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I Cattanei Lombardi.1 di Trevi
da una ricerca del Dott. Leonardo Dialti (1925 - 2007)
1 - FONTI STORICHE
La fonte storica basilare che ci ha rivelato l'esistenza dei Cattanei Lombardi di Trevi, sono tre Manoscritti, di cui in seguito parleremo tante volte: i più importanti sono le due pergamene dell'anno 1260, 25 Marzo, catalogati nel Reg. 48 (allegato 2) e Reg. 49 (allegato 1) dell'Archivio antico del Comune di Spoleto, e quello dell'anno 1254, 19 Giugno, Inventario fgl. 96, (allegato 3) dello stesso Archivio Antico del Comune di Spoleto ed oggi conservati presso l'Archivio di Stato di Spoleto. I lavori di tutti gli storici che successivamente li hanno ricordati partono dalla conoscenza di queste tre pergamene, senza la conservazione delle quali nulla conosceremmo dei nostri Cattanei Lombardi di Trevi. I Cattanei Lombardi di Trevi probabilmente vissero a lungo nella valle del Clitunno; la citazione storica successiva più antica e più facilmente accessibile è quella di Durastante Natalucci; la sua monumentale: "Historia Universale dello Stato temporale ed ecclesiastico di Trevi -1745", solamente oggi è stata resa disponibile a tutti dalla attività di storico dell'Avv. Carlo Zenobi con la collaborazione di Franco Spellani. Il Natalucci, nella descrizione di alcune famiglie di Trevi, presenti nel 1745, indica anche quella della famiglia Lombardi, intorno alla quale scrive: "La Famiglia Lombardi della balia di S. Emiliano, di cui questo ne soggiunge il Campana:Nobiles Lombardi sunt Nobiles de Castri Ritaldorum et venerunt ex Volterra Aetruriae civitate hoc pacto: Anastasius Lombardus nobilis volterranus et heros Loctarii II Imperator petiit Trevium quando ipse Lotarius venit ad compescendum motus contra Innocentium coortus altero pontifice electo et ibi plantavit familiam de Lambardis et evasit nobilis et illustris famiglia, et, ultra alios viros magnificos, habuit cardinalem qui fuit vir officiosus et eruditus"(2). (non dobbiamo in proposito dimenticare che Papa Onorio II nel 1127, aveva conquistato Trevi!). "E non solo da più secoli è stata nobile di cognome et arme, che scorgesi nella Chiesa di S. Emiliano e di S. Francesco, nella loro casa ed altrove; ma una volta ne fu ricca e potente e molto considerata dalla città di Spoleto, ravvisandosi che i suoi soggetti, nel 1258, cederno a Lei il Castello di Castel Ritaldi e l'altro contigui detto del Poggio. Del 1260 si pacificarono con essa venendo alle seguenti considerabili convenzioni". E dal Natalucci viene trascritto il conosciuto manoscritto del 25 Marzo 1260 (allegato 1), di cui avremo più volte occasione di parlare, ma che per la verità riguarda i Cattanei Lombardi di Trevi e la città di Trevi e non quelli di Castelritaldi (di Anastasius Lombardus, per intenderci). È bene precisare che i cattanei lombardi di Castel Ritaldi sono invece compresi nel manoscritto del 1254, 19 Giugno, foglio 96 dell'Inventario, con i suoi allegati, il quale contiene elencati i nomi di detti cittadini che firmano la donazione del Castello di Castel Ritaldi e del Poggio, al Comune di Spoleto (allegato 3). Studiando l'elenco dei 37 nominativi di Castelritaldesi che firmano questa cessione, notiamo che solo due di essi, Bartholomeus d.