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Chiesa di S. Croce in Val dell'Aquila |
itinerario giubilare |
o dell'Eremita
Notizie storiche1
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Il documento, si torna a ripetere, è importante, perché rivela
innanzitutto la soggezione dellabbazia di S. Pietro di Bovara al vescovo di Spoleto,
poi per la sua articolazione, in questo e forse anche in altri insediamenti di vita
eremitica, presso le diverse chiese della zona montana che ricadevano sotto la sua
giurisdizione. Tale situazione ci fa anche capire tante altre ingerenze vescovili nella
vita di alcuni cenobi della diocesi altrimenti incomprensibili, e che a volte potrebbero
apparire azioni interessate oltreché arbitrarie. Certo, questeremo doveva essere di tipo assai diverso dagli altri sopra esaminati. In questo caso, eremo e cenobio appaiono uniti, integrati, in maniera tale che quasi si compenetrano. E questo non dovette essere un caso unico né raro. |
Le balze scoscese della gola |
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Resti dello spigolo di nordest |
Quando, il 10 dicembre 1571, il vescovo di Gaeta monsignor de Lunel visitò la chiesa, ne diede questa descrizione: " posta in luogo molto remoto ed ombroso che abita fra Deodato calabrese, terziario a quanto afferma egli stesso dellordine di S. Domenico; il quale vi sta da molti anni, vestendo un abito piuttosto "silvano", senza alcun documento scritto, che il visitatore ordinò si ottenesse". Ordinò ancora: " che limmagine del Crocifisso, rotta, si accomodasse, oppure venisse bruciata e le sue ceneri messe nel sacrario"11. Per fortuna si scelse la prima soluzione, per cui oggi tale cimelio si trova esposto nella chiesa di S. Emiliano in Trevi. | ||||
La visita del vescovo Lascaris, del 1713,
tanto preziosa per le notizie che riporta, dice ancora: "questa
[chiesa] è antichissima, e di ignota origine… Di certo si sa che nel
1265 con i suoi proventi fu istituita collegiata rurale con un proprio
priore e due canonici"; ma soprattutto ce la descrive: "Ha una struttura antichissima con due porte, un unico altare con
limmagine del Ss. Salvatore dipinta nel muro, del tutto spoglio. Del monastero
antico ora restano le vestigia di certe stanze annesse, ad uso delleremita"12. Resta un paesaggio molto bello, ma desolato, con una vegetazione rada e stentata, di cui lo storico trevano settecentesco ci ha lasciato un suggestivo ricordo, per noi oggi quasi favoloso: "Stando annessa alla nominata balìa delle Coste la villa di Nasciano, tra il fosso di simil nome e il fosso dellEremita; una volta con molte abitazioni e famiglie Fruttifera in ogni sorta di frutti e considerabile per la perenne fontana dacqua viva. Nella guisa che era cognita anticamente per leremitorio e la chiesa di S. Croce esistente sopra il nominato fosso, cognominata della Valle dellAquila e della Eremita "13. Quasi un piccolo paradiso terrestre perduto" |
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Note 1) S. Nessi, Dall'eremo al cenobio, insediamenti inediti nel territorio di Trevi, in Spoletium, Anno XXX, N. 33, 1988. 2) All'epoca i cui il Nessi pubblicò queste notizie ci fu indicato erroneamente un altro rudere ad una quota 100 m superiore a quello poi riscoperto, come accennato alla pagina precedente e documentato dalle foto qui pubblicate. 3) Il doc. è citato spesso dal Natalucci, Historia universale ... di Trevi, Todi, 1985, particolarmente a p. 410. 4) Perugia, Arch di Stato, Pergamene di S. Pietro di Bovara, senza collocaz. 5) Cfr. Natalucci, op. cit., p. 156. 6) Spoleto, Arch. Arcivesc., Sassovivo, perg. 3297 7) Spoleto, Arch. del Duomo, perg. 635; v. anche 638. 8) L. Fausti, Le chiese della diocesi spoletina nel XIV secolo, in "Archivio per la storia ecclesiastica dell'Umbria", 1 (1913), p. 173. 9) Cfr. Natalucci, op. cit., pp. 410, 692. 10) Spoleto, Arch. Arcivesc., Visita Lascaris, II, p. 108r. 11)Foligno, Bibl.com., Visita di mons. de Lunel della diocesi di Spoleto, ms. F-54-4-101, c. 166v. 12)Visita Lascaris, cit. 13) Natalucci, op. cit., p. 410. |