, oggi dedicato a S. Salvatore, fu fregiato con emblemi cristiani forse dal lathomus (lapicida) Atto, che lavorò nel 1133 nella fronte meridionale della Cattedrale di Foligno [ Asserzione confutata da altri Autori] ed anche nella Chiesa di S. Pietro di Bovara. Questo artista fu uno dei più antichi maestri della scultura neoclassica.
Nei pressi del tempio sorge la grandiosa officina, da cui potenti elettropompe spingono a Trevi -abbondante acqua potabile.
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III. - Pietrarossa. - Oggi vi sono solo poche case e la Chiesa di S. Maria, importantissimo edifizio monumentale ornato da belle pitture. E' forse la più antica Chiesa dell'Umbria. Una leggenda non molto remota assegna in quella località l'esistenza di un tempio a Giunone e perfino dell'antica Trevi, ma questo è favola; Trevi è stata sempre dove sorge oggi. In Pietrarossa esistettero invece le famose terme che l'Imperatore Augusto regalò agli Spellani. Per convincersene basta rileggere la bellissima lettera in cui Plinio il Giovane narra del Clitunno al suo amico Romano. Descritte le sorgenti del Clitunno, Plinio passa a parlare del corso del fiume, che dice tanto ampio da esser navigabile. Le sponde del fiume sono coperte di frassini e si ammira un «templum priscum, et religiosum», in cui sta il dio Clitunno; all'intorno sono numerosi tempietti, in ciascuno dei quali si venera una divinità. Più oltre si incontra un ponte, che divide la parte sacra del fiume dalla profana; solo nella parte profana si possono fare i bagni, ed infatti vi si trova il balineum, già donato da Augusto agli Spellani. Viene poi una lunga teoria di ville sontuose. Tale la descrizione di Plinio. Il ponte divisore era nella località detta oggi Faustana; dopo il ponte, Plinio nomina il balineum. che doveva quindi esser poco distante; si trovava dove oggi è Pietrarossa. Qualcuno ha supposto che in Pietrarossa ci fosse un emporium, uno scalo cioè, a cui si sia poi addossata una borgata. Anche questo può essere, perchè Plinio dice che gli Spellani in quel luogo «praebent et hospitium», ossia vi avevano una specie di grande albergo, luogo di ritrovo, di commercio e di piacere. Il terreno all'intorno restituisce di tanto in tanto ruderi, sarcofagi, basamenti di colonne, frammenti di vario genere. Intorno all'attuale Chiesa gira un portico costruito con materiale antico. Le pareti sono affrescate; la Vergine vi è rappresentata più volte ed in diverse maniere. Le pitture recano diverse date: 1446, 1449, 1447 ed i nomi dei pittori Bartolomeo de Merendo [deve intendersi "Miranda", frazione del Comune di Terni, luogo di nascita del pittore in questione. Vedi altre opere in Trevi],Valerio Muti da Gualdo, i quali furono discepoli di Nicolò Alunno. Nell'interno vi sono altre pitture forse degli stessi autori; da ammirarsi è un piccolo altare di pietra caciolfa, forse di Mastro Rocco da Vicenza.
IV. - Bovara. - Poco lungi da Trevi, sopra di un'amena collina, sorge, maestosa e solitaria, l'Abbazia di Bovara, con annessa la monumentale Chiesa di S. Pietro. All'intorno stanno le case che, nell'insieme, formano la Frazione di Bovara; in basso scorre tranquillo il Clitunno e passa una diramazione della Via Flaminia. Il nome di Bovara si collega certamente al fatto accennato anche da Virgilio, da Cornelio Nepote, da Silio Italico e da altri, della purificazione dei buoi nelle acque del Clitunno prima di esser sacrificati. Nella località sembra vi fosse un «forum boarium». Dove sorge oggi la Chiesa c'era un tempio pagano (uno dei sacelli nominati da Plinio), come fanno fede pietre e avanzi di sculture e di epigrafi, che si riscontrano nella monumentale costruzione e conservati nel chiostro dell'Abbazia. La Chiesa e l'Abbazia sorsero intorno al mille ed i Papi ben presto elargirono dei privilegi. Nella distruzione di Trevi nel 1214 anche l'Abbazia di Bovara fu distrutta ed i Monaci furon dispersi. Fu in quel tempo che il Poverello d'Assisi ebbe nella Chiesa di S. Pietro una fierissima lotta contro lo spirito del male, lotta titanica, che alle grandi anime, come, quella di S. Francesco, è dato di combattere e vincere. L'Abbazia risorse poi, ma nel 1421 Corrado Trinci la distrusse di nuovo; tornata la pace, fu ricostruita, e più non assurse alla importanza di prima, finchè con la soppressione napoleonica tacque per sempre. Il primo abate di Bovara fu Raniero, che in breve seppe portare l'Abbazia ad un alto grado di splendore e di potenza. Secondo Durastante Natalucci, che potè esaminare l'archivio, l'Abate di Bovara aveva giurisdizione sopra cento parrocchie. |
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I Monaci di Bovara contribuirono con quelli di Monte Subasio a liberare dalle acque stagnanti l'ampia vallata che va da Spoleto a Perugia.
