MUSEO DELLA CIVILTA' DELL'OLIVO |
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I Profumi di Cipro 23 giugno - 12 novembre 2006
VISITA AL CANTIERE DI SCAVO- Cipro, 4ottobre 2006
SEZ. DIDATTICA Perché museo della CIVILTA’ dell’ulivo? - la condizione essenziale per l’esistenza dell’olivicoltura è la civiltà (società stabile sia politicamente, che economicamente, perché questo tipo di coltura richiede conoscenze botaniche complesse e tempo). - LE POPOLAZIONI NOMADI NON COLTIVANO L’ULIVO. Nascita e storia dell’olivo domestico: - neolitico (nuova pietra = pietra levigata) – era quaternaria- olocene -, per la precisione nell’ENEOLITICO, che è l’ultima parte del neolitico, ovvero nell’età del rame 6.000 anni fa (età dei metalli, che si divide in 1. età del rame 2. età del bronzo, che si ottiene da una fusione del rame con lo stagno - 3. età del ferro) Storia dell’olivo domestico: 1. nasce nel 4.000 a.c., in Siria (altopiano iraniano- i più antichi resti ritrovati di un frantoio: Palestina), tra civiltà come gli egiziani (unguenti profumati), babilonesi (codice Hammurabi) e FENICI, grandi navigatori, saranno loro difatti a diffondere la coltura dell’olivo in tutto il “mare nostrum”- mar mediterraneo. 2. IV secolo a.c. saranno i Greci (l’Attica antica) a portare in Italia (Sicilia) la coltura olivicola, (con il mito di Aristeo, dio fenicio che insegnò la coltivazione dell’olivo e l’estrazione dell'olio). Le antiche civiltà attribuivano a leggende e miti la nascita della pianta dell’olivo, ad esempio in Grecia, la nascita del primo olivo è affidata alla leggenda mitologica della gara fra Athena (Minerva dei romani) e Poseidone (Nettuno dei romani) sul possesso dell’Attica antica- Grecia antica- che aveva come giudice Zeus (Giove dei romani), padre di Athena. La gara sarebbe stata vinta da chi fra i due contendenti avrebbe creato la cosa più utile: Poseidone creò il cavallo, simbolo della guerra e Athena creò la pianta dell’olivo il cui frutto era ed è di fondamentale importanza, quindi simbolo di pace. La gara fu vinta da Athena dalla quale deriva il nome della capitale greca di Atene; l’episodio mitologico acquisì una tale importanza che Fidia (architetto) lo incise nel fregio del Parthenone. 3. prima dei Romani, l’olivicoltura (e la viticoltura) fu incrementata e diffusa, su aree meno vaste, dagli Etruschi 4. Romani: i romani furono i primi che diffusero in maniera capillare la coltura dell’olivo, fino a raggiungere la Gallia, la Spagna e il Portogallo, oltre che incrementare il commercio dell’olio; furono anche i primi a fare una classificazione delle varie cultivar (culty var = varietà coltivate), ne individuarono 10 tipi (oggi ne esistono solo in Italia 700) questa classificazione partiva dall’olio migliore ottenuto dall’oliva verde al peggiore (quello di sansa) che veniva dato agli schiavi.
