| ||||
I Cattanei Lombardi.1 di Trevi
da una ricerca del Dott. Leonardo Dialti (1925 - 2007)
3- I Cattanei Lombardi a Trevi
Solo recentemente e casualmente, in occasione di una visita a Trevi, mi sono procurato una piccola ben fatta Guida di Trevi, del Prof. Silvestro Nessi e Sandro Ceccaroni, edita negli anni passati (1979), e successivamente ampliata, aggiornata e migliorata, a cura dell?Avv. Carlo Zenobi, ed edita dal Comune di Trevi nel 1991 (19), in una bella veste tipografica e molto bene illustrata. In questa guida, di 134 pagine, vi sono naturalmente anche valutazioni storiche ed affermazioni che desidero riportare su questi appunti. Gli autori della parte storica della Guida, affermano: ?Una classe di nobili, forse discendenti degli antichi longobardi invasori (?cattanei lombardi?), abbastanza agguerrita, detenne a lungo il potere; ma nel 1260, vedendo che questo correva pericolo, si confederarono con Spoleto, includendo nei patti una clausola che vietava agli spoletini di fare concordia e pace con gli uomini del popolo(?cum hominibus de populo castri Trevii sine voluntate ipsorum?), e che non venisse consentita una comunanza diversa da quella esistente (?non permittet fieri aliquam conmunantiam de novo hominibus de populo dicti castri?)? ?Per uscire da quella pericolosa morsa rappresentata da Spoleto e da Foligno, Trevi nel 1285, si alle?con Perugia nella guerra contro i Folignati. Nel 1305, Trevi era contro Montefalco, che gli contendeva l?uso esclusivo delle acque del Clitunno, in guerra armata, che il Parlamento indetto in quell?anno dal Rettore del Ducato non riusc?a comporre. Nel 1310, i ghibellini di Spoleto, avuto il sopravvento nella loro citt?entrarono in Trevi dove pure cacciarono i guelfi; ma tre giorni appresso, truppe di Perugia e di Foligno espulsero i ghibellini e rimisero in auge la parte avversa. Il Comune di Trevi, come si vede, riusc?a conquistare la sua autonomia con uno sforzo notevole?.
|
19) NESSI, Silvestro e CECCARONI, Sandro, Guida di Trevi, editore il Comune di Trevi, 2? edizione aggiornata a cura dell?Avv. Carlo Zenobi nel 1991, pagine 133,16?, molto ben illustrata da Bernardino Sperandio. |
|
Per quanto riguarda i Cattanei Lombardi di Trevi, dobbiamo il loro ricordo esclusivamente ai conosciuti manoscritti del 1260 (e del 1254 per quanto riguarda Castelritaldi), ed alla religiosit?con cui soprattutto Spoleto ha conservato questi manoscritti, (o comunque loro copie originali), a documentazione e giustificazione di ogni suo allargamento territoriale (20). In tutti questi manoscritti non sono nominati altri cattanei lombardi, all?infuori di quelli di Trevi e solamente due sono citati come ?lombardi? di Castelritaldi. Eppure sono decine i manoscritti spoletini che attestano le ?sommissioni? di cittadine, castra, castelli, territori, ecc.; questo conferma che con altri castellani dell?Umbria vi era una certa e mantenuta differenza di origine: i Capitanei Lombardorum, sono solamente gli amministratori della cittadina e del castrum Trebii. Auguriamoci che nel futuro codice diplomatico spoletino possano trovarsi altri manoscritti e cartule da cui desumere ricordi storici riguardanti tutti gli altri paesi del Ducato. |
20) E? importante osservare con quanta religiosit?Spoleto ha saputo conservare questa documentazione di manoscritti riguardante la documentazione storica che certificava come tante piccole localit?vicine, ed anche comuni pi?grossi come ad esempio Trevi, avessero chiesto di poter confluire politicamente nel Comune di Spoleto, con manoscritti notarili che venivano gelosamente conservati. Non v?era altra possibilit?di ricordare a tutti i posteri quanto era stato pacificamente stabilito localmente fra le varie popolazioni. La donazione di Costantino guidava?! |
