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La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime 7
PRIME TRATTATIVE PER LA
COSTRUZIONE DELLA
CHIESA |
(Tommaso Valenti, La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime, Roma, Descl�e, 1928 - pagg. da 48 a 54) [ I numeri in grassetto tra parentesi acute < > indicano le pagine del volume originale. Le parole divise a fine pagina sono trascritte interamente nella pagina in cui iniziano] |
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Modesti, come è facile imaginare, furono gl'inizi della nostra chiesa. Pochi giorni dopo il miracolo delle «lagrime» — e cioè il 17 di Agosto 1485 — fu incominciata la cappella della Madonna: «Die 17 dicti mensis — Fo comenzata la cappella alla dicta figura» scrive il cronista Mugnoni. Quasi certamente la primitiva cappella fu di legname; o, se fu in muratura, dovette essere ben poca e misera cosa, se quattro giorni dopo — cioè il 21 Agosto — vi si potè celebrare la prima messa, come già ho accennato. É certo, però, che, in seguito, la cappella fu solidamente costruita in muratura, tantoché il 26 Luglio del 1486 uno dei devoti, cioè Pierfrancesco Lucarini, poté contribuire alla spesa di un «ornamento de prete (pietre) lavorate» che, a dire del Mugnoni, fu posto «alla imagine de Santa Maria de lagrime». E in un documento pontificio del 1486, che tra poco rammenterò, si dice che laggiù si era già incominciato a costruire un oratorio. Ciò dimostra — e i documenti lo confermano — che fino dai primi mesi dopo il miracolo, sorse nell'animo dei trevani il desiderio di erigere un tempio in onore della Madonna, manifestatasi in modo così meraviglioso ai loro occhi devoti. Della futura fabbrica, infatti, s'incomincia già a parlare fino dal 12 Ottobre del 1485, Poiché in quel giorno, adunatisi gli uomini addetti alla pia opera della Madonna delle Lagrime, presso la cappella recentemente costruita. nominarono gli «operarii» o «santenses» i
<49> E sollecita fu l'opera degli incaricati, che subito si misero alla ricerca di un architetto per la chiesa da erigersi. Infatti, il 27 Novembre 1485 si tenne un'importante adunanza. Nella sala minore del palazzo dei Priori convennero due di essi, cioè ser Francesco di Pietro Cozi e Tommaso Del Fabbro. Il terzo priore — Bartolomeo Luchitti — non poté intervenire, perché — ci dice il solerte segretario, nel suo verbale, come a scusarne l'assenza — era dovuto tornare in campagna, a cagione di certi soldati di passaggio, ai bisogni dei quali esso, che ne era stato nominato «soprastante», doveva provvedere. E di quali soldati o armigeri si trattasse, ce lo dice il Mugnoni nella sua cronaca. Erano gli uomini di Roberto di Sanseverino, capitano della Chiesa, che andava contro il re di Napoli, per conto del papa Innocenzo VIII. Ma non vorrei divagare. * * * Tornando, dunque, all'argomento di quell'adunanza, dirò che ad essa, oltre i due priori, intervennero nove degli addetti alla «chiesa della Madonna delle Lagrime». Si noti che già si parla di una «chiesa», quantunque non ancora edificata. Gli adunati chiamarono tra loro Francesco da Pietrasanta, per parlare con lui della fabbrica da farsi. Ed esso si rimise al parere dei tre presenti, cioè Gregorio di Tommaso Petroni, Natimbene Valenti. ambedue dottori in legge, e Bartolomeo Lucarini. Il Francesco da Pietrasanta presentò agli adunati il disegno della chiesa e la conclusione fu che ai tre sunnominati si desse la facoltà di trattare con lui per l'esecuzione dei lavori o con chiunque altro avesse offerto migliori condizioni. E ciò che quei tre avessero concluso, fosse valido e fermo, come se deliberato dall'intera adunanza. * * * Interesserebbe assai per la storia della nostra chiesa avere precise notizie di questo architetto, al quale i trevani si rivolsero. Ma di lui sappiamo assai poco, quantunque esso abbia dimorato a lungo ________________________ (1) Archivio delle 3 chiavi N. 155 f. 16t.