Le popolazioni antiche, come ad esempio i greci, usavano cingere il capo dei vincitori (olimpiadi) con ramoscelli d’oliva, addirittura ai vincitori di gare sportive oltre la corona con foglie d’olivo, veniva donata anche un’ampolla contenente olio d’oliva. Curiosità storica - mitologica: Come è avvenuto il passaggio tra l’utilizzo della corona d’olivo alla corona d’alloro? 27 a.c - dal punto di vista storico, avviene durante la guerra civile, per il nuovo assetto politico e di potere dei territori conquistati da Roma. Marcantonio aveva scelto come protettore DIONISIO – Bacco- e Cesare Ottaviano aveva scelto come protettore APOLLO – Febo- che rappresentava la chiarezza intellettuale, l’ordine, in netta contrapposizione con Dionisio. Quindi si presume che per questo s’inizia, sotto Cesare Ottaviano, a cingere il capo degli eroi e dei vincitori con la corona di alloro come segno di gloria e di culto verso il dio Apollo. Questo culto deriva dalla leggenda mitologica di Apollo e Dafne (una ninfa, cioè divinità inferiori che personificavano diversi aspetti della natura), figlia di GEA – la terra: Apollo uccide un pitone e poi si va a vantare con Eros (Cupido, il più giovane degli dei), dicendogli che lui non sarà mai capace di compiere una tale azione. Eros offeso, decide di vendicarsi e costruisce due frecce, una dorata che fa’ nascere l’amore e l’altra di piombo che fa respingere l’amore ricevuto. La freccia d’oro la lancia nel cuore di Apollo e la freccia di piombo la lancia nel cuore di Dafne, quindi che succede? Apollo va a cercare Dafne fra i boschi e Dafne appena lo vede si spaventa terribilmente e comincia a correre per sfuggirgli, inizia dunque la folle rincorsa di Apollo nei confronti di Dafne, che vedendoselo sempre dietro, terrorizzata prega sua madre (Gea), di mutarle l’aspetto in maniera da non essere riconosciuta; la madre esaudisce la preghiera della figlia e la trasforma in un forte albero di nome LAURO, dal greco Dafne = Lauro. La trasformazione avviene sotto gli occhi di Apollo che assiste alla scena, il dio disperato e sconfitto proclama che la pianta d’alloro sarebbe stata sacra al suo culto e segno di gloria. 5. nel MEDIOEVO c’è un periodo di crisi per la coltivazione dell’olivo. Nel 476 d.c. fine dell’impero romano e invasioni barbariche, le popolazioni, si nascondono dentro le mura dei castelli e delle curtis, viene abbandonata la coltivazione dell’olivo per sostituirla con la quercia che da cibo ai maiali, da più legno e infoltisce i boschi fonte di sopravvivenza in quel periodo. La coltura dell’olivo sopravvive solo grazie ai monaci che all’interno delle mura dei loro monasteri continuano a produrre olio soprattutto per i riti religiosi e per i Signori, tramandando le conoscenze colturali dell’estrazione dell’olio. ANEDDOTO di S. CHIARA: essendo un giorno finito l’olio alle ancelle di Cristo, al punto che non ce n’era nemmeno per le ammalate. Chiara prese un vaso e lo posò sopra un muretto e poco dopo quando lo riandò a riprendere lo trovò colmo di olio. 6. RINASCIMENTO: mito della città ideale, della qualità della vita. Paesaggio caratteristico: la ricchezza delle piante di olivo appena fuori le mura. Ci sono molti riferimenti nella pittura e molte miniature, che spiegano la raccolta e l’estrazione dell’olio. 7. crisi nel 1600, sotto la dominazione spagnola c’è un notevole aumento delle tasse sulla produzione di olio d’oliva 8. nel 1700, cade la dominazione spagnola e le conseguenti tasse e quindi c’è una ripresa della produzione di olio 9. fine 1800 e inizi 1900, assistiamo ad una nuova crisi nella produzione olivicola, derivante dal fatto che aumenta l’emigrazione verso altri paesi e quindi c’è un calo di mano d’opera. 10. OGGI, l’olio d’oliva attraversa un vero rinascimento della sua produzione, della sua diffusione (trapianto di alberi di olivo in Cina), della sua qualità (DOP = denominazione d’origine protetta)e della sua CONOSCENZA ( proprietà mediche- curative e dieta mediterranea).
IMPORTANZA DELL’OLIO NELLA RELIGIONE CRISTIANA:
ALTRI RIFERIMENTI simbolici :
L’ulivo NELLA PITTURA:
BOTANICA
COMPOSIZIONE DELL’ALBERO:
la drupa NON è buona da mangiare, è amarissima, per farlo bisogna metterla nella soda o farla stare al buio e cucinarla con arancio, finocchio e aglio. FASI DEL CICLO VITALE DELL’ULIVO:
4. autunno/ inverno:maturazione/invaiatura (settembre- dicembre) - Nemici dell’olivo: gelo/grandine/mosca olearia - Per crescere bene ha bisogno: solitudine (non attaccato ad altre piante)/silenzio/sassi (per drenaggio acqua) sole/siccità (non umidità).
SEZ. ARCHEOLOGICA
Diverse funzioni DELL’OLIO D’OLIVA
Il suo impiego, oltre nell’illuminazione delle case, dei templi, degli edifici pubblici, acquista particolare importanza nei riti funebri, come dono che accompagnava il defunto, come simbolo di scongiuro e di rinascita. Il materiale più usato per la produzione di lucerne è l’argilla, ma ne esistono numerosi esemplari in bronzo, metalli preziosi e pietra. La lucerna si divide in tre parti: 1- il corpo, 2- il becco, 3- l’ansa. Le forme più antiche sono aperte; mentre in età greca e romana sono chiuse. Nelle lucerne a forma chiusa, al centro del disco, che costituisce la faccia superiore del serbatoio, si trova un foro (spesso affiancato da un foro più piccolo per facilitare il tiraggio) per l’introduzione dell’olio, che avveniva per mezzo di vasi a beccuccio come il bottus.
