Apriti, sedano!
Studio del dott. GILDO CASTELLINI pubblicato su Umbria Agricoltura del Dicembre 2003
In un fazzoletto di terra tra la Flaminia e il Clitunno, si coltiva il sedano nero di Trevi, un ortaggio di cui è difficile stabilire esattamente l’origine della coltivazione, la provenienza geografica, e l’eventuale esistenza di un progenitore selvatico locale. Sta di fatto che è un prodotto di qualità, ricco di storia e tradizioni, che potrebbe aspirare alla “denominazione di origine” dell’Unione Europea. |
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Storia e tradizione Ne hanno parlato Relazione Castellini Trevi e Perugia, 2005 Caratterizzazione Genetica Trevi, 15/10/2004 Prodotto tipico Trevi, 15/10/2005 Delegazione Università svedese - 2008
Presentazione a La
prova del Cuoco 2008 Ne hanno scritto F. Francolini - Bacteriosi del sedano, 1928 Gildo Castellini -Umbria Agricoltura 12/2003 Nunzio Primavera in Campagna Amica AA.VV., Il Sedano Nero di Trevi - Un prodotto umbro di eccellenza -17/10/2008 |
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Il Piano di Sviluppo Rurale(PSR) della Regione Umbria 2000/2006, prevede una serie di misure e azioni i cui obiettivi finali vengono conseguiti attraverso la realizzazione di progetti specifici. In questo contesto svolge un ruolo di primaria importanza la conservazione della diversità biologica degli agroecosistemi e lo sviluppo di politiche volte a favorire la caratterizzazione e la tutela dei prodotti tipici regionali. A tale riguardo, da circa due anni, ha preso il via il progetto “Valorizzazione delle risorse genetiche della Regione Umbria”, affidato al Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria (3APta), responsabile della gestione amministrativa. Per il coordinamento scientifico è competente il Direttore del Dipartimento di Biologia Vegetale e Biotecnologie Agroambientali (“Dbvba”) dell’Università di Perugia, Prof. Mario Falcinelli. |
Storia del sedano
nero.
Nell’ambito del progetto, si è avuto
particolare riguardo nell’opera di indagine
e collezione delle specie vegetali
che fanno parte del paniere dei
quindici prodotti di qualità umbri
(cipolla di Cannara, fagiolina del
Lago Trasimeno, farro di Monteleone di Spoleto,
patata rossa di Colfiorito, sedano
nero di Trevi, zafferano di Cascia,
tabacco Kentucky della Valle del Tevere e tartufo
nero pregiato di Norcia) che, insieme
ad altre specie segnalate, costituiscono
le produzioni locali più
rappresentative in termini di
tipicità, identità territoriale e
tradizioni rurali, candidate a
conseguire il riconoscimento da parte della Ue (Reg. CE
2081/92). Il sedano nero di Trevi
(Snt) è coltivato nella striscia di
terra compresa tra la strada Flaminia
ed il fiume Clitunno, detta “le
canapine”, un tempo adibita alla
coltivazione della canapa.
L’aggettivo “nero” deriva dalla
caratteristica fisiologica ancestrale di mantenere le coste verdi
fino a maturazione (varietà “non autoimbiancante”)
se non sottoposte ad “imbianchimento”, pratica agronomica
realizzabile mediante molteplici tecniche alternative; la maggior parte
delle attuali varietà commerciali sono
invece del tipo “autoimbiancante”. Difficile
stabilire con esattezza l’origine
della coltivazione di tale ortaggio nella zona di Trevi, la provenienza
geografica della forma coltivata, il luogo e l’epoca di domesticazione o l’eventuale esistenza diun
progenitore selvatico locale
dell’
Apium
graveolens
L.
var. dulce (Mill.)