|
Trevi, antico Castrum Romano, ? stato quindi successivamente ampliato e vissuto dai Cattanei Lombardi e dai Trevani dell?epoca. E? pacifico che Trevi, come viene ricordato nella conosciute Carte del Monastero della Chiesa di Sassovivo, negli anni 1085, 1103 e 1122 era sicuramente un gastaldato (21), ma i duchi lasciavano a tutti i paesi il diritto di governarsi con una certa indipendenza, avviandoli nel tempo ai consoli ed ai podest? Carlo Magno, una volta neutralizzato il Re longobardo Desiderio, ed avere acquisito il titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero e di Rex Longobardorum, impose alcune importanti sostituzioni dei governanti locali, ma in pratica lasci?pressoch?integro il sistema di governo locale minore longobardo. Trascorsi poi altri quattrocento anni, alla met?del XIII? secolo, per le variate condizioni di vita locale, la maggioranza di tanti piccoli Comuni della Valle, non riuscendo pi?a provvedere singolarmente al governo ed alla difesa, ha sentito la necessit?di una riunificazione difensiva allargata con i pi?potenti vicini, unendosi, come nel nostro caso, politicamente e difensivamente con quella cittadina che rappresentava l?antico ducato di Spoleto, e che era la pi?grande e pi?forte dell?Umbria inferiore. Trevi ha convissuto con i Cattanei Lombardi, Longobardi o Italiani Longobardizzati, o Lombardi che fossero, coltivando la terra e difendendosi solo contro i nemici esterni dal 600 al 1260, ben amalgamati con gli autoctoni. La buona commensalit?si ?nel tempo mantenuta per oltre 600 anni, lottando insieme solo contro gli invasori esterni e i delinquenti di ogni tempo; non c?era tempo da poter dedicare alla litigiosit?interna, ma occorreva difendere ogni cosa dagli aggressori esterni. Chi deve continuamente pensare a difendersi, come attestano castelli e mura, ha meno tempo per poter litigare! Poi la storia locale cambia: fino al 1260 avevano governato l?Impero e la Chiesa, che garantivano tanti diritti e difesa. Le macchine da guerra, le balestre, l?aumento della popolazione italiana e gli eserciti professionali in affitto renderanno indifendibili i territori che si appoggiavano al castelletto di campagna o alle citt?fortificate minori. Di rilievo storico il reperto del 1667: in occasione di lavori in piazza del mercato, fu trovato il cadavere di un guerriero con fibbie auree e croce aurea al petto, reperto di sepoltura certamente longobarda.
|
21) AA.VV. - Le Carte dell?Abbazia e del Monastero di S. Croce di Sassovivo, dall?anno 1023 al 1231, opera monumentale in 7 volumi finora pubblicati, editore Olschki di Firenze dal 1973 al 1983. Vedi anche bibliografia. Non deve meravigliare la definizione di gastaldato negli anni 1085. 1103 e 1122. Carlo Magno, nel 776, per annientare la memoria dei longobardi, aveva diviso i dipendenti dell?Impero in conti, centenari e vicari, al posto di duchi, sculdasci e gastaldi. Il nome di conte rimase, ma le denominazioni di sculdascio e gastaldo mantennero un tale predominio su quelle di centenario e di vicario, perch?Pipino, Re d?Italia, le ritorn?ad uso legale, vivente ancora Carlo Magno (ci?nel Capitolario anno 806, c. ed altri). Questa notizia in Leo, Enrico, Storia degli Stati Italiani, vedi bibliografia. I? vol., pag. 87. | |
La storia dal 500 al 1100 ?quella condensata da Carlo Zenobi (22). Nell?830 i Saraceni distruggono Foligno,Spoleto, Bevagna, Tadino, Assisi e Trevi. L?elezione di Lotario di Suplimburgo (1060-1137) ad imperatore era stata voluta nel 1125 da Onorio II?, che aveva scomunicato il suo avversario Corrado di Hohenstaufen nel 1128. Alle dipendenze dirette di Lotario II?, trattenutosi a lungo a Volterra, era ?Anastasius lombardus nobilis volterranus ed heros Loctarii II Imperator?, che noi gi?conosciamo, e che scelse come residenza Castel Ritaldi nel 1134. Nel 1214 ci fu la distruzione di Trevi da parte egli Spoletini,(con la connivenza del duca Teopoldo), e la successiva ricostruzione. Interessante a questo proposito rilevare che dove c?erano i Duchi, esisteva gi?una libert?politica comunale per determinate decisioni. |