SEZ. FRANTOIO UMBRO In questa sala vediamo la ricostruzione di un vecchio frantoio umbro con le sue attrezzature: LA MACINA, IL TORCHIO = una pressa a vite verticale, la prima pressa era a leva, oggi viene utilizzata la pressa idraulica, DUE ORCI, sono toscani, in terracotta.
FRANTOIO
RACCOLTA – ottobre-dicembre- Manuale- BRUCATURA- = rastrello. Ieri e oggi Meccanica = macchina che abbraccia il busto e lo scuote di plastica e rete. Oggi Naturale/semimeccanica = macchina che scuote la chioma e fa cadere i frutti. Oggi DOPO LA RACCOLTA ENTRO 48 H LE OLIVE SI PORTANO AL FRANTOIO E INIZIA LA FABBRICAZIONE DELL’OLIO: 1. PULITURA = si eliminano rami e foglie e sassi 2. FRANGITURA = una volta si usava la MACINA con l’asino che girava. Si schiaccia la drupa e il nocciolo e si ottiene una pasta di olive, sistema di frangitura discontinuo. Oggi frangitura continua a martelli. 3. GRAMOLAZIONE = la pasta di olive viene più volte macinata per ottenere una separazione tra le molecole dell’olio e le molecole dell’acqua, facendo riunire l’olio in gocce sempre più grandi. Oggi estrazione meccanica dell’olio. 4. ESTRAZIONE = oggi si ottiene con la centrifuga, un tempo con il torchio (la pressa) e i fiscoli – dischi fatti con corde di cocco. Il liquido che usciva dal torchio doveva essere separato dall’acqua di vegetazione, per questo veniva messo nelle giare- orci- di terracotta. Oggi pressa idraulica. 5. DECANTAZIONE = periodo di riposo nelle giare, in cui l’olio, essendo più leggero dell’acqua affiorava in superficie e poteva essere raccolto. Questa ultima fase portava alla definitiva separazione dell’OLIO, ACQUA DI VEGETAZIONE (oggi separatori verticali) e della SANSA, che è la parte solida dell’olio. Oggi centrifuga e conservazione (fase di stoccaggio) in contenitori di acciaio inossidabile.
- LA MACINA circolare di pietra, detta MOLAZZA era mossa dagli animali da soma (da fatica), come asini e buoi. Essa rotolando schiacciava le olive sotto il suo peso. L’usura della pietra provocata dalla frangitura delle olive contro il fondo della VASCA IN PIETRA poteva consumare una macina nel giro di pochi decenni. La pasta ottenuta dalla frangitura delle olive era formata da polpa e nocciolo schiacciati. - FISCOLI cesti in fibra vegetale, a forma di disco, realizzati in fibra di cocco, con un’unica corda intrecciata (oggi i fiscoli sono di materiale sintetico e incolore e vengono usati solo una volta), che venivano trasferiti nel torchio per la SPREMITURA. Dalla fase di spremitura usciva acqua di vegetazione mista ad olio. - ORCI: il liquido ottenuto dalla spremitura veniva poi versato negli orci “dolium olearum”, che sono contenitori di terracotta, di varie dimensioni. Gli orci venivano usati per la decantazione e conservazione dell’olio. Il coperchio aveva la funzione di impedire la caduta di corpi estranei e soprattutto di topi che, golosissimi di olio, si fermavano sul bordo dell’orcio e vi intingevano la coda che poi leccavano, difatti per togliere l’olio dai recipienti (orci) troppo pieni si usava un oggetto denominato SORCIO (una specie di serbatoio con all’estremità un imbuto. Negli orci avveniva la separazione tra acqua e olio. L’olio essendo più leggero (formato da molecole più leggere) galleggiava sull’acqua, e quindi quando affiorava in superficie era facile prenderlo.
APPROFONDIMENTI
UMBRIA REGIONE OLIO DOP
PROPRIETA’ MEDICHE E CURATIVE DELL’OLIO EXTRA-VERGINE D’OLIVA
di: CORINNA ANGELUCCI – operatrice museale sez. Frantoio umbro e Botanica con la collaborazione dei servizi educativi della COOP. SISTEMA MUSEO www.sistemamuseo.it
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