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Don Eugenio Venturini
Parrocchia di Santa Croce in Trevi. Memorie
pagina in elaborazione
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CAPO 9° IL LEGATO LUPACCHINI E IL CATECHISMO |
Nota:Tra parentesi acute < > è riportato il numero della carta (foglio). Eventuali parole divise tra due pagine sono state trascritte per intero nella pagina che precede.
Il testo in colore, tra parentesi quadre [ ] è stato aggiunto all'atto della trascrizione
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Il Catechismo ... il libro più importante dopo il Vangelo" così lo ha
detto in una delle sue Conferenze alla corte di Napoleone III il
padre Gioacchino Ventura, quell'insigne illustrazione scientifica
dell'Ordine Teatino. Tale importanza ben fu sentita da quell'anima
buona del Priore Lupacchini, che , come si è detto al Nº46 fra le sue
benemerenze istituì a pro di questa parrocchia, in amministrazione
attribuita la parroco, un legato per la Dottrina Cristiana, costituito
nella somma di scudi quattrocento pari a £ 2126. Siccome Egli non lasciò al legato, come si suole, nel testamento, ma in modo fiduciario, affidandolo all'Arciprete Natalucci; così al medesimo commise di farne l'esecuzione col monirlo dell'approvazione dell'Autorità Ecclesiastica ed un apposito Regolamento, anco esso riconosciuto dalla medesima; come poi si effettuò col Decreto del 15 Gennaio 1853. Lo scopo del legato era che la rendita annua del capitale si dovesse erogare, previo esame, in due premi a due giovani della parrocchia, l'uno maschio - l'altro, femmina col riparto al 1.mo, di un quarto, e alla 2ª, di tre quarti, affinché questa la maggiore somma debba servire quasi di una piccola dote al suo collogamento sia allo stato matrimoniale, sia nel religioso, e mantenerla intanto alla buona condotta di onestà fino al prendere detto stato, e, senza questo, fino a una età determinata. <65v> Il danaro, con atto del notaro trevano Giovan-Battista Fontana, 30 7bre 1847, venne costituito a Censo contrattato con un tal Pietro Lorenzoni da Torre-Orsina per l'annuo frutto al 6% di scudi 24 pari a £ 127,68. In appresso, il Censo venne accollato da Giuseppe Governa, perito agrimensore dello stesso luogo, del quale tutt'ora è debitore. Però questo è disposto a restituirlo tra poco; dopo di che prevedo che dovrà convertirsi in consolidato. E così il capitale andrà a allargarsi, donde già una volta si fece ogni sforzo di esimernelo; quando nel 1879 lo stesso Governa significò la sua volontà di restituire il Censo. Allora il Priore Pesciajoli assecondato volentieri dall'Autorità diocesana, per distornare il Governa dalla risoluzione presa, convenne con Esso verbalmente di ridurre l'interesse annuo a lire cento. Inoltre il governo su tutte le rnedite dei beni mobili, e così anche su quello dei Censi, impose una tassa detta mobiliare, in ragione del 13 per %, che indi a non molto elevò al 20. Per tutto ciò il netto di questo reddito si ridusse a lire Ottanta. Tutto questo sembra non bastasse a descapitare tale, male avventurata quanto pia, istituzione. Durante l'amministrazione dello stesso Pesciajoli, per alcuni anni restò sospesa la premiazione, non saprei per qual motivo. Dopo la di lui morte la somma cumulata fu messa nella Cassa di Risparmio di Spoleto in due depositi distinti, constatati dai due rispettivi libretti. Questi dall'Economo della Parrocchia allora acante furono consegnati all'Arcivescovo Pagliari. Io poi, informato della cosa, più volte ebbi a <66> domandare i libretti al medesimo, il quale mi rispondeva di non averli presenti, promettendo di ricercarli; ma da lui nulla si ebbe. Appena accaduta la sua morte, rinnovai la domanda al suo Cancelliere, il quale era incaricato dello spoglio delle carte del defonto. Finalmente ebbe da lui in risposta che - i depositi ecclesiastici fatti presso monsignor Pagliari erano rimasti a pochissimi, e che questi pochissimi erano ridotti ai minimi termini, perché da lui consumati, parte per le accademie e parte pel seminario; e che i due spettanti alla parrocchia di Santacroce non punto esistevano. In tal modo si ebbe anche questa perdita. Ho accennato di sopra il Regolamento in 16 articoli fatto per il retto adempimento del legato. Mi dispenso però qui di trascriverlo, perché si trova nella sua forma originaria nel libro del Legato Lupacchini, il qual libro deve sempre tenersi ben custodito e conservato. Per la stessa ragione mi dispenso di esporre il modo di procedere sia per gli esami che pel conferimento dei premi; per le quali cose mi richiamo allo stesso libro - In ultimo annoto che oltre il detto libro deva tenersene un secondo nel quale si registra la gestione di ciascun anno, tanto per l'introito quanto per l'esito, nonché il risultato degli esami e la consegna dei premi. |