<50> Ma il da Pietrasanta fu disgraziato in quel lavoro. Poiché ai 18 d'Agosto di quello stesso anno i fuorusciti di Gualdo Cattaneo vollero riprendere possesso del paese, d'accordo coi Baglioni di Perugia. Ne nacque una delle tante guerre civili che erano una delle piaghe del tempo, e in quella mischia — pare sulla strada di Bevagna — Francesco da Pietrasanta fu ucciso con alcuni fanti folignati (2). Doveva, certo trattarsi di artista di valore; e l'avere i trevani posto gli occhi su di lui, ci dimostra com'essi avessero in animo di fare cosa nobile e bella. Ma non a lui doveva toccare la fortuna di dare a Trevi un nuovo saggio dell'arte di quei tempi. Dobbiamo, perciò, credere che presto e per ragioni sconosciute venissero abbandonate le pratiche con esso iniziate. Vivo, però, e sollecito era il desiderio dei trevani di vedere sorgere presto il nuovo edificio. Onde è che di lì a poco altre trattative furono aperte con diversi architetti; ma quali essi fossero non sappiamo.
* * * Mentre, però. fervevano le trattative con costoro, gli uomini della «Società della Madonna delle Latgrime» non perdevano il loro tempo. E poiché — o con l'uno o cori l'altro degli artisti — l'opera, si sarebbe certamente e presto iniziata, diedero mano ai preparativi. Il 15 Aprile 1436 (3) undici degli «operai» adunatisi, si divisero tra ________________________ (1) P. Giuseppe Fratini. Storie della basilica e del convento di S. Francesco d'Assisi. Prato, Guasti, 1882, pag. 272. In una recensione che dell'opera del Fratini scrisse Giuseppe Mazzatinti, il da Pietrasanta è chiamato erroneamente «Jacopo». Cfr. Archivio storico per le Marche e per l'Uiabria Vol. 1. Fasc. 1. Foligno, 1884, pag. 114. (2) Cfr: �Annali di Ser Francesco Mugnoni da Trevi, Perugia, Tip. Cooperativa, 1921, pag. 140, n. 1. (3) Archivio delle 3 chiavi. N. 155.F. 39t.
Un ser Moscone doveva incaricarsi della provvista dei mattoni. Poco dopo,
cioè il 10 Settembre 1486, si deliberava di dare a cottimo la fornace per la
calce (1). E intanto si continuavano le ricerche di artisti, che avessero
voluto assumere l'impegno della costruzione della chiesa. Poiché i nostri
avi agivano, come sempre, assai prudentemente; e, prima di decidersi per la
scelta, trattandosi di cosa che doveva durare nei secoli, vollero sentire il
parere di molti, e di molti avere le offerte e le proposte. Quante e quali
queste fossero noi non sappiamo. Ma è certo che ve ne furono e molte e
diverse, poiché così è detto nel documento di cui ora verrò a parlare.
* * *
Il 2 giugno 1486 (2) nel palazzo comunale si adunarono: i priori,
l'anteposto, nove dei componenti la «società» della Madonna delle Lagrime;
cioè: il conte, dottore e cavaliere Nicolò Leli,
Gregorio di Tommaso Petroni, dottore in legge, Gregorio di ser Giovanni,
giurista anche lui, Pierfrancesco e Bartolomeo Lucarini, ser Giovanni
Valenti, Bartolomeo di Ser Giacomo, ser Guido Antonio di ser Antonio e
Bartolomeo di Bartolo.
Si discusse a lungo sul da farsi circa la fabbrica della chiesa. Si
rammentarono le molte precedenti trattative con diversi �maestri�; finch�,
sentiti i loro pareri, viste le loro offerte, si concluse che le migliori
proposte erano quelle fatte da M�. Sante di Giovanni, da Settignano. A lui,
dunque, presente ed accettante, fu data a cottimo la costruzione dei muri e
delle v�lte.
Le misure fissate furono:
lunghezza interna: 43 �piedi di pertica a misura trevana�
larghezza "
17 "
" "
"
spessore dei muri : piedi 3 e l/2
altezza da stabilirsi in seguito.
Le condizioni del contratto furono queste: il comune e la �societ� delle
�Lagrime� dovranno provvedere tutto l'occorrente, compresa
____________________________
(1) Archivio delle 3 chiavi. N. 155, f. 49t.