ñi Manentis e Valterius Petrucci, si qualificano "lombardus de Castrolitaldi", mentre tutti sarebbero dovuti apparire come Cattanei Lombardi od almeno Lombardi di Castel Ritaldi. Ma occorre fare due ulteriori precisazioni: 1°) Non è possibile che gli 84 Cattanei Lombardi che figurano nei due manoscritti del 1260, riguardanti Trevi, siano tutti discendenti dell'Anastasius lombardus del 1137 da Castel Ritaldi: 84 cattanei sono 84 focolari e con i famigliari, almeno 300 persone! Anastasius non può in poco più di 100 anni avere già una tale discendenza diretta. 2°) Nessuno dei Lombardi che figurano nel manoscritto del 1254, elencante cittadini di Castel Ritaldi, figura poi nei due manoscritti del 1260 (sei anni dopo). Nei manoscritti del 1260 è indicato chiaramente che: "d.ño Sivino d.ñi Philippi simi syndico et procuratori Capitan. Lombardorum et naturalium Capitan. Castri Trebi et ipsis capitan. Lambardis" e nella procura: «ab ipsis Capitaneis et lambardis, et a naturalibus filiis ipsorum»(3). La genealogia dei Cattanei Lombardi secondo il Campana dovrebbe essere quella riportata dal Natalucci, ma per questi citati motivi a me appare molto dubbia. La verità è che mancano ricordi storici precisi riguardanti la regione, relativamente al periodo dal VI al XIV secolo; dobbiamo riconoscere che anche Natalucci non disponeva nel 1730-1740 di molte memorie più di noi. Achille Sansi, nel XVIII secolo, con la sua attività di studioso delle memorie patrie spoletine, ha compiuto un'opera che è stata alla base di ogni studio di Spoleto e Trevi medievali, prima della volgarizzazione dell'opera del Natalucci.(4)(5) Più recentemente l'Avv. Carlo Zenobi ha compiuto un ulteriore studio raccogliendo tutte le conoscenze storiche su Trevi del dopo Natalucci, fino alla 2^ guerra mondiale; con altra pubblicazione ha raccolto anche tutte le memorie più antichefino al 1200 (vedi bibliografia). |
1) NATALUCCI, Durastante, Historia universale dello Stato temporale ed ecclesiastico di Trevi - 1745, a cura di Carlo Zenobi, con la collaborazione di Franco Spellani, Ed. dell'Arquata, Foligno, 1985, pagg. 773-776.
2) CAMPANA, Fanusio, degli Uomini e Famiglie illustri d'Italia, nella biblioteca dei Filippini di Roma, al n° 23, lettera H, riportata in Natalucci, op. citata, bibliografia, foglio 1227, pag. 825. Il Capitaneo Anastasius Lombardus, cives volterraneus. Viene dichiarato "lombardus" ma porta un nome che potrebbe far sospettare una origine non Longobarda, né dell'Italia settentrionale, né toscana. Potrebbe essere di origine bizantina, detta comunemente anche greca. l'imperatore Lotario occupava evidentemente Volterra, già della Contessa Matilde, a dispetto degli Hohenstaufen che ne rivendicavano il possesso. Anastasius potrebbe essere volterrano, ma discendente da famiglie di comandanti bizantini che nel 1100 conservavano ancora punti di appoggio lungo le coste tirreniche. Perché quando l'Imperatore si accinge a rientrare in Germania (1134-35 circa),egli si reca a Castelritaldi, prossima alla regione chiamata Normannia? Ma è possibile anche che fosse Volterrano di nascita e considerato per questo lombardus. E perché non rimane a Volterra, o non segue l'Imperatore? A Castel Ritaldi sarà andato come pensionato, oppure inviatovi per un accordo fra il Papa e l'Imperatore? Trevi era sicuramente gastaldato ancora nel 1122. Nelle Carte del Monastero di Sassovivo, nell'anno 1141, si parla di "curte de trebi". Oppure "Anastasius lombardus" aveva già legami di famiglia con i Cattanei Lombardi di Castel Ritaldi o di Trevi? Questa rimane la spiegazione più seducente: quando l'Imperatore rientra in Germania, egli raggiunge i suoi correligionari longobardi o lombardi che facevano gli agricoltori ed i castellani in alcune località della valle del Clitunno. Poteva anche provenire originariamente da Castel