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La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime

 

XIX     LE OPERE D'ARTE MINORI


4
°).  
IL POZZO

 

 

(Tommaso Valenti, La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime, Roma, Desclée, 1928 - pagg. da 278 a 284)

[ I numeri in grassetto  tra parentesi acute <  > indicano le pagine del volume originale. Le parole divise a fine pagina sono trascritte interamente nella pagina in cui iniziano]

 

 

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<284>

Uscendo dalla chiesa troviamo sulla sinistra (N. 21. della pianta) la porta dell'antico convento. E lì, nel piccolo chiostro, richiama la nostra attenzione l'elegantissimo puteale (N. 24 della Pianta) che adorna la cisterna di cui feci già parola (2).

Il puteale che fu costruito tra. il 1515 e il 1516 (3) è in travertino, di forma perfettamente rotonda (Fig. 61). Uno scalino ne forma la base. Eleganti cornici suddividono orizzontalmente il corpo in due parti, pressoché uguali; la superiore è a scanalature e baccellature.

Sulla inferiore è — verso ponente — incisa questa iscrizione:

 

QUI BIBERIT EX HAC AQUA SITIET IN AETERNUM

Devo riconoscere che chiunque ha letto queste parole si è trovato molto perplesso nell' interpretarle esattamente. E' chiara — infatti — la reminiscenza delle parole che Gesù, presso il pozzo, diceva alla Samaritana: «Chiunque beve di quest'acqua, avrà ancor sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà giammai in eterno sete» (4).

Ora, anche volendo applicare qui l'interpretazione dell'acqua materiale in confronto di quella spirituale — la grazia divina — è evidente esser troppo energica, per dir così, la variante portata

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(2) Cfr. sopra pag. 161.

(3) Nataluccu D. Ms.cit. pag 236

(4) Vangelo di S. Giovanni. Cap.IV, 13.


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lle parole del Vangelo. «Chi berrà di quest'acqua — disse Gesù — avrà  sete di nuovo». Qui, invece, viene senz'altro minacciato: «Chi berrà di quest'acqua, avrà sete in eterno»!

Una reminiscenza «a orecchio»? Non saprei pronunciarmi: il lettore supplisca.

A parte tale piccolo enigma, resta il fatto che anche questo puteale è opera d'arte non disprezzabile; specialmente perché ci dà l'idea di quello che potevano essere le intenzioni dei nostri avi nel costruire la loro chiesa, nella quale vollero che tutto fosse decoroso e decorativo.

Se al coraggio avessero corrisposto mezzi i sufficienti, chi sà di quante altre e quanto belle opere d'arte avrebbero adornato anche le adiacenze della chiesa!

Ma, purtroppo, con l'andare del tempo l'obolo dei fedeli divenne sempre più scarso: e l'elenco delle cose che in questa chiesa meritano attenzione e studio, finisce con il pozzo che testé ho descritto. Semplice, ma elegante lavoro, per quanto deturpato da una recente sovrapposizione di mattoni.

 

* * *

Nei pressi dell'artistico pozzo e del piccolo chiostro si svolgeva tranquilla e serena la vita della minuscola famiglia religiosa, che qui fu ospitata per trecento anni.

 

 

 

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(Tommaso Valenti, La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime, Roma, Desclée, 1928 - pagg. da 278 a 284)

 

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