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Circa il tempo e il modo dell'insegnamento della Dottrina, ecco la
pratica che si tiene. In quanto al tempo: si fanno principalmente due <66v> corsi d'istruzione, l'uno nella quaresima, l'altro dopo la mietitura per circa un mese, e questo secondo corso serve soprattutto per la prima Comunione, e poi anche per gli esami della premiazione. Ambedue si fanno al mattino di buon'ora, perché questo è il tempo più opportuno pei ragazzi, sia di scuola, sia di campagna, sia di mestiere. Di più, nel pomeriggio delle Domeniche, non impedite, dopo l'ottava del C.Domini e dopo la prima di Novembre. In ordine al modo, questo è del tenore seguente. Nell'insegnamento del catechismo si distinguono due parti: le formole e le spiegazioni di esse. Le formole, intendo, il Credo, i Precetti del Decalogo e tutte le altre. Le dette formole, che sono le medesime in tutti i diversi catechismi, perché universali e invariabili, sono poche e facili. A questo poi è bene aggiungere quelle preghiere latine, che qui si recitano o si cantano anche dal popolo, come la Salve Regina, il Tantum-ergo, e altre poche. Ogni istruzione catechistica, dopo una breve preghiera, si incomincia coll'insegnamento d'una delle forme; dipoi si passa alle spiegazioni, principiando dal Credo e poi, a mano a mano, di tutti del resto. La spiegazione viene fatta con linguaggio chiaro semplice e famigliare, e illustrata, possibilmente, da qualche fatto analogo, vero o, in mancanza, anche immaginario. Di poi per via d'interrogazioni la spiegazione si fa ripetere dagli alunni, ciascuno in particolare, specialmente i più grandi, finché sia penetrata nella loro mente.
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La sostanza dell'insegnamento catechistico non istà punto, come
alcuni crederebbero, nelle formole, le <67> quali sono un mero sommario, o meglio, quasi un indice della Fede e legge Cristiana; ma sta tutto nelle spiegazioni. Il Credo contiene il simbolo di tutta la fede. In esso s'insegna la grand'opera della Creazione, l'altra, ancora più grande, della Redenzione; { la vita eterna, alla quale è preordinata e creazione: canc.} la costituzione e il Ministero della Chiesa, la vita eterna, alla quale è preordinata e creazione e redenzione e chiesa, e il tutto d'ogni genere fatto nel tempo. La legge cristiana viene contenuta nei precetti del decalogo che stabiliscono la base, sulla quale poggia tutto l'ordine morale; nei precetti dell'amore verso Dio e verso il prossimo, che riassumono e comprendono tutto il decalogo = Ex his duobus praeceptis universa lex pendet et prophetat =; quindi le Opere della Misericordia, che danno l'esplicamento all'amore del prossimo; nei Precetti della Chiesa, che impongono le pratiche religiose, concernenti l'adempimento della legge. Quindi seguono le Virtù teologali e cardinali, che sono la fonte, dalla quale emanano le buone opere in osservanza della legge - i Vizi Capitali, sorgenti principali dei peccati, che ne sono la trasgressione. In ultimo i Sagramenti, che sono i canali della grazia ausiliatrice e santificatrice, che corroborano il cristiano a mantenersi nella professione della fede e nell'adempimento della legge, e compiono la di lui santificazione. Ma tutta questa teologia, e dommatica e morale, per sé medesima quanto alta anzi sublime, acconciarla all'intelligenze volgare e idiota sempre <67v> sempre chiuse nel concreto, senza mai aprirsi ad una costruzione di qualche elevatezza, e che deve per soprappiù venir comunicata con linguaggio non proprio, e quasi direi, tecnico della materia, ma bensì vernacolo, quello che si usa dal popolo; è