Pers.(2n=2x=22). E'
importante ricordare che la domesticazione
della varietà dulce
(sedano da costa)così come riportato
in letteratura, è avvenuta in Italia nel XVII secolo, periodo
relativamente recente e tale da consentire,
in teoria, una ricerca storiografica
probatoria. Lo sviluppo
dell’orticoltura in generale e l’allevamento
del sedano in particolare si
diffondono grazie alle opere di
bonifica realizzate nel XVIII
sec. dal Cardinale Lodovico Valenti,
Vescovo di Rimini, che fece scavare l’Alveolo, piccolo canale
che ha origine dal Clitunno nei
pressi di Villa Faustana e termina a Pietrarossa. |
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Questo ed altri scambi epistolari dello stesso periodo (1889, anno in cui probabilmente tali documenti furono conservarti con maggior cura), provano inequivocabilmente l’esistenza della coltivazione locale del sedano, l’importanza commerciale e la notevole qualità del prodotto (il seme fu richiesto per l’esportazione). Tuttavia non è stato possibile determinare con precisione l’origine storica della coltivazione del sedano nella zona di Trevi e non è da escludere che risalga a un’epoca antecedente. Dopo la seconda guerra mondiale, con l’arrivo delle varietà commerciali autoimbiancanti, la coltura “autoctona” entra in crisi e, per iniziativa della Pro Trevi, nel 1965, allo scopo di rilanciare la produzione, venne istituita la “Sagra del Sedano e della Salsiccia”. |
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Nel corso
di tale manifestazione che si celebra ogni anno la terza domenica di
ottobre, giunta alla 39a edizione, viene allestita nel centro storico della
città la mostra mercato del sedano nero di Trevi e vengono premiati gli
agricoltori che espongono i migliori esemplari. Poiché da tempo immemorabile
in autunno, con l’arrivo dei primi freddi, cominciava la stagione di
macellazione dei maiali con produzione di apprezzatissimi insaccati, la
mostra mercato del sedano è stata abbinata alla Sagra della Salsiccia. |
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L’aggettivo “nero” deriva dalla caratteristica ancestrale di mantenere verdi le coste fino a maturazione |
Caratteri.
Il ciclo
biologico della
specie
Apium
graveolens
L.
è biennale
(la fioritura e la fruttificazione
avvengono al secondo anno)
mentre la
coltivazione finalizzata
alla produzione
delle coste è annuale.
Il sedano nero di Trevi viene
seminato, per tradizione, il venerdì
Santo. Alla semina, effettuata generalmente a spaglio in semenzaio,
segue la fase più delicata del
trapianto in pieno campo. E' una
coltura che richiede terreni
fertili e ben strutturati, abbondante irrigazione e molta manodopera. Due
settimane prima della raccolta, che
avviene in ottobre, le coste
vengono legate con il “venco”
(stelo essiccato di giunco) ed in
seguito interrate o, in alternativa,
incartate. |
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Le principali caratteristiche morfologiche e organolettiche del “sedano nero di Trevi” sono: la lunghezza della costa a sezione notevolmente concava; l’altezza della pianta e il numero elevato di foglie; la rusticità e maggior resa produttiva; la maggior resistenza agli stress biotici ed abiotici; la consistenza tenera delle coste nonché il sapore caratteristico e il profumo molto intenso, facilmente riconoscibile e distinguibile (tali pregi sono correlati all’intenerimento dei “fili”, fasci vascolari e tessuti meccanici, indotto dalle pratiche della doppia legatura e successiva incartatura che hanno appunto la funzione di imbiancare, addolcire ed intenerire i piccioli o “coste”, particolarmente apprezzati soprattutto per il consumo fresco). |
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Dal confronto tra il sedano nero di Trevi e le varietà commerciali coltivate nella zona, eseguito in prossimità della maturazione, emergono, per questa varietà locale, tratti morfologici distintivi particolarmente marcati quali L’elevata altezza della pianta; L’elevata lunghezza del picciolo; il profilo fortemente concavo della sezione del picciolo. Tra queste la più evidente è l’ultima ma solo le prime due sono considerate dalla “Upov” (Union Internationale pour la Protection des Obténtions Végétales Unione per la Protezione delle Novità Vegetali) direttrici obbligatorie ai fini della descrizione delle varietà. Non sono state fatte prove “oggettive” per saggiare e comparare le proprietà organolettiche dei vari tipi di sedano (panel test). |
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Il ciclo biologico è biennale, la coltivazione finalizzata alla produzione delle coste annuale |
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La caratterizzazione mediante marcatori morfologici è solo il primo passo verso l’identificazione varietale. Tale obiettivo potrà essere pienamente raggiunto attraverso l’uso di altri marcatori genetici in grado di caratterizzare il germoplasma anche a livello citologico, biochimico e molecolare. Un settore di notevole interesse e grandi potenzialità aperto dalle biotecnologie genetiche avanzate è quello dell’analisi del genoma basata sulla rilevazione di marcatori molecolari. |
Tali strumenti di analisi possono essere utilizzati per scopi diversi
quali lo studio dei sistemi riproduttivi, l’identificazione di varietà
coltivate, la stima delle distanze genetiche negli studi evoluzionistici e
tassonomici, la caratterizzazione e la tutela del germoplasma di prodotti tipici, la
mappatura di geni e il miglioramento genetico (breeding assistito).