V. - S. Pietro a Pettine. - E' un interessante edificio del sec. XIII, di stile romanico, a pietre conce con tracce di frammenti antichi. Nell'interno artisti trevani e folignati del sec. XV e del sec. XVI lasciarono affreschi di valore non trascurabile. Poco lontano, lungo la Via Flaminia, è l'antichissimo fabbricato di S. Tommaso. Anticamente vi era un lebbrosario e S. Francesco d'Assisi vi dimorò più volte, prodigando l'opera sua pietosa agli infelici che vi erano ricoverati. In questo luogo nel 1734 Carlo III, Re di Spagna, che andava a prender possesso del Regno delle Due Sicilie, vi si fermò, e nel 1782 Pio VI, che era di passaggio, vi ricevette gli omaggi delle Autorità e del popolo trevano. L'antica Chiesa di S. Tommaso è stata ridotta a granaio, con vero spirito iconoclasta. |
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VI. - Chiesa della Madonna delle Lacrime. - Grandioso e magnifico edificio eretto nel 1487 dalla pietà dei fedeli, dove sorgeva la casa di un tal Diotallevi di Antonio; sulla facciata di questa casa esisteva un'immagine della Madonna col Bambino, che nel 1485 fu vista piangere. Il disegno del Tempio è di mastro Antonio Marchisi da Settignano; il magnifico portale, ricco di eleganza e di gusto, è di Giovanni da Venezia. |
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L'interno è a croce latina con unica navata. Molti monumenti sono nell'interno racchiudenti le ceneri di illustri personaggi della Famiglia Valenti. Tra le opere d'arte d'ammirarsi in modo speciale sono una Deposizione dalla Croce dello Spagna ed un Presepio [più precisamente "Epifania" o Adorazione dei Magi"] del Perugino. Di questo magnifico Tempio del rinascimento ha scritto la storia l'illustre nostro concittadino Conte Dott. Tommaso Valenti con quella competenza che gli è propria e con vero amore di studioso.
VII. - S. Martino. - E' un Convento Francescano, stato sempre fiorentissimo fin dalla sua origine, che risale al 1479; fu opera di mastro Baldassarre da Como. Vi si ammirano pitture di Tiberio d'Assisi, del Mezastris, ed un bellissimo affresco dello Spagna che raffigura l'Assunta, in una mandorla di Serafini tra nuvolette leggere, che ha ai suoi piedi S. Gerolamo, S. Giovanni Battista, S. Francesco e Frate Leone.[più precisamente: S. Antonio]
Monumenti ed opere d'arte
Accennerò alle opere d'arte e ai monumenti più importanti sparsi nel territorio trevano. I. - Pinacoteca Comunale. - Non è molto ricca, ma è molto interessante tutto ciò che possiede. Si trova nel Palazzo Comunale, che è opera del 400, ma rimaneggiata malamente in seguito. [Dal 1997 tutte le opere sono state trasferite nel complesso Museale di S. Francesco] Nella prima sala si trovano marmi e iscrizioni romane; da notarsi il cippo dedicato a Lucio Succonio, di cui abbiamo già parlato; bellissimo il gruppo «Galileo e Milton», in gesso di Cesare Aureli. Il marmo di questo gruppo è nell'Università di Roma, a cui l'Autore ne fece dono. Nella seconda sala sono disposte varie pitture, tra cui da ammirarsi una grande tavola di Giovanni Spagna (1522), rappresentante la |
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Incoronazione di Maria tra Angeli e S. Francesco con Santi e Sante del suo Ordine; una Madonna col Bambino del Pinturicchio: una Pietà di Sebastiano del Piombo; un polittico del 1330; un trittico del 1400, ecc.
II. - Chiesa di S. Francesco. - E' costruita, dove sorgeva una piccola Chiesa dedicata alla Madonna. Nel 1213 il Poverello di Assisi fondò presso di essa un convento, che acquistò grande sviluppo e grande importanza. Il 26 giugno 1285 il Guardiano dei Convento ebbe da Onorio IV la facoltà di assolvere i Trevani dalla scomunica, in cui erano incorsi per aver aiutato i Perugini contro il Governo Ecclesiastico. La Chiesa è uno dei monumenti più importanti della Città, nonostante i danneggiamenti arrecati dal tempo ed anche dagli uomini specialmente nel seicento. Quale è attualmente è opera dei 1300. |
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TREVI. - Galileo Milton di C. Aureli. (Pinacoteca Comunale). Attualmente al Museo di S. Francesco |
L'interno era ricoperto di affreschi del sec. XIV e XV; se ne vedono ancora alcuni interessantissimi, sfuggiti all'opera vandalica degli uomini. Sopra l'Altare Maggiore sta un magnifico Crocifisso da iconostasi, forse di scuola spoletina (sec. XIII). [In tempi più recenti, dopo il restauro, è stato attribuito ad un ignoto "Maestro del 1310", detto più propriamente il "Maestro del Crocifisso di Trevi" essendo questa opera considerata come il suo maggiora capolavoro.] All'esterno la Chiesa presenta un aspetto maestoso. La porta principiale è di elegante stile gotico, con fasci di colonnine; al di sopra sta un affresco del 1300, rappresentante la Madonna con Bambino, tra S. Francesco giovane e imberbe, e S. Chiara d'Assisi. In questa Chiesa si venera il corpo del Beato Ventura, che nacque in Pissignano, allora Frazione di Trevi, nel 1250, e morì eremita 1'11 luglio 1310 circondata da fama di grande santità. |
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III. - Chiesa Collegiata di S. Emiliano. Sorge sulla vetta del colle, dove, sembra, esistesse un tempio dedicato a Diana Trivia, protettrice della Città. La tradizione vuole che questo tempio sia stato abbattuto da S. Feliciano, Vescovo di Foligno, nel 199. Fu allora eretta una Chiesa dedicata alla SS. Trinità e più tardi a S. Emiliano. Questa Chiesa subì varie vicende, fu ricostruita nel sec. XI o nel sec. XII e di questa rimangono tre interessantissime absidi romaniche. Fu ancora rimaneggiata nella seconda metà del 1400 ed il 25 aprile 1522 fu consacrata da Natale, Vescovo di |
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Veglia, che benedisse anche la campana della Torre Comunale. Altri restauri furono fatti nel 1775, finchè nel 1893 fu quasi interamente ricostruita su disegno dell'Architetto Luca Carimini [nel testo: Caramini]. Nell'interno è da ammirarsi l'Altare monumentale, opera di Mastro Rocco da Vicenza; fu conminciato nel 1521 ed è opera di straordinaria finezza. L'intero monumento misura m. 7,26 di lunghezza e m. 8,83 di altezza; è diviso in tre scomparti. ognuno dei quali comprende un Altare; il principale, che sta nel centro, è dedicato al SS. Sacramento, quello a destra alla Madonna e quello a sinistra a S. Giuseppe. Dal piano delle mense si elevano quattro magnifiche colonne di ordine corintio, che sorreggono la trabeazione degli Altari laterali. Tutta l'opera è decorata con bassorilievi damaschinati così fini da dare l'impressione che sia rivestita con lavori usciti dalle mani della più provetta ricamatrice. |
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Le statue dei due Altari laterali, la Madonna e S. Giuseppe, sono opera di un tal Mastro Mattia di Gaspare da Como, ma il lavoro non è così fine come quello di Mastro Rocco. L'Autore di tutto quanto l'Altare, Mastro Rocco, fu presente alla stipulazione del contratto per le statue e garantì che il lavoro sarebbe riuscito quale veniva pattuito. Nella Chiesa di S. Emiliano è da ammirarsi anche la statua del Santo Vescovo Protettore, eseguita nel 1750 da Pietro Epifani di Foligno, ed il Monumento al Redentore di Cesare Aureli. L'attuale Priore D. Francesco Peticchi, con ammirevole operosità. ha ornato da pochi anni la Chiesa di S. Emiliano di un superbo campanile.
