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Sant'Emiliano
Il suo vero nome è MILIANO, come venne chiamato fino a tutto il XV
secolo e come la nostra gente lo chiama ancora. Proveniente dall'Armenia, fu consacrato vescovo nel 298 dal papa Marcellino [notizia riportata da agiografi moderni, non fornita dalla "Passio"] ed inviato a Trevi dove già esisteva una comunità cristiana evangelizzata, ormai da un secolo, da Feliciano vescovo di Foligno. Emiliano fu il primo vescovo di Trevi. Proclamata la decima persecuzione dall'imperatore Diocleziano con l'editto di Nicomedia (23 febbraio 303) i cristiani che si rifiutavano di sacrificare agli dei venivano messi a morte dopo inauditi supplizi. Emiliano, dopo varie torture, insieme a tre suoi compagni, fu legato ad una pianta di olivo e decapitato. Era il 28 gennaio dell'anno 304.1 . Patrono della città e del comune di Trevi è oggetto di culto e di grande venerazione da 17 secoli. Il martirio e la morte sono minuziosamente descritti nella "Passio Sancti Miliani". Ne esistono due codici, uno del IX secolo a Montecassino e uno del XII secolo nell'archivio del duomo di Spoleto. Si ritiene che siano copie di un altro documento più antico, del V o VI secolo. Nel racconto della sua passione sono narrati episodi del martirio che fanno esplicito riferimento ad importanti elementi del territorio, quasi a voler identificare la figura di S. Emiliano con la stessa Trevi. Si narra che fu esposto ai leoni nel circo o teatro romano, di
cui si hanno testimonianze letterarie ed epigrafiche; |
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