22) ZENOBI, Carlo, Trevi antica dal neolitico al 1214, editore Trabalza, Spoleto, 1995, pag. 196-200. | |
?Sul principio del Febbraio 1221?.Onorio (Papa Onorio III?), pot? tranquillamente confessare che, con l?aiuto dell?Imperatore (Federico II?), ei dominava in pace sopra Spoleto, su gran parte della Contea di Matilde e sovra tutto il Patrimonium, dal ponte sul Liri fino a Radicofani. Frattanto la ribelle Marca di Ancona era concessa in feudo a Azzo d?Este, e questo feudatario, in nome della Chiesa, veramente la riduceva a soggezione? Citazione in Gregorovius, Storia di Roma (23). Invece nel 1228 Federico II? invade e danneggia Trevi perch?? guelfa. Nel 1235 Federico II?, ?a Foligno, che lo accoglie in festa. Poi nel 1236 Perugini, Orvietani e Spoletini riprendono il potere e riportano Foligno alla Chiesa. Nell?autunno del 1239 ritorna Enzo e ristabilisce il potere ai Ghibellini in Foligno, preparando il ritorno del padre Federico II?. La dominazione imperiale continuer? fino al 1254. Nel 1248 Federico appoggia i Folignati contro Nocera. Infine del 1249-1250 Federico II? si fermer?a Montefalco. Morir? poi improvvisamente nel 1250 nel Castello di Fiorentino in Capitanata, mentre si trasferiva nelle Puglie. |
23) GREGOROVIUS, Ferdinando, Storia della Citt?di Roma, ed. Romagna, Roma, 1912, 4 volumi in 4? piccolo, rifer, vol. II, cap. IX, pag.730.. |
|
Qualche prestazione militare esterna era certamente fornita dai Cattanei Lombardi , evidentemente nei limiti legali accettati e concessi dall?epoca: in Fumi Achille, codice diplomatico del comune di Orvieto, (24), ho trovato riportato un manoscritto, che ?una ricevuta, numerata CXCVIII, datata 21 Giugno 1231, in cui sono nominati alcuni cittadini trevani che vengono pagati per le loro prestazioni militari a favore del Comune di Orvieto:? occasione servitii quod fecerunt comunitati, et quia venerunt in servitium Civitatis et Comunis W. cum equis et armis?(allegato n? 5 ). Vengono elencati come cittadini trevani: Guglielmo ?Gualterii?, Pietro Ranaldo, Gilio ?Todini?, Martino ?Johannis?, e Giovanni ?Leopardi?. Fra questi vi ? Martino Johannis, Cattaneo Lombardo di Trevi, che ?elencato (trent?anni dopo) anche nei msc. LIII del 25 Marzo 1260, Reg. 49 e 48 dell?archivio antico Comune di Spoleto, di cui abbiamo parlato pi? volte. In questi elenchi, il cavaliere in oggetto ?presentato come C. d.no Martino d.ni Johannis. La doppia anteposizione di dominus, indica senza ombra di dubbio che si trattava di persona molto in vista anche fra i Cattanei Lombardi suddetti, e di famiglia molto nota e forse anche facoltosa. Nel 1230 non era iniziata l?epoca dei soldati di ventura. La semplicit?con cui viene stesa la ricevuta in oggetto, costituente il manoscritto, indica come cosa normale che cavalieri, soldati in genere, ben preparati, (con dotazione di armi, cavalcature e aiutante accompagnatore, come era d?obbligo ai cavalieri dell?epoca), facessero prestazioni militari a pagamento in difesa della gente che militarmente non era preparata. Questo indica che i Cattanei Lombardi di Trevi, indubbiamente anche castellani degli antichi castra Trebii, si dedicavano inoltre a fornire quella che si chiama oggi assistenza militare alle cittadine vicine, anche molto importanti, come ad esempio Orvieto. |
24) FUMI, Conte Achille, Codice Diplomatico del Comune di Orvieto, Firenze,1884. |
|