IV. - Villa del Pontificio Collegio Boemo. - Fu già dei Carrara Rodiani di Terni, passò poi ai Conti Della Porta di Roma, ed |
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ora è villegiatura del Pontificio Collegio Boemo. E' uno splendido edificio del sec. XVI, (più propriamente: sec. XVI essendo del 1604) circondato da giardino e da boschetto.
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I fratelli Taddeo e Federico Zuccari prodigarono i tesori della loro fantasia nelle decorazioni e nelle bellissime pitture riproducenti episodi biblici, figure allegoriche, emblemi araldici, immagini di Santi. Altre pitture interessantissime degli Zuccari si ammirano nella Chiesa del SS. Crocifisso.
V. - Palazzo Valenti. - E' opera del sec. XVI fatta eseguire dal patrizio Benedetto Valenti. L'insieme del palazzo sta a testimoniare il buon gusto ed il mecenatismo del fondatore. amante della storia e delle belle arti. Benedetto Valenti raccolse nel suo palazzo molte iscrizioni e sculture, che formarono un vero museo, illustrato poi da Francesco Alighieri, pronipote di Dante e da Sante Ponzi con un libro intitolato: «Antiquitates Valentinae». La collezione in seguito andò divisa; tra gli oggetti più notevoli, che ora rimangono, è una statua giacente che rappresenta un fiume, forse il fiume Clitunno. Nello stesso palazzo si ammirano un ricchissimo Archivio e una Pinacoteca doviziosa. |
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VI. - Altre opere d'arte sono sparse qua e là in Trevi e tra queste degne di nota sono: una Crocifissione, forse di Giotto [Il grande affresco, ora staccato, sta al Museo: è opera di un pittore del primo Trecento], nell'ex monastero di S. Croce; il Maritino di S. Lucia di I. C. Chanidoissan, nella Chiesa delle Monache Benedettine; Tribuna di pietra caciolfa nella Chiesa di S. Giovanni Decollato, fatta eseguire dal giureconsulto Alessandro Valenti, la cui tomba è eretta nella stessa Chiesa; ecc. ecc. Nel Teatro Clitunno da ammirarsi è il sipario rappresentante l'Imperatore Caligola che si reca con la corte al tempio del dio Clitunno; è opera del pittore perugino Domenico Bruschi e degna di esser conservata meglio ed altrove. [Attualmente, dopo la sistemazione del teatro del 1987-93 è ben conservata]
Trevi moderna
Trevi ha seguito sempre il continuo miglioramento della. nostra regione ed è stata in ogni tempo all'avanguardia non solo nel campo industriale, commerciale, ecc.; ma in tutto quello che rappresenta l'attività umana. La sua storia, i monumenti e le opere d'arte, che abbiamo visto, ce lo attestano. Anche in tempi recenti ed ai giorni nostri i Trevani hanno saputo fare cose belle e buone per la loro Città. Diamone un rapido cenno.
Una bella e comoda strada, costruita nella seconda metà del secolo passato, congiunge la Città con la Via Flaminia, con la via della stazione ferroviaria e con quella che conduce alla Madonna della Stella, a Montefalco, a Castelritaldi ecc. Questa strada sale in serpentino in mezzo al meraviglioso e immenso oliveto che riveste le falde del Monte Serano; man mano che si sale l'incantevole paesaggio umbro si manifesta in tutti i suoi aspetti e in tutta la sua magnificenza. |
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All'ingresso della Città, a sinistra, sorgono fabbricati del 1400 e subito dopo case moderne: poco oltre si presenta imponente il Collegio Lucarini, di cui abbiamo già parlato. In Piazza Garibaldi due edifici colpiscono il visitatore. A fianco del bel «Viale Augusto Ciuffell » un grandioso fabbricato accoglie l'Ospedale «Umberto I» e l'Ospizio Carlo Amici» per gli Invalidi. La Congregazione di Carità, di cui attualmente è benemerito Presidente il Cav. Leobino Gori, ha avuto sempre un amore speciale per queste pie istituzioni cittadine, e si può affermare, senza timore di errare, che sono poche le Città che abbiano un Ospedale ed un Ospizio che, come quelli di Trevi, corrispondano alle giuste esigenze moderne. |
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La Congregazione di Carità amministrata in ogni tempo in modo veramente saggio, aiutata in più circostanze dalla pietà di qualche benefattore, ha fornito l'Ospedale di tutto il necessario; vanno ricordati, tra l'altro, il magnifico Ambulatorio ed una Sala Operatoria di primo ordine. La nostra Congregazione di Carità ha meritato di esser citata alla Camera dei Deputati da S. E. il Sottosegretario per gli Interni come esempio e come una delle più fiorenti. L'Ospizio per gli Invalidi, fondato dalla munificenza dei concittadino Carlo Amici, raccoglie circa sessanta vecchi (alcuni anche dei Comuni vicini), i quali trovano qui vitto sano e abbondante e assistenza veramente cristiana da parte delle buone Suore della Sacra Famiglia, istituite dal venerando Mons. Pietro Bonilli, onore e vanto della nostra Città. Dal lato opposto della Piazza Garibaldi si eleva l'edificio scolastico, che, insieme ad altri del genere per le Frazioni, fu costruito circa venti anni fa. Quivi i fanciulli ricevono la prima istruzione e vengono avviati alla vita.
