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I Cattanei Lombardi.1 di Trevi
da una ricerca del Dott. Leonardo Dialti (1925 - 2007)
2- I Cattanei Lombardi e i Lombardi.1
A questo punto è necessario fare una sintesi di quanto sono riuscito a trovare nella mia ricerca sui Cattanei e sui Cattanei Lombardi . In “Battaglia, Salvatore(6), i Cattanei erano Signori di un castello, vassalli, capitanei di castella, ma il nome deriva sostanzialmente dal latino capitaneus = capitano. Riporta anche una definizione di Muratori, L.A.: “questi Conti rurali e Nobili vassalli cominciarono a fondar castella, rocche e fortezze ne’ campi, ville, corti e poggi di loro ragione, e però furono ancora chiamati “castellani”, “Cattani”, eziandio col nome di capitaneus abbreviato”. Vedi Borghini, V.: “questo (la parola Nobile) era una spezie di particulare signoria, com’è quella di marchese, di conte ed altri tali; e per avventura assai simile a quelli che in certi luoghi (come ha ogni paese le sue proprietà) si chiaman valvassori o baroni, ed a noi ed altri cattani, ma erano di men dignità questi ch’è conti; se ben anche egli avean castella e tenute e vassalli”. Ancora in Villani, G. :” I Fiorentini andarono ad oste al castello di Combiata…..il quale era de’ cattanei della contrada che non voleano obbedire il comune e facevano guerra”. Vedi Malispini : ”poi vi vennono i Bondelmonti, ch’erano gentili uomini cattanei di contado”. In Tasso: “mettiamo dunque da l’un de’ lati il papa, il cardinale ... da l’altro l’imperatore, il re, il duca, il principe, il marchese, il conte, il capitano e ‘l cattaneo”. Ancora in Pascoli: “nel 1242, un lombardo podestà di Lucca, Guiscardo Pietrasanta, venne in Versilia a castigare i cattani discordanti e ribellanti, e disfece Gomielli e Montemagno, e fece Pietrasanta e Campomaggiore”. Nel Dizionario della Lingua Italiana, di Tullio De Mauro, il vocabolo Cattaneo è classificato come vocabolo obsoleto, etim. del XIII secolo, dal latino Capitanum; è il Signore di un Castello, Vassallo, Capitano. Il Vocabolo Lombardo è usato anteriormente al 1294, con sincope, come derivato da longobardo, e indica “della Lombardia”. Come basso uso indica anche “dell’Italia settentrionale oppure longobardo”. Colgo l’occasione per ricordare al lettore anche il termine gastaldo, vocabolo di origine longobarda. In latino castaldus o gastaldus, era l’amministratore locale della corte del Re, cioè curava localmente gli interessi del Re, dipendeva direttamente da lui ed era alle volte anche contro i governanti locali. |
6) BATTAGLIA, Salvatore, grande dizionario della Lingua Italiana, Utet, Torino – Interessante perché alla voce ricercata, raccoglie molte citazioni. |
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Una annotazione antica si trova anche in Severi Minervii - de rebus…Spoleti . manoscritto riportato da Sansi (in cui parla della lotta fra Trevani e quelli di Cammero ed Ursano, a pag. 34 (7), scrive : “ Cum his postea, anno Christianae Salutis MCCLXXIV, die VII martij, pax inita fuit, et Lombardi nobiles treviates, qui tali cognomento dicebantur, ad Spoletinos defecerunt, a quibus civitate donati fuerunt”. Sembrerebbe quindi poter affermare che i Cattanei erano Castellani di Campagna, che esercitavano anche i compiti del governo alla stregua dei conti, ma su un territorio più piccolo e meno densamente popolato delle cittadine sede di Contee o ducato. In qualche altra località si trovano ancora, benché raramente, altri Cattanei, senza che venga ad essi aggiunto l’attributo di “lombardi”: avviene in Toscana, in Lombardia ed anche in Capitanata. Si ha l’impressione che ci si riferisca sempre a signori, capitanei difensori di località minori, ma sempre di zone agricole e con castello idoneo a difendere signori, coltivatori e raccolti dalle offese degli altri.
