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La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime
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RAGIONI DEL LIBRO E SUE FONTI STORICHE

 

(Tommaso Valenti, La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime, Roma, Desclée, 1928- pagg. da 3 a 10)
[ I numeri in grassetto  tra parentesi acute
<  > indicano le pagine del volume originale. Le parole divise a fine pagina sono trascritte interamente nella pagina in cui iniziano]

 

 

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La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime ha seguito — letterariamente parlando — la sorte della città di Trevi, nel senso che dell'una e dell'altra è stato fin qui scritto poco e non bene. Di Trevi, infatti, abbiamo scarse e frammentarie notizie. Non esiste una storia stampata di questo comune; nelle poche pagine fin qui pubblicate sull'argomento nessun accenno di seria documentazione. salvo rari casi.

Così della Chiesa delle «Lagrime» abbiamo qualche cenno storico in un libretto assai meschino, poche notizie in alcune monografie; brevi parole nelle «guide». Dei molti documenti che esistono, relativi a questo monumento dell'arte italiana, nessuno — o quasi nessuno — si è occupato. Chi ne ha dato notizie alquanto diffuse, non si è curato di risalire alle fonti. Onde lacune, inesattezze, errori.

Niente di più naturale che, per queste ragioni, sorgesse in me il desiderio di dedicarmi, secondo le mie modestissime forze, alla compilazione di una storia documentata di questo insigne e monumentale edificio.

Ed il mio scritto s'intitola all'arte italiana; perchè, se nelle pitture di questa chiesa predomina — ed è naturale — l'elemento della scuola umbra, insieme a questa vedremo nobilmente e riccamente rappresentate l'arte veneta e la toscana, la lombarda e la romana in altrettanti ammirevoli lavori di pittura, di architettura, di scultura.

Nomi illustri e nonni più modesti di artisti di quelle regioni vedremo rifulgere nel corso di questo libro. Taluni già noti agli
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studiosi; altri venuti ora per la prima volta alla luce della storia e della critica; ma tutti degni rappresentanti del genio italiano.

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Dopo tale rapidissimo cenno che mette in rilievo l'importanza della chiesa delle «Lagrime» nella storia dell'arte nostra, viene fatto di domandarci donde sia venuta la tanto poca cura che, fin qui, gli studiosi si sono presi di questo tempio. La risposta non è facile; ma il fatto sussiste e lo dimostra la magra letteratura che abbiamo in proposito.

Che se in tali deficienze è la più ampia giustificazione del mio lavoro, mi sembra che, in pari tempo, derivi da esse una specie di obbligo per me di richiamare l'attenzione degli studiosi e degli amatori di cose d'arte su questa gloria della nostra Trevi; tanto più che anche i miei concittadini — nella grande maggioranza — non hanno avuto fino ad ora molte occasioni, né sicura guida per ammirare come si conviene, i capolavori che pur si trovano sotto i loro occhi.

Ma la chiesa è fuori di mano; ci si passa dinanzi di rado ed in fretta, coi mezzi più rapidi possibili. Poche in essa le funzioni religiose. Si accorre in gran folla laggiù «alle Lagrime», — se la stagione primaverile ne invita — il giorno della festa, in lieta compagnia; ma — se molti possono essere i devoti — ben pochi sono, anche in quel giorno, gli ammiratori delle opere d'arte, che sono lì, a testimonianza di una fede ben più viva della nostra.

Onde io sento che le mie fatiche per far conoscere meglio ai miei concittadini tutta la poetica bellezza di questo tempio, saranno da essi bene accolte. Perchè ad esso i trevaui sono legati da affettuoso vincolo di tradizionale venerazione. «Le Lagrime», sotto il punto di vista religioso, sono cosa tutta trevana. La devota leggenda della Madonna «che ha pianto» si è tramandata di generazione in generazione, per quasi cinque secoli. E, se la fede dei credenti di oggi non è più viva e fervida ed ingenua, come quella di cinquecento anni or sono, pure nell'anima del nostro popolo si conserva, senza discuterla, la tradizione di un culto, che ha in sé qualche cosa di sentimentale e di sacro ad un tempo, per le memorie che ci legano a questa chiesa così solenne, così tranquilla, in mezzo agli olivi ondeggianti sotto il vento, così maestosamente eretta al di sopra della valle Umbra, della quale il Santo di Assisi diceva che nulla di più ridente aveva mai veduto.