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In Via Boncompagni, [ora via Cavour] nell'ex monastero di S. Bartolomeo, nell'anno 1873, fu aperto un Asilo Infantile, che è andato sempre più sviluppandosi tanto da accogliere un grandissimo numero di figli del popolo. Il locale è ora ridotto a Istituto veramente moderno e corrisponde in pieno a quanto esigono l'igiene e la sanità dei fanciulli. Ora l'Asilo è alle dipendenze della Congregazione di Carità. Molti benefattori hanno sempre aiutato la bellissima e caritatevole istituzione. Un altro Istituto importante è l'Orfanotrofio Femminile, detto di S. Bartolomeo perchè nei primi del secolo passato fu eretto nell'ex monastero, in cui ora è l'Asilo Infantile. Con Regio Decreto del 21. dicembre 1864 l'Orfanotrofio passò alla Congregazione di Carità, che nel 1868 lo trasferì nella casa Lucarini, dove tuttora si trova. Molte orfanelle non solo trovano qui ricovero e istruzione, ma sono circondate dall'affetto materno delle Maestre Pie Filippini. La Congregazione di Carità, aiutata spesso anche in questo da pie persone, ha cercato di dare all'Istituto ogni comodità, migliorando anche recentemente il locale. |
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Quando il 4 novembre 1918 i nostri soldati a Vittorio Veneto portarono innanzi vittoriosi il bel Tricolore, il cuore di Trevi esultò e per la nostra verde vallata fece sentire il festoso squillo delle sue campane. Passata la prima esplosione di gioia, i cittadini, le associazioni, tutti risposero all'appello loro rivolto, cd in breve fu raccolta la somma necessaria per innalzare un Monumento ai nostri 112 Concittadini morti per la Patria. Il Monumento ai Caduti del Comune fu inaugurato il 18 giugno 1922 alla presenza di molte Autorità; sorge nella Piazza Vittorio Emanuele ed è opera dei due Artisti Comm. Prof. Renato Mancia, cittadino trevano, e del Prof. Ciacci Umberto. |
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Ma l'opera grande, che Trevi ha saputo condurre in porto in questi ultimi anni, è certamente il grandioso Acquedotto del Clitunno, con la sua ampia rete di trentanove chilometri, che dà acqua potabile a Trevi e Frazioni. L'opera fu iniziata il 2 marzo 1925 su progetto dell'Ing. Prof. Monte Giamboni. cittadino trevano, e fu eseguita dalla Ditta Lombrici di Roma: il 21 aprile 1928 cominciò a funzionare in pieno. Il progetto rappresenta un'alta concezione dell'ingegneria italiana. Sotto il Tempio del Clitunno sgorgano delle sorgenti di acqua eccellente, come è risultato dalle varie analisi eseguite in tempi diversi. |
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Queste sorgenti, che danno settanta litri di acqua al minuto secondo, sono state allacciate in una galleria di presa. Potenti elettropompe, fornite dalla rinomata Ditta Cerpelli di Spezia, sollevano ogni secondo dodici litri di acqua da quota 220 a quota 450 con una conduttura di sollevamento di circa cinque chilometri. L'acqua arriva in un serbatoio della capacità di cinquecento metri cubi, da cui vien poi distribuita. L'opera fu finanziata dalla Cassa Depositi e Prestiti ed è costata due milioni ed ottocentocinquantaseimila lire. Spesa questa certo rilevante, ma non vi è dubbio che l'aver dato acqua in abbondanza non solo ha migliorato le condizioni igieniche della popolazione, ma darà a Trevi un florido avvenire come stazione climatica.