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7) SANSI, Achille, Documenti storici inediti in sussidio allo studio delle Memorie Umbre, Foligno, 1879, già citato, vedi bibliografia. |
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Sono importanti anche le conclusioni cui erano arrivati alcuni storici del passato. Bianchi Giovini nella sua Storia dei Papi , riferendosi all’XI secolo, scrive che “dei Longobardi originari ne rimanevano pochi perché la loro razza si era mescolata con quella italiana e così fusa continuava ed essere chiamata Lambarda”. Osserva anche che “dopo Carlo Magno, tedeschi di varia provenienza attirati dalla bellezza e dalla dolcezza del clima dell’Italia, la invasero in cerca di ventura divenendo conti, duchi e vescovi, e fondendosi anch’essi successivamente con la popolazione del luogo” (8). In particolare “la prosperità della Lombardia primeggiava per la coltura, la ricchezza, il commercio, il progresso agricolo e le arti, ed i Lombardi la vantavano come il Giardino d’Italia. Ridesto era anche lo spirito militare e guerriero per cui i Lombardi avevano già fama di valorosi (9), e passavano per essere fra i migliori combattenti dell’epoca, e costituendo per molto tempo i migliori reparti fra quelli usati in Italia dagli Imperatori”.
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8) BIANCHI-GIOVINI, Aurelio –Storia
dei Papi, ed. Bettoni, Milano, 1866, vol. II, pag. 611: riferentesi
al periodo dell’810 circa; “ In Italia, de’ Longobardi originari
pochi più ne rimanevano, e quelli che d’ora innanzi chiameremo
Lombardi erano di razza italiana, la quale sotto il governo de’
Longobardi essendosi mescolata con loro, aveva preso costumi nuovi.
Posciaché Carlo Magno si impossessò della Italia, Tedeschi di varie
nazioni la inondarono, attirati dalla bellezza del paese e dalla
dolcezza del clima, e si sparsero qua e colà in traccia di fortuna,
gli uni diventando conti e duchi o vescovi, gli altri attaccandosi a
vescovi o duchi o conti ; ma tutti si fondevano in breve colla
popolazione precedente che era la più numerosa” 9) BIANCHI-GIOVINI, opera citata, vol III , pag. 411. |
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“Dopo la nobiltà maggiore dei Conti e Duchi, la nobiltà feudale lombarda era divisa nelle due classi dei Capitanei e dei Valvassori. I Capitanei originariamente erano gli esattori del fisco regio (captanei). Dopo la morte di Carlo il Grosso e con le lotte contro gli Ungari, questi Capitanei incominceranno a fabbricare Castelli e per difendersi diverranno castellani e prenderanno il titolo di conti del loro villaggio e del loro distretto, iniziando poi a far valere diritti sulle vicine città. I valvassori rimasero nobiltà rurale di secondo ordine ricevendo i beni dai Capitanei e divenendo in pratica loro dipendenti “(10). |
10) BIANCHI-GIOVINI, opera citata , vol. III, pag. 277. |
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Descrizioni molto simili si trovano in Carlo Rosmini (11). Per quanto riguarda l’attributo di “lombardus”, ottima descrizione si trova in Sansi (12), : “le città nel primo tempo del loro affrancamento (apparirebbe nel 1077 per Spoleto), per essere le campagne divise fra feudatari, si trovavano rinchiuse fra i castelli di quelli, e il loro piccolo territorio, avevano il confine a breve distanza dalle porte. Quello di Spoleto non si stendeva troppo oltre il così detto circuito della città, di cui il limite corre, poco più poco meno, presso a due miglia dalle mura; perché non appena si esca da quella cerchia, si trovano le rovine ed i nomi di alcuni vecchi castelli. Ma non passò gran tempo che di necessità questo cerchio si allargò con l’acquisto di nuovi territori ché coloro da cui erano posseduti, o per se stessi o sforzati, sottoposero alle città. E questi Signori, nobili, cavalieri (miles, conti rurali, cattanei, ed anche lombardi chiamati, con manifesto ricordo della origine loro, o per discendenza, come sovente anche dai nomi si vede, o per eredità, o per acquisti, longobardizzati, o franchi o tedeschi, i quali col procedere del tempo o con lo svolgersi dell’ordine feudale, erano stati investiti di giurisdizioni, sopra i luoghi o sopra gli uomini che possedevano ... .ma quelle cento torri che Federico I° imperatore annoverò nella vinta ed arsa città (Spoleto)...cioè quelle cento case turrite di nobili, mostrano che nel 1155 la maggior parte di quelli acquisti erano stati fatti, e che quasi tutti quei conti rurali erano entrati, co’ semplici militi, con gli uomini liberi e co’ mercadanti ed artieri più agiati a formare il Comune...”. Un Amico Storico Insigne mi ha suggerito che in ogni caso occorre sempre tener presente che “i Lombardi del XIII secolo indicano una provenienza settentrionale o più sicuramente lombarda, ma non sono necessariamente connessi con origini longobarde. E certo che i Lombardi erano allora presenti come cognome in varie parti d’Italia e sembrano attestare una provenienza geografica più che di carattere gentilizio o politico-sociale… pertanto ogni rapporto con la dominazione longobarda dopo la fine del X° secolo…è da usare con molta cautela.
