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Don Eugenio Venturini
Parrocchia di Santa Croce in Trevi. Memorie
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CAPO10° -
STATO DELLA CHIESA DI SANTACROCE
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Nota:Tra parentesi acute < > è riportato il numero della carta (foglio). Eventuali parole divise tra due pagine sono state trascritte per intero nella pagina che precede.
Il testo in colore, tra parentesi quadre [ ] è stato aggiunto all'atto della trascrizione
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Questa chiesa, benché fornita di tanto personale ecclesiastico, il Parroco e tre Cappellani coadiutori, ora, a dire il vero, la più scarsa di officiatura di tutte le altre della Piaggia e della Città e la meno frequentata. Oltre la soddisfazione annuale dei legati, la Messa parrocchiale nelle feste , e in due domeniche del mese la funzione della Buonamorte, le tre feste speciali, titolari della Parrocchia, e quella di S.Filippo preceduta da novena: eccovi il tutto, non vi era altro. Però da non molto tempo incominciò un periodo, il contemporaneo, e questo strettamente può fissarsi con un principio al . Vero è però che innanzi già da qualche movimento si era destato. Nel 1863, preceduta da un trisuo e con celebrazioni di quindici Messe fu istituita la festa del Sagro Cuore di Gesù per la feria V dopo la quinquagesima. Sul proposito di quanto vi sarà materia da dire, interessante per la Chiesa, ma adesso non si può, perché per ora e altro tempo ancora, tale istituzione comparisce come opera tutta privata di un pio benefattore. A suo tempo però verrà canonicamente eretta. Laonde se ne rilascia l'esposizione in un appindice da farsi alle presenti Memorie da chi si troverà a reggere la parrocchia. Nel 1870 fu richiamata a vita dopo lungo tempo la festa di S. Antonio
da Padova nella omonima Circa 1874 di notte tempo, fu appiccato il fuoco all'imposte della porta maggiore di Santacroce, che l'ebbe consunta a metà prima dell'accorrere dei vicini, improvvisamente destati dal crepitar dell'incendio. gli operatori restarono al governo incogniti e impuniti, ma la voce popolare ne imputò un cotal Conti marchigiano, capo di questa stazione, e tempo dopo destituito dallo impiego, colla cooperazione d'altri due o tre del luogo. Da poi le imposte vennero rifatte del tutto, e di più si ricoprì a pietra tutta la gradinata che salisce alla medesima porta. Circa il medesimo tempo fu fatto anche l'organo, opera del perugino Morettini. Il pagamento del prezzo fu tratto dal sopravanzo dell'amministrazione del prelegato Costa, tenuta per molti anni dal defondo Cappellano canonico Andreucci. Nel 1882 fu istituita la festa dell'Immacolata Concezione,
preceduta da novena. Nel 1889 si cominciò a praticare la funzioni di
ringraziamento al termine dell'anno civile. Nel 1892 fu istituita la
festa del Corpus Domini da farsi nella Domenica tra l'Ottava . Nel
Il rito col quale le sopranominate feste e funzioni vengono celebrate, come tutte le altre parti del culto, si trova descritto nell'opuscolo "le Consuetudini della Chiesa di S.ta Croce" conservato in sagrestia. Nel periodo sul quale ora c'intratteniamo, fu portato un aumento non solo all'ufficiatura della chiesa, ma altresì alla suppellettile e a ttutto il corredamento. Un parato rosso di lama d'oro in quarto. Due altre pianete rosse. Una pianeta bianca di seta con recami. Biancheria. sei camici con mozzetta rossa con sei ceri per le solennità. un baldacchino a sei aste. Un velo omerale. un grande strato per lo altare maggiore. Gli arazzi di gelsolino per gli otto pilastri della chiesa. La balaustra agli scalini del presbiterio. Il bussolone alla porta maggiore della chiesa e" la bussola alla minore. Tutti i banchi della chiesa, dei quali, otto di olmo e due di noce. La grande raggiera dorata. Il restauro e doratura di quasi tutti i candelieri e soprattutto dei due grandi messi a candelabro, della residenza maggiore, dai vasi di legno pei fiori, del semibusto di S. Filippo. Un'altra residenza fatta a raggiera. E altre cose minori di tal genere; ma soprattutto la erezione del nuovo campanile e l'acquisto del locale di Santacroce.