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Per dimostrare su quale via di progresso di miglioramento Trevi intenda mantenersi basta esaminare i lavori di pubblica utilità testè compiuti o in via di attuazione. L'attuale Podestà, Cav. Dott. Filippo Doininici, oltre aver portato a termine l'importantissimo acquedotto del Clitunno, aiutato dai suoi collaboratori, tra cui nominiamo il Cav. Leobino Gori Delegato podestarile ed il Cav. Nello Bonaca, Segretario del Fascio, ha anche dato luce elettrica alle Frazioni, che sono stata collegate col Capoluogo per mezzo di telefono; ha sistemato l'impianto elettrico con la costruzione di una nuova grande cabina principale e di altre cinque più piccole; inoltre sono stati costruiti due ponti, uno sul fiume Clitunno ed uno sul Marroggia in Frazione Casco dell'Acqua; è stata costruita una strada in Frazione Borgo per delineare una parte di Trevi in via di immancabile incremento commerciale e industriale; è stato acquistato un Campo Boario per la Frazione di Borgo; attualmente è in via di costruzione una strada che, passando per Ponze, arriverà fino ai confini tra il nostro |
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Comune e quello di Sellano e faciliterà le comunicazioni tra la nostra Città e tutti i paesi dell'Appennino umbro con grande utilità; è stata ultimata una strada carrozzabile tra Trevi e la Frazione Coste, valorizzando così una larga zona montana, che non aveva comunicazioni di sorta. Questa strada fu eseguita in mezzo a difficoltà di ogni genere dal Comune e dalla Università Agraria di Coste Tra gli atti di buona amministrazione vanno segnalati i seguenti: un contratto con il Comune di Spoleto per la fornitura alla nostra Città di 300 HP annui per la durata di venti cinque anni; un contratto con il Comune di Montefalco, per cui Trevi cede acqua per le Frazioni di Fabbri, S. Luca, Madonna della Stella, Fratta ed il lavoro è in via di attuazione. Altre opere si potrebbero ricordare, ma quelle accennate bastano a dimostrare che la Città di Trevi, mercè la buona volontà e l'attività delle sue Autorità e dei suoi cittadini si avvia immancabilmente verso un avvenire sempre più grande e radioso. |
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Trevi stazione climatica
Trevi non è purtroppo conosciuta e apprezzata come meriterebbe. In vista della gioconda e splendida valle spoletana; sopra uno di quei magnifici colli, che tanto colpivano la fantasia del Perugino e dei sommi nostri pittori, Trevi ha una posizione veramente incantevole. Il passeggero che a piedi, o in ferrovia, o con qualunque altro mezzo attraversa la valle, non può trattenersi dal mostrare la propria ammirazione e di rimanere un momento a godere del magnifico spettacolo, che a lui offre il bel panorama della Città. La residenza in Trevi è deliziosa, specialmente quando la canicola comincia a imperversare, perchè la nostra Città, mentre offre tutte le comodità attrattive di una cittadina di provincia, presenta anche tutto l'incanto e tutto il refrigerio che può dare la montagna. Posta infatti a 425 metri sul livello del mare, in cima ad un colle quanto mai grazioso. partecipa della montagna senza allontanarsi troppo dalla pianura. Del resto ogni mezzo di locomozione, compreso un bel ordinato servizio automobilistico, permette di potersi spostare con facilità e mettersi in comunicazione con le Città vicine. Spoleto, Foligno, Montefalco, Spello, Assisi, Bevagna, Perugia si vedono da Trevi e ad esse si può arrivare con facilità e celerità. Todi, Norcia, Cascia, Terni, Piediluco, Nocera, Gualdo Tadino, Gubbio possono esser visitate facilmente da chi sta in Trevi. Ed il forestiero che, stanco della vita della grande città, viene quassù per trascorrere i mesi estivi, ha a sua disposizione anche la possibilità di poter fare splendide passeggiate. Le Fonti del Clitunno, S. Arcangelo, Coste, Pettino, Manciano, ecc. ecc. sono località che attirano il visitatore a passare ore di incanto e di pace. Il Monte Serano, alto 1436 metri, dalla cui vetta si vedono il Gran Sasso d'Italia, il Vettore, il Monte delle Sibille, Monte Cavallo, |
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il Lago Trasimeno e l'occhio spazia in un orizzonte che direi infinito, attira con fascino straordinario, e sono pochi che, nella buona stagione, sanno resistere al desiderio di salire fin sulla cima del monte per godere di uno spettacolo fantastico ed inebriarsi del profumo delle ginestre e dei fiori silvestri. Ma chi non avesse volontà di fare gite o passeggiate, ha a disposizione il Viale Augusto Ciuffelli, quel viale che conta certamente pochi rivali tanto è incantevole, tutto ombreggiato da ippocastani, da elci e da acacie odorose. Di qui l'occhio spazia soddisfatto attraverso la gioconda verde umbra vallata! Anche gli studiosi e gli ammiratori di opere d'arte trovano in Trevi largo campo alla propria attività. Tutta l'Umbria è piena di capolavori, e Trevi, come abbiam visto, ha la sua parte. Piena d'incanti e di comodità è dunque, questa Cittadina, che si caratterizza anche per la gentilezza della sua popolazione. Chi infatti è salito quassù sa con quanta cordialità e rispetto il forestiero è accolto nei ritrovi, nel grandioso e magnifico Circolo di Lettura, nel Teatro e dovunque esso si presenti. Ma quello che dà a Trevi addirittura una vita nuova e l'acquedotto del Clitunno, che porta a noi abbondantissime acque, tanto abbondanti che il nostro Podestà, Dott. Cav. Filippo Dominici, ne ha potuto cedere al Comune di Montefalco per le Frazioni di Fabbri, S. Luca, Madonna della Stella, Fratta, tutti luoghi questi, a cui si può facilmente accedere da Trevi ed ognuno dei quali può esser meta di splendide passeggiate ricreative. Luogo di amena dimora o di lieta villeggiatura adunque è Trevi, e le sue Autorità ed i suoi Cittadini saranno sempre felici di poter ospitare tutti coloro che vogliono, quassù, tra noi, ritemprare le proprie forze e le proprie energie per nuove attività e per nuove conquiste. Sac. D. AURELIO BONACA.