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11) DE’ ROSMINI Carlo, dell’Istoria di Milano, Monini e Rivolta, Milano, vol. I,pag. 67 : “Desiderando Carlo Magno d’indebolire l’autorità dei Vassalli col dividerla, creò un’altra nuova dignità e fu quella dei Conti rurali, che amministravano alcune parti del contado alla città sottoposto, che prima governate erano da’ duchi e da’ conti urbani. Si è già detto che i Carlovingi conservarono in Italia la stessa forma di governo che vi avevano trovata”. Ed ancora a pag. 103: “ “Nel secolo precedente (XI) erasi stabilita nel Regno Italico una dinastia di Vassalli composta da tre ordini. Il primo comprendeva i Duchi, i Marchesi, i Conti, i Vescovi e gli Abati de’ più cospicui Monasteri. Costoro riconoscevano immediatamente dal Re o dall’Imperatore i loro feudi e le loro dignità, e sdegnavano di sottoporsi a qualunque altra autorità intermedia e la denominazione avevano di Ottimati o Magnati. Questi Magnati per procacciarsi un numero di seguaci o di fautori nelle pubbliche comparse e nelle guerre, concedevano in Feudo ad alcuni nobili di private famiglie castella e terre, e li nominavano Valvassori Maggiori, ed eziandio Capitani, altrimenti detti Cattanei e Militi….”. 12) SANSI, Achille, Storia del Comune di Spoleto , parte I,.Foligno, edizione anastatica del 1972, pagg. 9-10
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Ed ancora : Cattanei poi è denominazione che sottintende il termine Capitaneus o Capitanei, di derivazione militare accertata e non di rado in connessione con i Bizantini…. Capitanei erano esponenti militari bizantini operanti a lungo specie nelle regioni meridionali italiane ove la presenza bizantina si è mantenuta più a lungo(13). Cammarosano (14), parlando di leggi, consuetudini e leggi longobarde di lunghissima permanenza, conferma che queste interessarono anche altre regioni fra il X e XI secolo oltre al Friuli longobardo, con l’emergere delle aristocrazie locali, le quali si richiamarono sovente a tradizioni longobarde in segno di distinzione, come “i Lombardi della Toscana”. Illuminato Peri,tratta la questione delle Colonie “Lombarde” in Sicilia, in Boll. Storico-Bibliografico Subalpino,1959; si parla di questi impianti di cittadini lombardi trasmigrati, e studiati soprattutto per l’influenza del loro linguaggio su quello siciliano. |
13) GATTO, Lodovico – vedi bibliografia 14) CAMMAROSANO, Paolo, Storia Medievale dal VI all’XI° secolo, editore Il Giornale, Biblioteca Storica, Milano, 2006, pagg. 16-17, |
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Queste migrazioni o trasferimenti, furono allora favoriti dal potere per ricomporre, ad esempio, perdite umane per le più varie cause: epidemie o terremoti devastanti, utilizzo per opere di bonifica od edili, oppure, ad esempio, per allontanare gruppi maomettani dalla Sicilia normanna, per la loro litigiosità locale ed loro trasferimento a Lucera. Ricordiamo anche i maestri comacini. Qualcosa di simile potrebbe essere accaduto anche in Umbria, per i più vari motivi. E’ comunque un problema da studiare più a fondo (15). Da ricordare anche immigrazioni per militari rimasti in loco, immigrazioni favorite da esodi (maomettani in Sicilia, Bizantini in Italia centro-orientale), conseguenti a depauperamento delle popolazioni per pestilenze e terremoti, o da trasferimento di gruppi di costruttori settentrionali o di coltivatori organizzati. Rammentiamo, ad esempio, S. Angelo dei Lombardi o comunque altre località che hanno mantenuto il loro nome originario, come S. Agata dei Goti! In ogni caso mi sembra realistico poter accettare che i cattanei lombardi si confermarono localmente come agricoltori, proprietari terrieri, forse anche bonificatori di una valle degradata, o anche per ereditarietà militare, organizzatisi poi a valida difesa indipendente, con “castra” propri. Una valutazione indiretta sulla definizione di Lombardi, trovo in Cammarosano. All’epoca di Enrico IV e del Langobardicus iudex , esercitante la giustizia imperiale a Lucca nel 1081, a pag.293, nella nota 41, scrive: “Nella figura del Langobardicus iudex ravvisiamo sia un esponente di quelle componenti aristocratiche che si dissero in Toscana Langobardi, Lombardi, sia un iusdicente che agiva in base alle leggi longobarde”(16). |
15) PERI, Illuminato,la questione
delle Colonie Lombarde in Sicilia,in Boll. Storico- Bibliografico
Subalpino, 1959.