Ma non per questo è a credere che il mio studio abbia carattere ed interesse esclusivamente locale. Sotto il punto di vista dell'arte,
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ben più ampio è l'orizzonte che si apre agli occhi di chi, invitato dalla silenziosa e suggestiva mole di questo tempio, s'indugia ad ammirarne con attenta calma le singole parti.

Spero che le mie parole e più le immagini che le accompagnano, varranno a dimostrare che non è errata tale mia affermazione.

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Dirò in fine che col mio scritto ho la speranza di aver portato un qualche contributo anche alla storia generale di Trevi sempre interessante, come quella di tutti i comuni italiani, specialmente nel medioevo. Poiché i fatti che si riferiscono alla chiesa delle «Lagrime» hanno importanza grande nelle vicende del nostro paese. Infatti anche le manifestazioni subitanee dell'anima del popolo rappresentano, a parer mio, un vero e proprio fatto sociale, di cui non può disinteressarsi lo storico; tanto più quando di tale fatto permangono e si perpetuano le tradizioni e le conseguenze.

Oltre di che, avrò occasione di nominare e mettere in luce molti benemeriti trevani. che nei secoli ebbero attinenza con il nostro comune e con la nostra chiesa. E spesso i documenti mi daranno modo di far rilevare le rare e desideratissime doti di rettitudine, di senso pratico, di energia elle i nostri avi portavano nel reggimento della cosa pubblica.

Senza dire che qui figureranno numerosi altri personaggi non trevani: ma illustri nella religione, nelle arti, nelle scienze.

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Credo utile rilevare che tutto quanto qui narrerò è validamente appoggiato da indiscutibili documenti. Dico, anzi, che una delle ragioni principali che mi hanno fatto decidere a questo studio, è stata la certezza di poter trovare di essi larga messe, di cui una parte già da me conosciuta da tempo, e l'altra frutto di ricerche assidue e pazienti.

 

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A complemento e sostegno del mio scritto, ho voluto illustrarlo con numerose riproduzioni fotografiche della chiesa delle «Lagrime» e delle sue opere d'arte. Tutte queste immagini — ad eccezione di poche — sono assolutamente inedite.

Un'appendice raccoglie il testo completo di alcuni dei più importanti documenti, del tutto sconosciuti fin qui. salvo i cenni che
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di taluni di essi sono stati in malo modo pubblicati in tempi recentissimi.

 

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Un’ ultima dichiarazione: nel corso del mio lavoro dovrò frequentemente nominare personaggi della nostra famiglia. Spero che nessuno dei lettori vorrà ciò attribuire a frivola vanteria. Si tratta di gente scomparsa da secoli e che, ormai, appartiene alla storia. E la parte da essi avuta nelle vicende della chiesa delle «Lagrime» è tale che avrei commesso grave errore, a tutto danno della storia della chiesa trevana, se, per insulsa modestia, non avessi parlato di loro.

E, d’al tra parte, si vedrà che, presentandosene l’occasione, tratterò di quei nostri antenati con la maggiore imparzialità, come di dovere. Di essi si sono occupati i pochi scrittori — anche i più recenti — che hanno lasciate memorie di questa chiesa; e tutti con parole molto — e talvolta anche troppo — benevole per quei nostri maggiori. Io sarò più severo.

Ma non sarebbe stato serio se, per il fatto che quei soggetti portavano il nostro nome proprio io avessi dovuto o tacerne, o negare a loro 1’ importanza che hanno avuta nella storia delle «Lagrime», e di Trevi.

La verità prima di tutto!

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Con la scorta. dei documenti che esistono, ci è permesso di seguire, fino dall’origine, tutta la storia della chiesa delle «Lagrime» fatta eccezione per qualcuna delle opere d’arte in essa contenute, come, ad esempio, per i monumenti sepolcrali.

Non credo utile, né pratico trascrivere qui il lungo elenco dei molti libri e dei documenti che ho dovuto consultare, per questo mio studio. Sarebbe un vano sfoggio di facile erudizione, con risultato assai modesto. Le citazioni dei singoli autori e dei documenti saranno fatte volta per volta.

Con tutto ciò, credo necessario indicare le principali fonti alle quali ho attinto.

 

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La prima e più pura fonte di notizie, per quanto riguarda l’origine della chiesa delle «Lagrime», sono gli Annali manoscritti di Ser Francesco Mugnoni, da Trevi dal 1416 al 1503, continuati negli ultimi anni dai suoi figli. Il manoscritto di questi «Annali» si conserva
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nella Biblioteca Vaticana, alla quale è pervenuto da quella del Card. Capponi. Porta la segnatura «Capp: 178», ed è rimasto inedito fino al 1921 (1).