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Notizie pratiche - Dati statistici
PROVINCIA di Perugia - MANDAMENTO di Spoleto - ARCHIDIOCESI di Spoleto. ALTEZZA s. l. m., m. 425. SUPERFICIE del territorio del Comune Kmq. 72. POPOLAZIONE, secondo l'ultimo censimento, ab. 6401. STAZIONE FERROVIARIA: Km. 4.400. E' unita al centro della Città da regolare servizio automobilistico. DISTANZA DAL CAPOLUOGO DI PROVINCIA: Km. 44. FRAZIONI (14): Borgo di Trevi - Matigge - S. Maria in Valle - Parrano - Ponze - Manciano - Coste - Cannaiola - S. Lorenzo - Picciche - Bovara - Pigge - Pietrarossa - Casco dell'Acqua. STRADE COMUNALI: Oltre settanta chilometri lineari. PODESTA': Dott. Cav. Filippo Dominici, nato il 24 novembre 1883, dottore in Chimica, di distinta famiglia trevana. E' Tenente del Genio e fascista dal 1923. Il 21 settembre 1924 fu nominato Sindaco ed il 24 marzo 1927 Podestà; da sette anni adunque presiede all'Amministrazione della Città. Con grande passione seguì la costruzione del grandioso acquedotto del Clitunno, che dà acqua potabile a tutto il Comune. DELEGATO PODESTARILE: Cav. Leobino Gori, industriale. E' anche attivissimo Presidente della Congregazione di Carità. Risiede in Borgo di Trevi. M. V. S. N.: Sede in Piazza Vittorio Emanuele - Centurione: Guido Befani.MUNICIPIO: Piazza Vittorio Emanuele. SEGRETARIO CAPO: Avv. Ferdinando Di Giacomo. APPLICATI COMUNALI: Brunelli Giuseppe e Befani Sabatino. IMPIEGATO DI STATO CIVILE: Sebastiani Antonio. UFFICIALE SANITARIO: Dott. Gaetano Perelli. AZIENDA AUTONOMA DI ELETTRICITA': Si sviluppa in una linea di Km. 61, fornendo energia anche a tutte le Frazioni del Comune. UFFICIO TECNICO COMUNALE: Geom. Francesco Francesconi. DAZIO: Gestito direttamente dal Comune. GUARDIE COMUNALI: Stamperini Pietro, capo - Falasca Salvatore. NUOVO ACQUEDOTTO: Direzione: Ufficio Tecnico Comunale. VECCHIO Acquedotto: Direzione: Ufficio Tecnico Comunale (Tutti questi Uffici hanno sede nel Palazzo Comunale). ESATTORE: Dott. Alfredo Francesconi, Via Roma. REGIA PRETURA: Piazza V. E. (Palazzo proprio) - Pretore: Avv. Cav. Colasurdo Vittorino - Cancelliere: Cav. Vincenzo Pece. GIUDICE CONCILIATORE: Piazza V. E. |
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(Palazzo della Pretura) - Giudice: Avv. Benedetti Cesare. UFFICIO FORESTALE: Piazza V. E. - Militi: Mezzasoma Marsilio e Bucci Attilio. COMANDO STAZIONE RR. CC.: Via T. Natalucci - Maresciallo: Marchei Giuseppe. CARCERI: Via Minghetti. DIREZIONE SCUOLE ELEMENTARI: Piazza Garibaldi, Edificio Scolastico - Prof. Giuseppe Palladino, residente in Spoleto. ISPETTORATO MONUMENTI E SCAVI E BIBLIOGRAFICO: Palazzo Valenti - Conte Dott. Coram. Tommaso Valenti. POSTE E TELEGRAFI: Ufficio del Capoluogo in Piazza V. E. - Titolare Livini Giuseppe - Ufficio in Borgo di Trevi: Titolare Vicarelli Annita.TELEFONI: T.I.M.O. - Cabina Centrale in Borgo di Trevi - Cabina del Capoluogo in Piazza V. E. - Telefonista: Marianucci Giulia. Tutte le Frazioni del Comune sono collegate col Capoluogo per mezzo del Telefono Automatico. VICARIO FORANEO: Presso la Perinsigne Collegiata di S. Emiliano: D. Francesco Peticchi. AFFISSIONI: Pietrolato [Pietrolati] Angelo, valletto comunale. ARTICOLI DA CACCIA: Giovannini Vincenzo, Via Roma. AGENZIE DI ASSICURAZIONE: Riunione Adriatica di Sicurtà: Falasca Salvatore - Società Reale di Torino: Stemperini Pietro - La Cattolica di Verona: Loretoni Paolo - Istituto Nazionale delle Assicurazioni: Marcelloni Fausto. AGENZIA GIORNALISTICA: Sebastiani Antonio, Piazza V. E. AGENZIA DELLA SOC. ITALIANA DEGLI AUTORI: Marcelloni Fausto, Via Zappelli. AGENTI DI CAMPAGNA: Berretta Gaetano e Bettini Guido. ASSOCIAZIONI: Associazione Nazionale Mutilati: Presid.: Befani Sabatino - Associazione Nazionale Combattenti: Presid.: Elefante Ferdinando, colonnello - Società Trevana di Storia Patria: Presid.: Conte Dott. Tommaso Valenti - Società di S. Antonio: Presid.: Bonaca Gualtiero - Società dei Cacciatori: Presid.: Zappelli Ferdinando. SEZIONE DI TIRO A SEGNO NAZIONALE: Presid.: Centurione Guido Befani. ARCHIVI: Archivio Comunale delle tre chiavi, Municipio - Archivio dello Stato Civile, Municipio - Archivio Notarile, Palazzo Municipale - Archivio Giudiziario, Pretura - Archivio Ecclesiastico, Collegiata di S. Emiliano. APPARECCHI RADIO (Rappresentanze): Marcelloni Carlo, Via Roma. ALBERGHI: Maggiolini Giovanni, Via Roma - Mandoloni Palmazio in Borgo di Trevi. APICOLTURA: Frati Minori Francescani di 5. Martino - Bartolini Augusto - Francesconi Alfredo - Zappelli Ferdinando. BANCHE: Banca Popolare Cooperativa di Spoleto: Agenzia di Trevi, Piazza V. E., Cav. Pagliochini Giacomo - Cassa di Risparmio di Foligno: Agenzia in Borgo di Trevi, Dott. Alfredo Francesconi. BANDA DEL DOPOLAVORO: Direttore: Cerquiglini Emiliano. BIBLIOTECHE: Biblioteca Circolante « Augusto Ciuffelli », Palazzo delle Scuole. CAFFE', PASTICCERIE, LIQUORERIE: Maggiolini Giovanni, Piazza del Teatro - Pattofatto Ettore, Via Roma - Befani Guido Via S. Francesco - Belli Chiara Ved. Maurizi, Piazza V. E. - Scaringi Giuseppe, Borgo di Trevi - Mandoloni Palmazio, Borgo di Trevi. CEMENTISTI: Cardinali Alessandro, Via S. Francesco. COPISTERIA A MACCHINA: Merli Caterina. CARTOLERIA: Sebastiani Apollonia, Piazza V. E. CIRCOLO DI RICREAZIONE: Circolo di lettura, Piazza V. E