16) CAMMAROSANO, Paolo, op. citata, pag. 293.
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Nella Storia della Costituzione dei Municipi Italiani di Carlo Hegel,Guidoni,Milano-Torino, 1861(17) a pag. 233, viene riportato un riassunto di affermazioni di Carlo Troya, che a mio giudizio dà elementi importanti allo studio dei “cattanei lombardi”. Hegel scrive: “A Troya non sfuggì che i Longobardi sin dall’inizio abitarono nelle città…e sarebbero da considerare come cives (§95 e 210)……finchè , distrutta per mezzo degli Ottoni la preponderanza dei Franchi in Italia, i Longobardi si riunirono con gli abitanti in un Comune nuovo, donde poi l’opinione che gli Ottoni abbiano fondata la libertà municipale (§256) …Dopo la conquista Franca, è sua opinione (di Troya), la maggior parte dei grandi Longobardi, per schivare i Franchi, si ritirò dalle città e divenne nobiltà di campagna, onde la spiegazione dell’essere indicati più tardi come Lombardi (§ 208). Nella Storia d’Italia del Medio Evo, di Carlo Troya, Stamperia Reale, Napoli, 1844, nel vol. I, parte V, § XXXI (18), anno 576 viene scritto: - “Se i Longobardi ai tempi dei duchi abitassero nelle città d’Italia” - “L’antichissimo costume dei Germani del vivere in borgate, dispersi per la campagna, durò appo i Longobardi per lunga stagione in Italia…….I Longobardi, se abitavano in città, non tralasciavano d’avere, anche in campagna la loro sede. Le famiglie più nobili dell’Italia Longobarda discendono da’ cosiddetti Lambardi o Lombardi, che nei seguenti secoli non più vivevano in borgate, ma in castelli e rocche munitissime fuori delle città. Molti di questi Lombardi si chiamarono altresì Conti rurali, che sovente infestarono ed afflissero le città: poscia le città divennero più forti ed osteggiarono i Lombardi; ma quei tempi non sono ancora venuti, e negli altri onde ora si parla, i Longobardi si teneano la più parte in borgate nelle campagne vicine alle città”. E più avanti a pag. CCLXXXV , anno 798,§ CCVIII “ I Lombardi o Longobardi per eccellenza”: “Fino da questa età, fosse odio contro i Franchi o desiderio di liberarsi dagli occhi dei vincitori, non pochi magnati Longobardi cominciarono ad abbandonare la città, riducendosi a vivere nelle loro più remote campagne. Ivi di mano in mano vennero edificando i castelli e le rocche, onde nei secoli seguenti si videro coperte fino le sommità degli appennini,……. Ho detto (riferendosi al § XXXI sopraddetto), che i Signori di tali Castelli chiamaronsi dappoi Conti Rurali, e Lombardi, cioè Longobardi per eccellenza”. E a pag. CCLXXXVI, anno 798, § CCIX, “Se questi Lombardi od Ottimati Longobardi si chiamassero semplicemente abitatori di un luogo “: ”Così anche,dopo lunga età, s’appellarono in una lor carta del 1115 i Marchesi Estensi, cioè, semplici abitatori d’Este….In una carta del 969 leggesi, che alcuni Longobardi, abitatori di Teano, presero a lavorar terre col patto di dovervi risiedere per ventinove anni (in Federici, De’ Duchi di Gaeta, Napoli, 1791, p. 243): costoro non erano certamente né Signori, né Lombardi…..” Tutte queste documentazioni, ed in particolare quelle portate da Carlo Troya, storico napoletano, sono di un certo rilievo e ci permettono di poter arrivare a importanti conclusioni.
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17) HEGEL, Carlo, Storia della
Costituzione dei Comuni italiani, Guidoni, Milano, 1861, pag. 233.
18) TROYA, Carlo, Storia d’Italia del Medioevo, Stamperia Reale, Napoli,1844, vol I°, paragr. 31, anno 576, e segg
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Cittadini di Trevi e C.Ritaldi dal 1200 al 1325
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Note
1) Nella epigrafia locale e in molti documenti è chiaramente
adottata la grafia Lambardi,
mentre in altri documenti si legge Lombardi.
Posto che è già difficile distinguere in alcuni corsivi antichi la o
dalla a, si consiglia al lettore non specializzato la massima
prudenza nell'accomunare o separare le famiglie citate con le differenti
grafie. |