Esiste poi un altro interessante manoscritto riguardante Trevi ed i suoi cittadini. E? quello riportato sempre da Achille Sansi,(25)A.. Si tratta del msc. LXIII , 1274, 22 Maggio titolato ?I Trevani danno mandato ad Alberico, di Benvenuto, di rimettere e condonare agli spoletini le offese che avevano loro recate pe? fatti di Camero ed Orzano, e a compromettere le differenze in alcuni Arbitri?, conservato come Memoriale fogl. 62 dell?antico Archivio del Comune di Spoleto (allegato 4/1). La nota a fondo pagina, precisa che a questo msc. segue il Memoriale fogl. 66 (allegato n? 4/2), nel quale viene anche data quietanza relativa ai 72 prigionieri trevani che erano stati catturati dagli Spoletini durante i combattimenti per Cammero ed Orzano. I 76 personaggi nominati sono cittadini trevani che chiedono di intavolare rapporti col Comune di Spoleto, per una pacificazione generale fra le due cittadine, contemplante anche la restituzione dei 72 prigionieri trevani, che non sono ivi elencati. Come ho gi? scritto, fra questi 76 cittadini trevani riportati nel msc. Memoriale 66 dell?archivio antico del Comune di Spoleto (anno 1274), vi ?un solo Cattaneo lombardo che figura negli altri msc. conosciuti, Reg. fogl. 49 e 48, datati 1260, 25 Marzo; questo Cattaneo Lombardo era allora indicato ?dom.no Sivino dom.ni philippi simi syndico et procuratori Capitan. Lombardorum et naturalium Capitan. Castri Trebii et ipsis capitan. Lambardis et naturalibus? mentre ora, trascorsi quattordici anni, nella nota del Memoriale fogl. 66, ?pi?semplicemente indicato d.no Sevino dom.ni phylippi?, e non viene indicato neppure come cattaneo o lombardo. Ma in ogni caso ?pacifico che dopo quattordici anni dalla firma del primo msc., il rappresentante dei Cattanei Lombardi di Trevi, anche se non viene pi?indicato come vice sindaco, ?pur sempre un personaggio in vista e considerato, cui poter affidare un incarico importante come questo. E? legittimo pensare che nel 1274, dopo 14 anni, i Cattanei Lombardi si fossero in parte gi?allontanati da Trevi, e pertanto anche l?azione militare dei trevani contro Cammero ed Orsano del 1274, sia stata ideata e condotta dalle nuove autorit?di Trevi, conclusasi infelicemente con molti morti e 72 prigionieri. Ma non conosco neppure documenti storici che permettano di confermare questa conclusione, o viceversa, che fossero i Cattanei Lombardi di Trevi i responsabili della rivolta per Cammero ed Orsano e delle sue conseguenze. In ogni caso dopo i manoscritti del 1260 non vengono pi?ricordati i Cattanei lombardi di Trevi. Ma ritorniamo alla fine del XI? secolo. Il Castellano minore non poteva pi? contrastare gli avversari, per le mutate condizioni legate al venir meno dell?Impero e dei Duchi di Spoleto, per l?aumento della popolazione e la maggiore libert?di tutti, per la progressiva affermazione del potere temporale della Chiesa, per il perfezionarsi dei mezzi di assedio. Il progresso civile e l?affermazione delle libert?comunali mutano le condizioni che nel passato avevano costretto anche le campagne a difendersi ed a riorganizzare tanti castelli. Ora si verifica la progressiva cessione di castelli e castellanie, a unit?pi?grandi e consistenti, i Comuni maggiori; tutti comprendono di non poter pi?esistere da soli e pertanto occorre appoggiarsi ad unit?pi?grosse e pi?facilmente difendibili. Bisogna anche constatare che i Duchi non avversavano la formazione dei Comuni, perch?i problemi che erano diversi dai propri, e indirettamente favorivano il mantenimento dell?ordine. Purtroppo l?epoca sar?poi travagliata anche dalla guerra civile fra Guelfi e Ghibellini, da bande armate e dal transito dei primi condottieri anche stranieri, da armamenti pi?pesanti che non permetteranno pi?la difesa e la resistenza della torre, del castelluccio isolato e delle cittadine isolate.