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CALZOLERIE: Gasperi [Gasperini] Antonio - Marcelloni Alessandro - Cerquiglini Raniero - Marianucci Giuseppe. CONSORZI E BONIFICHE: Consorzio delle Acque e del Clitunno, Piazza V. E. - Bonificazione Umbra, Piazza V. E.CAPOMASTRI MURATORI: Zenobi Dario - Ribechi Giuseppe. CASE RELIGIOSE MASCHILI: Minori Francescani della Provincia di S. Chiara, Convento di S. Martino. CASE RELIGIOSE FEMMINILI: Monache Benedettine di S. Lucia, Via del Crocefisso . Monache Clarisse di S. Chiara, Via della Piaggia.- Maestre Pie Filippini, Orfanotrofio - Suore della Sacra Famiglia, Ospedale di Trevi ed Asilo Infantile della Frazione di Cannaiola.DROGHERIE: Belli Chiara Ved. Maurizi, Piazza V. E. - Pattofatto Ettore, Via Roma - Giovannini Maria, Via Salvatore Zappelli - Antonini Giuseppe, Via della Piaggia. ELETTRICISTI: Azienda impianto elettrico, Municipio - Marcelloni Carlo, Via Roma - Argenti Pompilio, Piazza V. E. EBANISTI E FALEGNAMI: Vincenzo Ottavi, Via del Duomo - Listanti Ernesto, Via Minghetti - Fioretti Carlo, Via della Piaggia - Baldacci Eriberto, Viale Mons. Antonino Fantusati - Bersiani Lisandro, Porta del Cieco - Fioretti Federico, Borgo di Trevi. FORNI: Giuliani Vincenzo, Viale Virgilio Lucarini - Zenobi Leopoldo, Via Dogali. FARMACIA: Dott. Fattori Carlo, Via Roma. FORNACI DI CALCE: Rogo Egidio in Colle Basso. FOTOGRAFO: Scaringi Nazzareno, Via della Campana. MOLINO IDRAULICO A CILINDRI in Faustana di Trevi: Fratelli Cav. Nello ed Emilio Bonaca. MOLINI A PALMENTI: Francesconi Alfredo in Trevi - Francesconi Guglielmo in Frazione Casco dell'Acqua - Fratelli Bonaca in Faustana. PASTE ALIMENTARI: Pastificio in Borgo di Trevi, Ernesto Bonaca. LEGNAMI E SEGHERIE: Fioretti Carlo, Via della Piaggia - Fioretti Federico in Borgo di Trevi. LEGATORI DI LIBRI: Scaringi Nazzareno, Via della Campana. OLEIFICI: Valenti - Meloni - Natalucci - Ubaldi - Checcarelli - Francesconi - Zappelli -Valentini - Cesqui - Natalini - Mantucci - Petessi - Martinez - Carletti - Bonaca - Bartolini. MACELLERIE: Magrini Giuditta, Viale V. Lucarini - Baiocco Carlo, Via Roma - Magrini Domenico, Via Salvatore Zappelli. CARNI SUINE: Maurizi Antonio, Via Salvatore Zappelli - Baiocco Domenico, Via Roma - Pontelli Guglielmo, Via Monghetti [Minghetti]. OFFICINE MECCANICHE: Onori Paolo, Via Salvatore Zappelli - Serafini Vincenzo, Via delle Carceri - Giannantoni Mario, Borgo di Trevi. OLII E VINI: Amministrazioni Natalucci - Meloni - Bonaca - Martinez - Valenti - Francesconi - Zappelli - Petrucci - Mantucci - Società Commerciale. STOFFE: Giovannini Vincenzo, Via Roma - Grifoni Stanislao. Via Roma - Breccioni Giuseppe, Via Roma - Marioli Margherita, Viale Lucarini. SINDACATO AGRARIO: Borgo di Trevi. SOCIETA' COMMERCIALE: Parrano di Trevi. TARTUFI: Partenzi Domenico e D'Atanasio Sabatino in Costa [Coste] di Trevi. TIPOGRAFIA: Tipogr. Economica, Viale Mons. Antonino Fantusati. ISTITUTI DI ASSISTENZA E BENEFICENZA PUBBLICA: Congregazione di Carità, Piazza Garibaldi, Presid.: Cav. Leobino Gori - Ospedale Umberto I, Direttore: Dott. Gaetano Perelli - Superiora: Suor Raffaela Cafardi delle Suore della Sacra Famiglia - Orfanotrofio Femminile, Via del Duomo, Direttrice Suor Anna Grilli delle Maestre Pie Filippini. - Ospizio Carlo Amici per gli Invalidi: Annesso all'Ospedale - Giardino d'Infanzia, Via Cavour, Direttrice: Maria Merli - Asilo Infantile A. Marconi; In frazione di Bovara, istituito dal Parroco D. Gennaro Del Gaudio - Asilo |