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La chiesa di Santacroce aveva un piccolo campanile a ventaglio, costruito, dopo la traslazione della sede della Parrocchia, sulla grossezza di un angolo della chiesa dalla parte della sagrestia, e aveva due piccole campane lasciatevi dalle monache. Nel 1889 vennero fuse le quaqttro nuove campane, comprendendo i, esse il metallo delle due presistenti, dal fabbro ferraio, versato ancora in altre arti affini e in quella della fusione delle campane, ereditata dalla famiglia Petrolini, Ezechiele Nessi, nato in Montefalco, ma qui domiciliato fino dalla sua giovinezza. Nello stesso tempo fu ancora incominciata la fabbrica del nuovo campanile, con disegno e sotto la direzione di don Valentino Benedetti-Valentini Cappellano di questa chiesa. Nell'anno seguente l'edificazione venne compita con una solidità più che ordinaria, perché garantita dallo scoglio delle fondamenta, dall'ottimo materiale impiegatovi, dalle tredici chiave di ferro in costruzione e dalla fedeltà del lavoro, ad onta che il muro esterno della sagrestia dalla parte di ponente già da tempo avesse subito un po' di sfianco. Il peso di ciascuna delle campane è come appresso: la maggiore Kili 520; la seconda Kili 290; la terza Kili 219,300; la quarta Kili 147. Il 29 gennajo 1891 dall'Arcivescovo di Spoleto Elvezio Mariano
Pagliari, con molto concorso di clero e discreto di popolo, venne
fatta la benedizione delle campane. La domenica 6 settembre istesso
anno fu celebrata la festa della SS.ma Croce per inaugurazione del
campanile e delle campane che in quel giorno suonarono la prima volta,
e fu una vera solennità. La chiesa, ornata della più splendita
paratura, eseguita dalla Casa
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La fabbricazione del campanile dette occasione ad una demolizione,
della quale conviene fare un ricordo. In via della Piaggia, e pricisamente dal piccolo largo apperto innanzi alla facciata di Sª
Croce, a circa metri 30 da esso largo, sulla sinistra, esisteva una
piccola chiesa, antica, rude, di forma rettangolare, perpetuamente
chiusa perché abbandonata, sotto il titolo di "Santa Maria del
Riscatto, ma colla denominazione popolare di "La Fraternita". Nulla ho
potuto rintracciare della sua origine e dello scopo. Siccome so che
Trevi, come altre logalità dell'Umbria e d'Italia, si è trovata più
volte aggredita dai saraceni, sia stata essa eretta per voto alla
Vergine, chiamata perciò del "Riscatto ? Non oserai affermarlo; è un
mio sospetto. L'antichità che si presentava quella costruzione, degna
della rusticità e grettezza del medio evo, la sua posizione nella
Piaggia, la parte del paese la più esposta agli assalimenti di quei
corsari, il titolo del Riscatto "de Redempsione, Captivorum"
dell'Ordine dei Mercedari di S.Pietro Novaro m'infondono tale
concettura. Ora questa chiesetta venne demolita per trarsene le pietre
riquadrate e i molti mattoni della sua ertissima volta alla fabbrica
del campanile, lasciandovici la parte inferiore dei muri per cinta a
chiudere il vivaio degli |
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Ecco quanto alla memoria dei posteri lascio circa il campanile e le campane. Qui poi presento l'interrogazione che essi per apostrofe m'indirizzeranno. Ma, e perché impiantare il campanile in quel posto, adatto sì per una parte della campagna circostante, ma inadatto per la Piaggia? Perché non farlo al disopra della chiesa? Vera e giusta osservazione! Rispondo ciò essere provenuta da due cause. la parte inferiore dell'ex monastero apparteneva ancora in quel tempo all'Orfanotrofio di S. Bartolomeo. Francesco Francesconi, ostile al clero e alle cose ecclesiastiche, benché con le sue solite lepide maniere, non aderiva, essendo presidente della Congregazione, sotto le Duemila lire, alla vendita di quella parte, che, dopo la di lui morte pochi anni appresso, si ebbe, in base di perizia, per £ 292. Intanto la frettomania dei Valentini (nota caratteristica di quella famiglia, per altro proba e rispettabile) non poteva contenersi per un ulteriore ritardo alla fabbricazione e ad Esso preferì di gettarci nella infelicità di quel posto.
