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Sorge su un amenissimo colle a quota m 550, con magnifica vista sulla valle, raggiungibile con una discreta carrozzabile da Bovara É citata in alcuni "brevi" fin dal 1177, come dipendente dall'Abbazia di S. Pietro in Bovara, ma l'intitolazione a S.Michele Arcangelo rivela un'origine longobarda e quindi di qualche secolo anteriore ai primi documenti. Ingrandita e rimaneggiata nel corso dei secoli, della costruzione romanica originale rimane parte della facciata, il modesto portale e la parete nord. |
L'ex convento di S. Arcangelo visto da Nord |
Nell'altar maggiore rimane un affresco di scuola umbra rappresentante la Madonna con Bambino, attribuibile a Bartolomeo da Miranda..1
Nel 1421, quando Corrado Trinci invase l'Abbazia di S. Pietro, la chiesa di Sant'Arcangelo, come molte altre chiese che dall'Abbazia dipendevano, rimase abbandonata. |
Base del campanile del 1656, facciata e portale della chiesa romanica. |
Una pia leggenda narra che nel 1646 vi apparve la Madonna che consolò una pastorella. Da allora fu meta di un grande concorso di popolo, tanto che il Comune dovette intervenire per ingrandire la strada. Nel 1656 vi si fece una grande processione votiva per ottenere la liberazione dalla peste che infieriva a Trevi. A quell'epoca risale il campanile e il convento annesso. Vi si celebra la Festa per la Pentecoste e processioni da Trevi e da tutte le frazioni lassù salivano nei tre giorni della festa. Fino all'ultimo dopoguerra le frazioni della montagna effettuavano ancora la processione il giorno successivo. La benemerita associazione "Amici di S. Arcangelo" costituitasi con lo scopo di restaurare gli ampi locali del convento e valorizzare tutto il complesso, dopo anni di generoso e apprezzabile lavoro di volontariato, è stata sciolta.
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Sopra la porta, al limite del finestrone, rimane la meridiana priva di gnomone, ma ancora leggibile nelle linee orarie e nella riquadratura. É stata risparmiata dagli interventi post terremoto, che hanno riportato a vista la pietra della facciata, togliendo l'intonaco. Purtroppo però ora è ancora più a rischio perché i bordi non stuccati facilitano l'infiltrazione delle acque meteoriche. La collocazione sulla facciata rivolta verso ovest fa supporre l'esistenza nell'edificio di un altro strumento verso est o verso sud per indicare le ore antimeridiane. (inedito 2005) |
Foto 1999 |
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Note 1)S. Nessi, Trevi e dintorni, Spello, 1991, p. 123 |