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Proverbi Umbri raccolti da Oreste Grifoni

6 -   ECONOMIA E INTERESSI DOMESTICI (pagg. 32-36)

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Nota: Tra parentesi acute < > è riportato il numero della pagina.

 

1.

 

 - Desse (disse) la vorbe a li fiji: quannn'a polle, quann'a grilli.

 In famiglia bisogna adattarsi a quel che Dio manda: a cibi appetitosi e a quelli che non sono tali.

 

2

 

<33>

 

 - Festa pe festa n'se locra 'na vesta.

   Gli abiti che si indossano nei giorni festivi sono destinati ad avere lunga durata.

 

3.

 

 - Chi pe' focu e chi pe' legna pe' magnà ciascun s'ingegna.

 

4.

 

 - Co' l'agu e la pezzola tira 'nnanzi la famijola; - e

 - l'ago e la pezzetta mantene la poretta.

 

5.

 

 - Lu sparagnu è lu primu guadagnu.

Tosc.

 

 - Quattrinu risparmiatu, due volte guadagnatu.

 

6.

 

 - Chi sparagna spreca.

 Se il risparmio vien fatto sul necessario, vi è dello scapito nella salute e nel decoro.

 

7.

 

 - Chi pocu spenne assai spenne.

Franc.

 

 - Les bons marchés ruinent.

 

8.

 

 - Li stracci prima se buttano e pu' s'arpijano.

In senso proprio vuol dire che spesso la necessità ci costringe a riprendere quegli abiti vecchi e laceri che, con disprezzo, si erano gettati in un canto. Accanto al senso proprio vi è quello figurato.

 

9.

 

 - Lu guadagnu insegna a spenne.

 

10.

 

- Lu pane che la sera è duru, la mattina è teniru.

Lo stomaco, che la mattina è vuoto, appetisce e consuma facilmente quei cibi che respinse o trovò duri la sera innanzi, mentre era ben fornito.

 

11.

 

 - Chi magna poco magna sempre.

 

12.

 

 - L'anno è lungo e le giornate so' fitte.

Profonda considerazione che richiama l'uomo a una vita economicamente regolata!

 

13.

<34>

 

 - Non butta' quello che avanza, ché serve sempre.

 

14.

 

 - Lu focu ranne (grande) fa la famija piccola.

Il mangiare in copia e bene impoverisce la famiglia.

 

15.

 

- Se la bocca rîe (ride) la borsa piagne.

 Le soddisfazioni della gola fanno assai spesso piangere l'uomo.

 

16.

 

 - Bona cucina e denaru prestatu: quann'e partitu n'e piu tornatu.

 

17.

 

 - Potenno e no' scometanno.

  I favori si fanno quando si può e non recano incomodo a chi li fa.

 

18.

 

 - Chi bene arpone, ben ritrova.

 

19.

 

 - Chi nun mostra nun venne.

 É in maniera speciale per i negozianti, che, se vogliono vendere, devono mettere in mostra la propria merce.

 

20.

 

 - La caristia do' se trova se lassa.

 

21.

 

 - Pe' le spese se tengù solu li cani.

 

22.

 

 - Amicu curtese, sicunnu (secondo) l'entrata fatte le spese.

Abruz.

 

 - Signure me' curtese, gha e l'andrade, cuscì fa le spese.

 

23.

 

 - Gente assai, guadagna assai, non consuma moltu.

 

24.

 

 - Se voi fatte un nimicu, imprestagli i quatrini; - e

 - Chi impresta diserta, perde l'amicu e gniente je.resta.

 

25.

 

 - Chi impresta diserta e chi pija fa la festa.

 

26.

<35>

 

 - Meju che trippa crepi che roba se sprechi.

 

27.

 

 - Pe' non fa ride' la vicina, mitti poc'ova sotto la callina.

 

28.

 

 - Chi vôle la 'nsalata cara, vaca all'ortu: chi vô lo pesce caru vaca al portu.

 

29.

 

 - L'ortu e la pizzicaria de casa.

Lat.

 

 - Hortus pauperis est macellum.

 

30.

 

 - Quel che ce vôle ce vole.

   Ridurre lo stretto necessario è un pretendere raggiunger lo scopo senza ciò che fa d'uopo.

 

31.

 

 - Lo lavà' e lo filà' 'n s'arrîa mai a pacà'

 

32.

 

 - Manu liscia, sporca la camicia.

   La mano delicata non sa compiere il lavoro della imbiancatura.

 

33.

 

 - 'Gni lavatura 'na domatura; - e

 - 'gni lavata 'na srappata.

    Il lavoro del bucato consuma la biancheria.

 

34.

 

 - Se s'imbianca (la biancheria) è meritu mia (della lavandaia),

    se se strappa non l'arfò (rifò) io.

Tosc.

 

 - Se t'imbianco gli è onor mio, se ti rompo, non t'ho fatto io.

 

35.

 

 - Chi non mette lu punto, mette la pezza.

Tosc.

 

 - Chi non mette l'ago, mette il capo.

 

36.

 

 - Li panni vecchi risparmiano quilli nôi

 

37.

 

 - Co' geniri e compari non venne' né comprà'

Sic.

 

 - Cu parenti e cu vicini nu accattari ne vinniri.

 

38.

 

<36>

 

 - Chi affitta bastona; - e

 - Gli affitti so' afflitti (afflizioni).

39.

 

 - Litica', frabbica' e sicurtà pensalo e non lo fa'.

 

40.

 

 - E meju un bon accomodamento che 'na cattìa vincita.

Franc.

 

 - Un mauvais accommodement vaut mieux que le meilleur proces.

 

41.

 

 - Chi ha bon cavallu non ha pôra (paura) de ji' a piedi.

 

42.

 

 - Chi fa da sé fa per tre.

Impiegherà tutte le sue forze e tutti i suoi mezzi perché l'affare che lo interessa riesca bene.

 

43.

 

 - Chi vôle vaca e chi non vôle manni.

 

44.

 

 - Compra giovane e va' cantanno.

 

45.

 

 - Quanno cumpri prima apri l'occhi e pu' la borsa.

 

46.

 

 - Se voi fa 'n acquistu stai zittu; quanno fattu l'avrai, allora parlerai

 

47.

 

 - Cunti spissu e amicizia lunga.

Lat.

 

 - Clara pacta amicitia longa.

Franc.

 

 - Les bons comptes font les bons amis.

 

 48. 

 

 - A la bottega stacce, a la fiera vacce.

 

49.

 

 - Ne la bottega 'n se venne quello che non ce sta.

    E necessario fornirla di tutto.

 

50.

 

 - Bisogna comincia' co li ciocchi (zoccoli) pe' finì' co' le ciammelle (scarpe).

     Magnus esse vis? a minimis incipe.                  (S. AGOSTINO)

 

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