(2) Archivio delle 3 chiavi N. 155, f. 12,
M�. Sante accetta di fare tutto ci� al prezzo di 17 �libre di denaro la pertica�, misurando il vuoto per pieno. A questo punto due dei presenti, Gregorio Petroni e ser Giovanni Valenti, propongono che non si stabilisca pi� sin da quel momento lo spessore dei muri, quantunque gi� fissato. E cos� rimane convenuto. Sulla sommit� dei muri l'appaltatore dovr� piantare le v�lte �in bona et pulchra forma� sulle crociere o lunette di mattoni, dati sul posto dalla �societ�; coi peducci delle v�lte bene �accomodati�, come al maestro sembrer� meglio, per il prezzo di 7 �bolognini� al �piede di pertica�, in quadro, misurato sulla faccia esterna delle v�lte. E la �societ� dar� anche il legname per le armature ed altro. E quando M�. Sante coi suoi muratori verr� per dar principio al lavoro, gli si anticiperanno 24 �fiorini� per venir campando la vita. Si vede che non liete erano le condizioni economiche di questi �maestri�, che pur venivano di lontano e conoscevano a fondo l'arte loro! Il pagamento si far� di tempo, in tempo, secondo il lavoro ed il merito. Ma in mano della �societ� rimarranno sempre 25 �fiorini�, fino ad opera compiuta, a garanzia dal contratto. Dell'atto fu rogato Giuliano di Quirico Pellegrini, da Capranica, cancelliere del comune, e testimoni furono Gaspare di Pierpaolo, da Spoleto e �mercenarius�; Melchiorre di Gaspare, da Manciano, Marino di Giovanni, da Pettino e Paolo di Gaspare, dalle Coste. Queste due ultime localit� erano frazioni del nostro comune, che conservano ancora l'antica denominazione. Ma neanche questo contratto doveva avere effetto: il perch� non sappiamo. Certo � che esso fu annullato pi� tardi, il 27 Marzo 1487, come vedremo, col consenso delle parti. E il cancelliere del
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* * *
Di questa interruzione delle trattative profittarono gli uomini della,
�societ� per provvedere a cosa, sulla quale fino allora non avevano
deliberato. �
chiaro che, dopo il progetto di costruzione convenuto con M�. Sante di
Giovanni, e dopo stabilite le misure della chiesa, essi si persuasero non
essere sufficiente lo spazio che avevano disponibile intorno alla cappella;
onde era necessario allargarsi.
Ma il terreno l� presso apparteneva alla chiesa di
S. Costanzo, dipendente dall'abbazia, di S. Pietro di Bovara,
allora tenuta in commenda dall'abate Tommaso di Francesco Valenti. Era,
perci�, necessario avere l'autorizzazione dal pontefice per la vendita. E il
Papa Innocenzo VIII, nel suo breve del 16 Settembre 1486, indirizzato
all'abate commendatario di S. Pietro di Bovara ed al priore di S. Emiliano
di Trevi, dice che volendo il comune ed il popolo di Trevi ampliare il
terreno, dove gi� si era incominciato a costruire una cappella in onore
della Madonna, e ci� in vista della probabilit� di edificare un monastero,
per il quale si richiedeva spazio sufficiente per l'abitazione, per l'orto
ed altro, d� licenza all'abate di Bovara, assistito dal priore di S.
Emiliano, come commissario del papa, di vendere o permutare il terreno
richiesto, previa perizia dei competenti e purch� il prezzo venga rinvestito
in altri e migliori terreni (1).
In virt� di questo breve D. Costantino di Continello Lucarini rettore e
procuratore della chiesa di S. Costanzo, stipulava l'atto di vendita con ser
Antonio di Guidantonio, sindaco e procuratore del comune e col consenso del
suddetto abbate Tommaso Valenti e del priore di S. Emiliano, D. Marcello di
Piermartino Petroni. Il terreno era presso la cappella della Madonna delle
Lagrime, in vocabolo �la Costarella�, confinante con la strada e i beni
degli eredi di Marco Mascioli e di Emilianuccio e Tommaso Paseucci. Per la
stima furono un perito e quattro probiviri, per parte del comune e
dell'opera della Madonna, in confronto del rettore di S. Costanzo. La
superficie totale era di �stari� 11, �pugilli 5, �oncie� 2, Il prezzo
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(1) Archivio delle3 chiavi, N, 155, f, 14t,
Mi si perdonino questi minuti particolari, pensando che da questi incomincia la storia, la vita, direi quasi, di questa nostra ammirabile chiesa che sul terreno cos� acquistato, sorse maestosa. Oltre di che, a chi voglia trarne deduzioni, questi dati e queste cifre sono un indice del valore dei terreni, in quei tempi lontani.
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(Tommaso Valenti, La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime, Roma, Descl�e, 1928� pagg. da 48 a 54) |
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