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Parlatosi
del campanile, veniamo ora al locale di Santacroce. Già
si è detto al N°45 che il Rescritto della Congregazione della Riforma
ebbe attribuito all'Orfanotrofio questo locale coi beni superstiti ed
oneri del non riprestinato monastero. L'Orfanotrofio vi tenne la sua
residenza per pochi anni; dopo di che la sua amministrazione lo dette
in locazione ad alcune famiglie; ma intanto nei bisogni che le
sopravvenivano per la manutenzione dei suoi fabbricati, veniva
Qui però mi è necessario, indispensabile, di fare un'accurata esposizione del fatto della compra. Questa, come ho detto qui sopra, venne fatta a favore della Parrocchia nell'istrumento, ma nominalmente; in verità però si fece a favore della Sagrestia, acciocché entrasse nel patrimonio della Chiesa. Lo scambio del nome dell'acquirente - da Sagrestia a Parrocchia - si dové fare per salvare alla stessa Sagrestia la proprietà dell'acquisto dalle leggi demaniali ora vigenti, sovversive dell'asse ecclesiastico. Queste leggi, i beni fondiari delle Sagrestie li sottopongono alla conversione, per le quali le tolgono alle medesime, assegnando loro una rendita annua che si dice equivalente a quella prodotta dai fondi. Le parrocchie poi sino ad ora sono rimaste illese dalla demaniazione; ma, dato ancora che questa le debba in appresso colpire, la casa di abitazione del parroco ne resterà sempre esente. E il locale, di cui è parola, forma tutto uno assieme, un fabbricato unico alla casa parrocchiale, della quale esso è parte. Dunque, in qualunque peggior caso, resterà sempre salvo. Ed ecco la ragione dello scambio. Mi è premuto, ed era di grande importanza, il fare questa spiegazione, afinché nel procedere dei tempi, il detto scambio non abbia a produrre <75v> un erore nei futuri Rettori della Parrocchia, precludendo così la via a qualunque usurpazione, anche involontaria e di buona fede, a danno della chiesa. E per assicurare sempre più sodamente la memoria della proprietà, non sentendomi punto tranquillo di affidare questa dichiarazione unicamente allo scritto, alla carta, come adesso fo, la quale potrà andare facilmente stracciata, e questo libro probabilmente mandato alla malora; di più ho incastonato alla faccia interna del muro che soprasta il portone interno del locale, una Pietra, ben più solida della carta, nella quale ho inciso queste parole - Proprietà della Sagrestia della chiesa di Sª Croce - La stessa dichiarazione poi l'ho registrata in appendice, alla copia autentica dell'istrumento, e nel libro attuale dell'Amministrazione della Sagrestia. Siccome poi il detto locale è gravato di due tasse, l'una di manomorta per £ 12,54, l'altra di fabbricato per £ 1,76: in tutto £ 14,30; questa somma dev'essere rimborsata al Parroco, il quale la impronta, essendo intestata nei ruoli di esigenza governativa, a nome della Parrocchia. Ora però ambedue queste tasse non appariscono più distinte dalle due degli stessi titoli, spettanti alla Parrocchia, essendo state fuse insieme. Fatto l'acquisto nel modo sopradetto, poco appresso si dié mano ai
lavori di fortificazione che per un sottomuro niente piccolo, cinque
speroni e altri accessori importarono una spesa rilevante; e a questa
fu aggiunta anche quella d'altri vivagli d'ulivi con la formazione di
