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Abbazia di S. Pietro di Bovara |
Estratto da: D. Aurelio Bonaca, Religione e beneficenza in Trevi (Umbria), notizie storiche, Trevi, 1935
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Secondo Jacobilli il monastero dei Bendettini di Bovara fu fondato nel 1154 presso un'antichissima chiesa dedicata a S. Pietro; secondo invece Durastante Natalucci, che cita il Lancellotti, il Belforti e altri, la fondazione sarebbe avvenuta nel 1158. Quel
che è certo si è che fin dai primi tempi i Pontefici
furono pieni di benevolenza verso la nuova abbazia, ed io posseggo le
copie dei brevi apostolici di Alessandro III (1177), Celestino III (1193),
Innocenzo III (1198), Onorio III (1217), con i quali venivan fatte e
confermate larghe concessioni con diritti sopra chiese e immobili |
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Nel 1258 cominciò a reggere l’abbazia
Eremita, il quale favorì il fiorire del monastero di S. Croce in Valle
dell’Aquila, posto inter fauces
montis, come dice una bolla, retto da un priore nominato dai monaci di
Bovara e sembra che lo stesso Eremita vi si sia poi ritirato, deponendo la
dignità di abate di S. Pietro. Nel 1265 sorse uno scisma per l’elezione dell’abate, perché alcuni avevano eletto Grifo, monaco della diocesi di Todi, ed altri il camaldolese Ruggero, abate di S. Silvestro al monte Subasio. Ma un decreto di Gerardo, vescovo di Spoleto, delegato da Bonifacio VIII, pose fine alla controversia, riconoscendo Ruggero, il quale visse fino al 1335. In quel tempo le lotte tra guelfi e ghibellini fecero soffrire molto i monaci; i beni dell’abbazia furono occupati, i monaci dispersi, le chiese danneggiate. L’abate Ruggero, ormai vecchio, il 31 magio 1334, unì il monastero di Bovara all’abbazia di S. croce di Sassovivo, alla quale cedette anche tutti i beni e diritti. Il 1 aprile 1335 il card. Giovanni Gaetano Orsini, legato apostolico, confermò questa unione, la quale però di fatto non poté effettuarsi a causa della lotta tra guelfi e ghibellini. In data 13 dicembre 1421 il papa Martino V con suo decreto, datato da Firenze, ordinò a Nicolò, vescovo di Foligno, di confermare l’unione con Sassovivo, qualora i monaci di Bovara fossero stati tutti favorevoli. Ma il vescovo di Foligno trovò tale discordia tra i monaci che pensò bene di non farne nulla . I dispersi monaci, riuscirono tuttavia a nominare loro abate Marco da Spoleto, che tenne il titolo dal 1417 al 1421. Intanto i beni erano occupati da Corrado Trinci, che li tenne fino al 1438, nel qual anno l’abbazia di Sassovivo cominciò ad affittare i beni di Bovara e nominò un sacerdote per la cura delle anime. L’11 aprile 1442 Eugenio IV nominò
abate di Bovara Tommaso Valenti ed incaricò Gaspare, arcivescovo di
Napoli e Governatore dell’Umbria a sistemare la questione pendente con
Sassovivo. L’11 aprile 1443 Gaspare sentenziò come non avvenuta
l’unione di Bovara con Sassovivo e l’abate Tommaso poté entrare in
possesso della sua carica e dei pochi beni rimasti. L'abate Tommaso procurò anche di
richiamare tra i monaci l'osservanza religiosa; sfiduciato o deluso
rinunziò l'abbazia di Bovara a Sisto IV in favore dei monaci olivetani il
19 luglio 1484. Innocenzo VIII il 12 settembre dello stesso anno confermò
la cessione e l'abate generale di Monte Oliveto Maggiore, Domenico da
Lecco, ne prese possesso e ne nominò priore Vincenzo da Milano. Tra i primi monaci olivetani che furono
in Bovara figurava fin dal 1485 fra Mattia di ser Simone da Trevi, che
tenne uffici elevati nel suo ordine, e nel 1467, morto l'abate generale
Ringherio, tenne la carica di proabate generale; fu in quel periodo che
egli eresse la grande biblioteca, ora dispersa, di Monte Oliveto Maggiore,
sussidiato di un tal Ludovico da Terni, che aveva un fratello monaco col
nome di Fra Pietro. Il priore fra Vincenzo da Milano
procurò di ricuperare molte chiese con i loro beni e restaurò il
monastero e fece il chiostro con la cisterna. Nel 1734 l'abate D. Camillo Bontempi ottenne dal Comune di Lucca insigni reliquie dei santi Vincenzo e Benigno, che una tradizione locale dice nativi da Bovara.[Secondo il Natalucci che cita le Riformanze comunali e una lapide, le reliquie furono traslate a Trevi nel 1703 - Historia... di Trevi, c. 101]. Nel 1769 l'abate D. Mauro Vermiglioli fece una importante processione con l'immagine del ss.mo Crocifisso, che ancora oggi è tanto venerata nella chiesa di Bovara da tutte le popolazioni dei dintorni. Che io sappia, questa è la prima menzione che si fa di questa venerata immagine. Ricordato ancora è il prodigio delle acque del 17 maggio 1817, quando la popolazione, ricorsa con fede al ss.mo Crocifisso, ottenne pioggia abbondante in una maniera veramente prodigiosa. L'ultimo abate di
Bovara fu D. Lorenzo Sommarigo, che apparisce col titolo di abate fino al
1806. Oggi Bovara mantiene
tutta la sua antica importanza. É una delle parrocchie più grandi
dell'Archidiocesi spoletina, conta numerosa popolazione, che conserva nel
cuore la fede dei padri. |
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