Naturalmente, la scelta del marcatore più opportuno è dettata dalla
struttura genetica della specie e dal tipo di materiale da valutare e di
informazione che si vuole ottenere. Il progetto di ricerca. Il Dipartimento di Biologia vegetale e Biotecnologie Agroambientali ha il compito di identificare, valutare e conservare la diversità genetica degli agroecosistemi regionali attraverso una serie di interventi gia attivati: effettua indagini approfondite sul territorio individuando le risorse genetiche delle specie coltivate; attua la raccolta, valutazione e caratterizzazione del materiale genetico collezionato e la valutazione del rischio di erosione genetica. Realizza il reperimento di accessioni (collezioni individuali di germoplasma), condizionamento e relativa conservazione ex situ con cui attua una gestione informatizzata della banca del germoplasma. Svolge infine azioni di divulgazione, valorizzazione e tipicizzazione dei prodotti. Il personale tecnicoscientifico del “Dbvba” ha svolto nel corso del 2003 un’ indagine capillare sul territorio trevano allo scopo di raccogliere informazioni tecniche inerenti la coltivazione del sedano nero ed individuare gli aspetti socioculturali legati alle tradizioni rurali, ancora molto vive e sentite, che rendono inscindibile il binomio prodotto-territorio.
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Grazie alla collaborazione della Coldiretti di Foligno
sono stati organizzati incontri con alcuni orticoltori “sellerari” della
zona e, con l’aiuto della Pro Trevi è stato possibile acquisire e visionare
documenti bibliografici e fotografici indispensabili per l’indagine storica.
E' stato raccolto il seme di sette diverse accessioni locali provenienti da
quattro aziende orticole e sono state eseguite le relative prove di
germinazione. E' stato utilizzato con successo, su giovani tessuti fogliari
(bulk), un protocollo di estrazione del Dna. Tale materiale sarà impiegato
esclusivamente per motivi di ricerca e conservato nella banca del germoplasma del “Dbvba” (Dipartimento di Biologia Vegetale e Biotecnologie
Agroambientali). |
Il Dipartimento ha svolto un’indagine capillare sul territorio trevano, per raccogliere informazioni tecniche |
In termini generali le linee guida del progetto scientifico di ricerca relativo al Sedano Nero di Trevi sono: la ricerca storica relativa alla coltivazione del sedano nero di Trevi; l’identificazione varietale mediante marcatori genetici a livello morfologico (direttrici “Upov”), citologico, biochimico e molecolare; la valutazione del grado di similarità genetica tra accessioni locali e commerciali; l’applicazione di strategie di conservazione della biodiversità “in situ” / “ex situ” e l’indagine sul territorio finalizzata all’individuazione di eventuali progenitori selvatici di Apium graveolens L. var. dulce (Mill.) Pers. |
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GILDO CASTELLINI
Università degli Studi di Perugia |
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Grafica e gestione: Explica s.r.l. Aggiornamento: 27 aprile 2017. |