essa cosa leggiera e facile? Tutt'altro, io credo. Ed è appunto questa opinione, creatami dall'esperienza su me stesso e altri, che mi ha portato più volte a deplorare tra me stesso il gran vuoto, che per questa parte si lascia nell'educazione del clero novello, come gli venne data nei seminari. Oltre di ciò non si ha un testo di catechismo armoniosamente formato a tal'uopo, imposto universalmente a doversi seguire. Non si ha una guida didattica. E' forse questo l'unico vuoto dell'educazione dei chierici? Ma, per vera disavventura, a quanto ora detto si aggiunge quello di un tirocinio, che prepari con una pratica precedente al ministero parrocchiale. Dai ristretti muri del seminario, dove, ordinariamente dalla prima giovinezza rinchiuso il novello sacerdote viene di un tratto balzato all'aperto della società, in un genere di vita tanto diverso e nello esercizio di un ministero pubblico e angusto, di cui non ha avuto mai la minima pratica, povero giovane! come saprà, come potrà fare? Eppure ancor esso è membro di quel corpo, il sacerdozio, al quale il suo divino Fondatore ha dato la missione di esser lux mundi, sal terrae. Nella vita organica del clero vi sarebbe ancora qualche altro vuoto, ma di parlarne non est hic locus. |
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Piuttosto si può dar luogo a lasciare un breve ricordo circa lo stato
dell'istruzione religiosa di questo In ordine alla parte morale andrebbe meglio, e la ragione ne è
chiara. Se nelle facoltà intellettive dell'uomo non vi sono le idee
innate, credo però che nelle volutive vi sia innato, confuso e in
embrione, come tutte le cose ai loro principi, il sentimento della
moralità, dei doveri che incombono, dai quali nascono i diritti. La
morale cristiana è l'eco della morale naturale; quella fissa,
determina e compie questa; lo che fece dire a Tertulliano = homo
nascitur naturaliter christianus = Volete voi vedere a prova certa la
cognizione che ha il popolo delle ______________________
[appendice, segue <68v>. Grafia di
D. Aurelio Bonaca]
Nel 1932 l'ipoteca per assicurare il censo Lupacchini era scaduta
e nessuno aveva pensato a rinnovarla. Nel 1937 il Sig. Quintili
Ercole, a cui carico era il censo stesso, dichiarò di non voler più
oltre pagare e domandò il rimborso delle annualità pagate dopo scaduta
l'ipoteca.
Spett.Prof.D.Aurelio Bonaca Priore di S.Croce Trevi In riscontro pregiata V. del 7 corrente invio assegno della Cassa di Risparmio di Terni N. 0.960.963.5 di lire 2685.10 a saldo capitale e interessi del Censo Lupacchini. Nell'inviarmi la quietanza avrò grato se con essa sarà richiamata la delibera della Curia autorizzante l'estinzione del Censo, nonché l'e... dell'atto costitutivo del censo medesimo. Distinti ossequi.
f.to:-Quintili Ercole.
<< Io sottoscritto, priore di S.Croce in Trevi, dichiaro di aver
ricevuto dal Sig. Quintili Ercole da Torre Orsina, domiciliato in
Terni, Via Tacito N.39, a tacitazione completa di ogni suo dare a
questo Priorato (salvo le spese e diritti per la cancellazione del
corrispondente articolo di imposta Ricchezza Mobile la somma di
£.2685.10 (dico lire duemilaseicentottantacinque e cent. dieci) per
quanto appresso: |
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1°- Sorte (capitale) del censo Lupacchini creato con atto del notaio trevano Giambattista Fontana del 30 settembre 1847 a carico di Pietro Lorenzoni di Torre Orsina ed ultimamente a carico del Sig. Quintili Ercole |
£. 2128.00 |
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2°-Aumento del 5% (R.D.L. 11-7-1925 n.998 Art.10) |
£. 425.60 £. 92.25
£. 39.25 |
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£. 2685.10 |
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Trevi, 2( Giugno 1938 - XVI. f.to:- D.Aurelio Bonaca Priore di S.Croce.>> |
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Fu rimessa a S.E.R.ma Mons. Arcivescovo la somma di £. 2553.60 perché
sia rinvestita in cinque titoli di Stato elencati a pag.116 di questo
libro che danno la rendita netta di £. 135, da cui però bisogna
detrarre la tassa in favore dell'Ufficio Diocesano. |
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Grafica e gestione: Explica s.r.l. Aggiornamento: 27 aprile 2017. |