|
25) SANSI, Achille, Documenti storici ecc, opera citata, pagg. 332-334.
|
|
Leo descrive estesamente i problemi, che, sorti nel XII? secolo, portarono alla confluenza di molti abitanti dei minori centri urbani nei comuni pi? popolosi e pi?importanti, ed all?esodo, da questi centri minori, dei capitanei, dei piccoli conti e delle famiglie di parte della piccola nobilt?che ivi abitava (26). Sfogliando le pagine del Sansi (27), nella parte riguardante documenti del sec. XII?, vi ?un lungo elenco di manoscritti che attestano sottomissioni avvenute, nel tempo, molto prima di quella di Castel Ritaldi, ed ?doveroso riportarle perch?documentano il mutare delle umane cose verso la nuova entit?delle Repubbliche comunali: 1178 il Castello di Morice dei signori Arcuri 1180 la Rocca di Bazzano 1180 Coccorone, cio?l?attuale Montefalco 1190 Castello di Battiferro e le fortezze del Monastero di Ferentillo 1201 Norcia 1212 Castel del Lago 1213 Castello di Clarignano. Nello stesso anno il Duca di Spoleto Teopoldo promette ai Consoli di Spoleto, la sottomissione di Trevi nel caso che gli stessi riescano a distruggere le fortezze del territorio di Trevi. 1213 Fossato di Vico. 1217 Castello e Rocca di Ferentillo e del Vallo di Nera 1221 Cerreto 1228 Collem sive castrum Bufani 1229 Arrone1238 Rocca Acciarini 1239 Castel Zizzoli, Castello di Cammero,Porcaria, Tre Fratte del Vescovo, Gozo e Transarico 1241 conferma delle federazioni da parte di Federico II? al Comune di Spoleto 1247 conferma delle federazioni anche da parte del Cardinale legato Capocci 1254 Castel Ritaldi 1258 Castelli di Mevale, Giove e Belvedere degli Alviano Nessuna meraviglia, quindi, se nel 1260, come risulta dai msc. n? 48 e 49 del 1260, 25 Marzo, anche i Cattanei Lombardi di Trevi chiederanno la ?Federazione con Spoleto? (allegato 1). Speriamo che fra gli antichi documenti del Comune di Spoleto ve ne siano altri non ancora volgarizzati e che in tanti altri manoscritti e cartule d'epoca si possa trovare qualche altro documento storico. Auguriamoci che (come gi?avvenuto per Perugia, che negli ultimi anni a cura della Deputazione per la Storia Patria per l?Umbria, ha pubblicato la bella opera del Prof. Bartoli Langeli, Codice Diplomatico del Comune di Perugia ? vedi bibliografia), venga realizzato presto un Codice diplomatico del Comune di Spoleto, arricchito da un altrettanto meraviglioso indice dei nomi, che porti molte importanti notizie storiche della regione. E? una cosa indispensabile, anche perch?la consultazione diretta degli antichi documenti ?divenuta sempre pi? difficile agli studiosi non professionisti. Anche se, in proposito, lo studio di Silvestro Nessi sul ?Memoriale Comunis?, in Boll. St. Patria Umbra, vol. XXX (1983), non mi sembra apra la possibilit? a ulteriori scoperte. |
26) LEO, Enrico, Storia degli Stati Italiani, Soc. Edit. Fiorentina, Firenze, 1842, I?vol., pagg. 272-278. 27) SANSI, Achille, opera citata, Documenti ecc., pagg. 197-375. |
Cittadini di Trevi e C.Ritaldi dal 1200 al 1325
Ritorna alla PAGINA INDICE Famiglia Lambardi
075
Associazione Pro Trevi - I-06039 TREVI (PG) E-mail: protrevi@protrevi.com © 1996-2023 by F. Spellani |
Grafica e gestione: Explica s.r.l. Aggiornamento: 25 febbraio 2021. |
Note
1) Nella epigrafia locale e in molti documenti ?chiaramente
adottata la grafia Lambardi,
mentre in altri documenti si legge Lombardi.
Posto che ?gi?difficile distinguere in alcuni corsivi antichi la o
dalla a, si consiglia al lettore non specializzato la massima
prudenza nell'accomunare o separare le famiglie citate con le differenti
grafie. |