Ritaldi. Per inquadrare meglio le cose, riporto quanto è scritto nel Dizionario dei personaggi storici, AA.VV, editore Zanichelli, Bologna, 1961, pag.183, e riferentisi a LOTARIO II di Suplimburgo (1060-1137), Imperatore ... fu a capo dell'opposizione sassone contro la Casa di Franconia, acerrimo avversario di Enrico V e di Federico di Waiblingen e di Hohenstaufen, duca di Svevia. Dopo la morte di Enrico V (1125), dal partito papale fu eletto Re di Germania nella Dieta di Magonza. Dopo aver sostenuto una lunga guerra contro gli avversari tedeschi, scese in Italia per cingervi la corona imperiale e risolvere il problema fra l'antipapa Clemente II, appoggiato da Ruggero II di Sicilia e Papa Innocenzo II, da cui ebbe in compenso la corona imperiale nella Basilica Lateranense (1133) e l'investitura dei beni Matildini. Tornato in Germania ottenne la sottomissione definitiva degli Svevi (1135) e poté tornare in Italia , dove rafforzò il dominio tedesco nell'Italia settentrionale e respinse Ruggero II il Normanno in Sicilia Nello stesso anno rientrerà poi in Germania, ove morirà. Per lo stesso personaggio vedi eventualmente anche Dizionario Universale del Medioevo,di Mattew E. Bunson.
3) SANSI, Conte Achille, Documenti storici inediti in sussidio allo studio delle Memorie Umbre, Foligno, 1879, in edizione anastatica promossa dall'Accademia Spoletina nell'anno 1972, 2^ parte, pag. 312 e nota. 4) SEVERI MINERVII, Spoletini civis, De rebus gestis Spoletinorum,atque antiquis monumentis Spoleti, è un manoscritto del 1600, che viene trascritto nel Sansi, A., Documenti storici inediti in sussidio allo studio delle memorie Umbre, Foligno, 1879, ed. anastatica 1972, a cura dell'Accademia Spoletina, pagg. 9-107. Non so se sia stato integralmente pubblicato dopo la trascrizione di Sansi. Sono comunque rare le citazioni riguardanti Trevi: a pag. 28 citazione del Duca Teopoldo (vedi nota di Sansi); a pag.34 problemi con Cammero e Ursano, e vengono citati: "et Lombardi nobiles treviates, qui tali cognomento dicebantur"; pag.46, fra le famiglie nobili di Spoleto ricorda solamente: "Ritaldi, a quibus Ritaldorum castrum dicitur"; a pag. 49, fra i castelli soggetti a Spoleto cita: "anno d.ni MCCLIII castrum Ritaldorum Spoletini habuerunt a Lambardis nobilibus de Trevio" (mentre, per la verità la ebbero dai Lombardi di Castel Ritaldi), a pag. 52 guerra fra Spoleto e Trevi con intervento di Perugia e Foligno a favore di Trevi.
5) PARRUCCIO ZAMPOLINI, Frammenti degli Annali de Spuliti, dal 1305 al 1424, manoscritto, custodito all'Archivio di Stato di Spoleto, e trascritto anch'esso nel Sansi, Achille, documenti storici inediti in sussidio allo studio delle Memorie Umbre, Foligno, 1879, in edizione anastatica del 1972 a cura dell'Accademia Spoletina, pagg. 111-170. Fra le citazioni: pag. 111, pag.134 (1395) Trevani e Biordo Michelotti; pag. 168.: (1417) cita fra i "nobili di Castri litaldi - Johanni de ciccu de corrado de castiritalli, cum filiis parvulis". Fra le numerose citazioni di cittadini, di Spoleto e di fuori, nessuna citazione di Trevani né di cattanei lombardi. |
Cittadini di Trevi e C.Ritaldi dal 1200 al 1325
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Note
1) Nella epigrafia locale e in molti documenti è chiaramente
adottata la grafia Lambardi,
mentre in altri documenti si legge Lombardi.
Posto che è già difficile distinguere in alcuni corsivi antichi la o
dalla a, si consiglia al lettore non specializzato la massima
prudenza nell'accomunare o separare le famiglie citate con le differenti
grafie. |