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Infantile: In frazione di Cannaiola, istituito dai Parroco D. Bernardino Sperandio. ISTITUTI DI EDUCAZIONE E ISTITUTI DI ISTRUZIONE: Collegio Lucarini, Dirett. Prof. D. Gerolamo Chiappe dei Salesiani del Beato D. Bosco - Ginnasio ed Istituto Tecnico, Collegio Lucarini - Laboratorio Femminile, Mastre Pie Filippini. LATERIZI: Cav. Leobino Gori in Borgo di Trevi. LEVATRICI: Senni Daria. MUSEI, GALLERIE, ANTICHITA': Pinacoteca comunale, Palazzo Comunale - Chiesa di S. Francesco, Sec. XIII, Via S. Francesco - Chiesa di S. Emiliano, Via del Duomo - Palazzo Valenti, Sec. XVI, con museo di scultura, Pinacoteca ed Archivio - Chiesa di San Giovanni Decollato, Via Roma - Palazzo Carrara-Rodiani, Sec. XVI, Piazza Garibaldi - S. Pietro a Pettine, Sec. XIII, in frazione di Parrano - Pietrarossa, in frazione omonima - Madonna delle Lacrime, Sec. XV, Strada Nuova. ORTICOLTURA: Ha un grande sviluppo nei pressi della Stazione Ferroviaria; rinomati sono i sedani di Trevi, le brassicacee, ecc. PARROCCHIE: Perinsigne Collegiata di S. Emiliano, Priore D. Francesco Peticchi - Priorato di S. Croce, Vacante. AVVOCATI: Elefante Augusto - Merli Giuseppe. GEOMETRI: Francesconi Francesco, Via Cavour - Natalini Leonangelo in Frazione Bovara - Bartolomei Adelmo, Parrano. MEDICI CHIRURGI: Dott. Cav. Bartali Ugo, Viale V. Lucarini - Dott. Gaetano Perelli, Via S. Francesco. NOTAI: Cav. Misici Vincenzo. Via Salvatore Zappelli. PARRUCCHIERI: Pera Luigi, Piazza V. E. - Marianucci Antonio, Piazza V. E. - Baldacci Italo, Piazza V. E. - Brunelli Giulio Via Roma. VETERINARIO: Dott. Diotallevi Salvatore, Viale Mons. Antonino Fantusati. GIOIELLIERI-OREFICI: Lorenzo Pasquali, Via Roma. OROLOGIAI: Marcelloni Carlo, Via Roma - Tabarrini Decio, Via Roma. SINDACATI FASCISTI E LORO SEGRETARI: Direttorio del Fascio, Cav. Nello Bonaca - Fascio Femminile, Sig.ra Angelina Bonaca - Sindacato Intellettuali, Cav. Giulio Cerquiglini - Sindacato del Commercio, Befani Guido - Sindacato Agricoltori, Emilio Bonaca - Sindacato Operai, Cav. Giulio Cerquiglini -Dopolavoro, Antonio Sebastiani. STABILIMENTO ITTIOLOGICO: Ministero Economia Nazionale - Fiume Clitunno, presso Emilio Bonaca in Faustana di Trevi. TRATTORIE: Maggiolini Giovanni, Via Roma - Barbini Cesare, Via Dogali - Carletti Eugenio, Via del Duomo - Mandoloni Palmazio, Borgo di Trevi. TEATRI: Teatro Clitunno. TURISMO: Società Sportiva Trevana - Campo Polisportivo. TRASPORTI: Servizio Automobilistico Tremi-Stazione, Befani Guido - Noleggio Automobili: Maggiolini Giovanni - Carelli Luigi - Mandoloni Egisto - Emporio Ciclistico: De Angelis Angelo in Borgo di Trevi - Fornitura Benzina: Giovannini Vincenzo, Piazza Garibaldi - Sindacato Agrario in Borgo di Trevi - Mandoloni Palmazio in Borgo di Trevi.FESTE LOCALI: S. Emiliano Vescovo, Patrono della Città, 28 gennaio. FIERE: 29 gennaio, Fiera di S. Emiliano - Primo giovedì di febbraio - Primo lunedì di marzo - Primo giovedì di aprile e di maggio - Primo giovedì di giugno - Fiera in Borgo di Trevi - 24 giugno, Fiera di S. Giovanni per sole merci e commestibili in Frazione di Pietrarossa - Primo giovedì di luglio, Borgo di Trevi - 5 agosto, Fiera della Madonna della Neve - Primo lunedì di settembre, Fiera di S. Egidio in Borgo di Trevi. MERCATI: Tutti i giovedì di ottobre: sono mercati rinomati in tutta l'Umbria - Primo giovedì di novembre e primo giovedì di dicembre. XILOGRAFIE: Carelli Raimondo, artista trevano |
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2a pagina di copertina |
Collegio Salesiano Lucarini - TREVI STAZIONE CLIMATICA ESTIVA A 425 m. s. m.
Scuole Elementari e Medie Inferiori
La
città di Trevi sorge a metri 425 sul livello del mare. |
Educazione ed istruzione. I. - L'educazione impartita nell'Istituto ha per fondamento la Religione e mira a dare alla famiglia figliuoli affezionati, alla società ed alla patria buoni cristiani ed onesti cittadini. 2. - I superiori secondo il sistema educativo del B. D. Bosco si studiano d'inspirare negli alunni l'amore al dovere con i consigli, con la persuasione e con l'esempio, e di prevenire le mancanze con l'assidua ed amorevole vigilanza. 3. - L'urbanità viene promossa con ogni cura ed anche con apposita scuola. 4. - All'educazione fisica si provvede con la scuola regolare, con le frequenti ricreazioni all'aria libera, con gíuochi svariati, con passeggiate e con l'osservanza di quanto prescrive l'igiene. 5. - Nell'Istituto vi sono le classi quarta e quinta elementare, le scuole ginnasiali e l'istituto tecnico inferiore. Le scuole sono legalmente approvate e l'insegnamento è impartito in conformità delle leggi e dei regolamenti scolastici vigenti. 6. - E' per tutti obbligatoria l'istruzione religiosa. 7. - Nell'Istituto è in vigore il regolamento dettato dallo stesso Beato D. Bosco |
3a pagina di copertina |
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4a pagina di copertina |
Ospedale Civile
Umberto 1° Corsie ampie e bene areate Camere a pagamento
Ambulatorio tutti i giorni dalle 9 alle 12
BAGNI - CURE ELETTRICHE Chirurgo operatore - Prof. Comm. Dominici Leonardo Direttore della Clinica Chirurgica della R. Università di Perugia Medico Primario Direttore - Dott. Perelli Gaetano - (Tel. 9-02 ) |
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