altre aree coltivabili, impiantate sulle volte dei fondi, che stanno
lungo la strada che corre alla |
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L'accrescimento dell'ufficiatura e corredamento della chiesa, la
costruzione del campanile fornito di quattro campane, l'acquisto del
locale di Santacroce, le opere di fortificazione e di riparazioni:
insomma tutto l'esposto in questo capo potrà eccitare in chi legge un
senso di meraviglia. Spese ingenti! angusto il patrimonio della chiesa
e dove la miniera, donde tratto tanto danaro?... La famiglia Natili era già da lungo tempo domiciliata nella Piaggia,
dove ebbe eretto un fabbricato non piccolo per propria abitazione,
quello che fiancheggia la via al lato opposto alla chiesa di
S.Stefano, parimenti di sua proprietà, con
Della famiglia Benedetti-Valentini, agricola per la posizione istessa
della sua casa di abitazione, ma civile, agiata, religiosa, proba,
ordinata, attivissima, nacque nel 1847 il minore dei quattro fratelli,
Isidoro, pronepote dell'altro Isidoro già Cappellano di questa
chiesa e istitutore del Legato per la festa di S. Filippo, morto nel
1840. Alunno in questo collegio per due o tre anni, lo studio e le
lettere non erano del suo genio. Però di un buon senso e di una
giustatezza di pensiero pratico non comune, di eloquio facile e di
avvedutezza tale a cui nulla o poco sfugge nell'attualità e nelle
previsioni. Neppure ventenne ebbe in mano le redini della famiglia,
quando essa si sgomentò dinanzi al pericolo di una catastrofe;
In proposito della Congregazione di Carità ho dimenticato qui sopra di
annotare una cosa che non deve rimanere nel silenzio. Il servizio
farmaceutico qui in Trevi da molti anni era cattivo; medicinali men che
buoni e talvolta sostituiti, prezzi tuttaltro che comuni. Deprorato
sempre questo sconcio, e finalmente fattasi operare la necessità di
ripararvi, il Benedetti-Valentini se Ora, tutto ciò che nel periodo contemporaneo è stato fatto qui in
Santacroce, cominciando dalla nuova parte della Chiesa dopo l'incendio
e restauro della scalinata, essendo allora ancora in vita la
Benefattrice; tutto è stato fatto coi mezzi elargiti da Essa. sia
merito dunque a Lei appresso Iddio e memoria di riconoscente
gratitudine presso i futuri Parroci e Cappellani della Chiesa, nonché
presso i parrocchiani, se questi fossero capaci di darsi pensiero ad
osservare la cosa e di concipire Isidoro, per questo titolo di erede, ha dovuto sentire intorno a sé
un fremito sommerso di dispetto e d'indignazione, quasi come per una
fraudolenta sobillazione a quella buona donna per carpirne la spoglia
ereditaria; ora, in parte, calmato dopo tutto ciò che è stato veduto,
ma, in parte, ancora perdurante nei più maligni, specialmente per odio
ai suoi sentimenti. Peraltro essi, cime chiunque ha la coscienza
pura, tranquillo l'animo, serena la mente, procede senza punto
turbarsi, potendo applicarsi ciò che il Parini disse di sé medesimo
...... che ai buoni amico Alto disdegna il basso volgo maligno.
Sebbene, forse, ad onta di tutto ciò, la superiorità dello spirito non
vale in lui a sostenere in tutto il vigore l'infermità del corpo; e
chi sa che l'indebolimento del cuore, in lui da qualche tempo
prodotto, sia stata la ripercussione di qualche patena
[= patema?] ereditario! |
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