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Le memorie francescane di Trevi

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(D. Aurelio Bonaca, Le memorie francescane di Trevi, Estratto da Studi Francescani, Anno XIII, n° 1, Firenze, 1927- pagg. 61)

 

II parte: I CONVENTI FRANCESCANI A TREVI

§ 4. – Convento di S. Martino

Del convento e della Chiesa di S. Martino in Trevi hanno già scritto con competenza altri1 perciò ben poco a me resta a dire. Ricorderò soltanto qualcuna delle cose che ritengo inedite o alquanto interessanti.

Vicino al luogo in cui oggi sorge il Convento esisteva una Chiesa dedicata a S. Martino Vescovo. Non conosciamo l’antichità di questa Chiesa , sappiamo soltanto che era Parrocchia2 e che gli Osservanti l’ebbero in dono dall’Abate dei Benedettini di Bovara, Tommaso Valenti, nel 14793. Ignoriamo anche a quanto rimonti il possesso di essa per parte dei Benedettini, ma non deve recarsi molti indietro, perché di essa non si fa cenno nei ricordati Brevi di Alessandro III, Celestino III, Innocenzo III, e Onorio III. Certo però doveva essere un tempio maestoso, a giudicare almeno da quanto afferma il Mugnoni, il quale dice che «erano in essa multe belle prete de altare et colune de multe belle prete, et parte ne sonno in ecclesia nova et parte ad Santo Miliano. Era in ditta ecclesia il baptismo, che antiquamente lì se baptizava; poi fo conduco ad santo Miliano»4.

Ho voluto di proposito riportare le parole del Mugnoni per sfatare una buona volta la leggenda che i due grandi capitelli che si vedono ancora vicino alla porta della Chiesa di S. Emiliano abbiano fatto parte di un antico tempio pagano dedicato alla dea protettrice di Trevi. Quei capitelli provengono dalla Chiesa di S. Martino, e ciò non solo per l’attestazione del Mugnoni, ma anche per il fatto che nell’orto del Convento se ne trova qualche altro della stessa grandezza, della stessa forma e della stessa qualità della pietra. Essi piuttosto ci stanno ad indicare la grandiosità della Chiesa di S. Martino, perché quei capitelli dovevano esser sorretti da colonne di almeno dodici metri.

Il Battistero di cui parla il Mugnoni è certamente quello stesso che si trova ancor oggi in S. Emiliano.

È opera della fine del trecento o dei primi del quattrocento. Ha la forma di tabernacolo ed è esagonale. Anche il piede su cui poggia la parte principale è un esagono, ed ha per ornamento grandi foglie di acanto e tre teste di angiolo; la cornice che divide il piede dalla parte superiore porta i soliti motivi quattrocenteschi. La parte centrale, che è la vasca dell’acqua lustrale, è divisa in sei riquadri distinti da piastrini; il centro di ogni riquadro ha lo specchio fatto con marmo antico. Segue verso l’alto una cornice con simboli diversi come l’anfora, il secchiello dell’acqua santa, il libro, il calice, l’ampolla, ecc. La cupola è loricata ed è sorretta da un tamburo ornato con marmi antichi. In cima alla cupola c’è un piccolo basamento esagonale con specchietti di marmi antichi. Fino a qualche anno fa sopra questo basamento vi era una statuetta di S. Giovanni Battista; ora vi è una Croce di pietra che non è nemmeno proporzionata

Il lavoro è bello e rivela una buona mano; manca però qualsiasi indicazione che ci riveli l’artista. È certo tuttavia che esso sta a dimostrarci che la Chiesa di S. Martino, che possedeva un tal fonte battesimale, doveva essere veramente grandiosa, e chi sa quale monumento sia stato distrutto, se il Mugnoni ne rimpiangeva «le multe belle prete», che erano state portate via.

***

 Il Comune di Trevi aveva fino dal 1473 stabilito di dare un luogo ai Frati dell’Osservanza per fondarvi un Convento5 . Non so se per trattative iniziate dal Comune o per altra ragione il luogo fu donato da Tommaso Valenti, Abate dei Benedettini di Bovara, nel 1479, insieme alla Chiesa di cui abbiamo parlato6. Il 26 novembre di quell’anno fu fatto il contratto per la costruzione del Convento con Mastro Baldassarre da Como ed il notaio Ser Francesco Mugnoni stese l’atto7.

Il 17 ottobre 1484 il Convento era finito. Una solenne processione, con a capo gli Osservanti condotti dal loro Provinciale, Frate Evangelista Baglioni da Perugia8 , che in piazza tenne un bel sermone, mosse verso S. Martino, dove giunti fu letta la Bolla di Sisto IV; poi celebrò la Messa Pontificale l’Abate Valenti9. Così gli Osservanti iniziarono a Trevi la loro opera piena di zelo. Il Comune e i Cittadini circondarono sempre di affetto gli Osservanti e non mancarono, attraverso le varie epoche di dare ad essi quegli aiuti di cui potevano aver bisogno.

 

 

 

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Aggiornamento: 27 aprile 2017.
Note
1) P. Benvenuto Bazzocchini, Cronaca della Provincia Serafica di S.Chiara d'Assisi, Firenze, Tip Barbèra, 1921. - Nell'ottobre 1913 scrissi anch'io alcune memorie, che furon pubblicate nel giornale Il Risveglio di Spoleto.
2) Pelosio, Catalogo ecc., pag. 173.
3)
 Mugnoni, Annali ecc., pag. 60.
4)  Mugnoni, Annali ecc., pag. 123.
5)  Archivio delle Tre Chiavi, Rif., 1473, f. 174.
6) Wadding, Annali ecc., pag. 123.- Fra Antonio da Orvieto, Cron. Refor., f. 317. - Mugnoni, Annali ecc., pag. 60.
7) M0ugnoni, Id.
8) Il Beato Evangelista Baglioni da Perugia può dirsi un dotto dei suoi tempi. Nel 1487 fu invitato quale rappresentante del suo Ordine alla Corte di Roma. Più volte fu eletto Provinciale dell'Umbria e il 24 maggio 1493 fu elevato alla carica di Vicario Generale. Pieno di meriti, morì in Ragusa il 5 agosto 1494. Vedi
Jacobilli, Vite dei Santi dell'Umbria, tomo II, pag. 82.
9) 
Mugnoni, Id, pagg. 83 e 84.