Questi «Annali» erano già conosciuti da quasi tutti coloro che, più o meno ampiamente si sono occupati di cose trebane e dell’Umbria. Per quanto riguarda la chiesa delle «Lagrime» le notizie tramandateci dal Mugnoni, sono di straordinario interesse; poichè egli fu testimone oculare dell’origine della chiesa, come in appresso dirò.

 

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Nell’Archivio storico del comune di Trevi, detto «delle 3 chiavi» si conservano nei volumi delle «Riformanze» ossia dei verbali consiliari dell’epoca, interessantissime memorie dei primi tempi della nostra chiesa.

Nel medesimo Archivio dal N. 214 al 254, sono alcune carte e pergamene provenienti quasi tutte dall’ex-monastero delle «Lagrime». Questo «fondo» non è molto ricco; ma contiene abbastanza elementi per seguire le varie vicende della chiesa, quasi ininterrottamente fino alla fine del secolo XVI.

Per i secoli XVII e XVIII abbiamo alcuni documenti in due buste del medesimo Archivio, segnate 1600-1700 e 1700-1800.

Le ultime vicende della Chiesa dal 1800 ad oggi, sono documentate da carte di amministrazione e da copie di atti pubblici, contenute in una busta con l'indicazione «Chiesa delle Lagrime».

 

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Altro abbondante materiale storico trassi dall’«Archivio della Procura generale dei Canonici Regolari Lateranensi» in S. Pietro in Vincoli, a Roma. A questa congregazione religiosa fu — come vedremo — affidata per ben tre secoli (1500-1800) la chiesa delle «Lagrime». È così che in quell'archivio — oltre a documenti riguardanti l’intera congregazione, anche questi interessanti per noi — si conserva una parte dell’ex - archivio del convento delle «Lagrime». Devo alla squisita cortesia del Rev.mo Abate Generale D. Federico Fofi, nonché dell’archivista (Jan. D. Nicola Widloecher l’aver potuto con ogni agio fare quivi le mie ricerche; e sono lieto di render ad essi le più vive grazie.

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(1) Gli «Annali» furono pubblicati da D. P. Pirri nell’ «Archivio per la Storia ecclesiastica dell’ Umbria » — Vol: V, fasc: I e II, Perugia, Unione Tipografica  Cooperativa, 1921

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Notizie sussidiarie raccolsi anche nell’c Archivio Vaticano per ciò che si riferisce specialmente ai personaggi storici, che avrò occasione di nominare.

 

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Anche dall’< Archivio Valenti » in casa nostra, ho potuto trarre numerose notizie e importanti particolari.

Alla cortesia del Sig. Giuseppe Natalucci, di Trevi, debbo il favore — di cui lo ringrazio — di aver potuto consultare il prezioso manoscritto del suo antenato Durastante, dal titolo: «Historia universale dello stato temporale ed ecclesiastico di Trevi», dal quale trassi utili indicazioni e notizie antiche, oltre alle più recenti aggiuntevi dal compianto M°: Tiberio Natalucci, morto nel 1868.

 

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Su questi documenti ho tessuta la mia narrazione e sulla base di essi ho potuto rettificare o veder confermato ciò che intorno alla chiesa delle «Lagrime» era stato scritto in precedenza, dagli autori che si erano occupati dell’argomento, dei quali ecco l’elenco il più possibilmente completo:

1°) Breve istorico compendio dell’ imagine miracolosa di Maria Santissima detta delle Lagrime venerata alle falde di Trevi nell’ Umbria nel magnifico tempio spettante ai Canonici Regolari della Congregazione Lateranense dedicato agl’ illustrissimi Signori Priori e Comunità dell’antichissima una volta città di Trevi — In Todi MDCCLXXXII — Per Angelo Mannelli stampator vescovile e pubblico — Con permesso.

É un piccolo libro di cm: 12 x 17 e di pagine XVIII — 53. Porta in fine della prefazione le iniziali : D. P. G. A. L. ossia: D. Pietro Giorgetti Abate Lateranense. Questi nel 1782 era il superiore del convento delle «Lagrime».
La lettera dedicatoria contiene alcune notizie storiche di Trevi, assai sommarie e discutibili. Nel testo l’autore si occupa della chiesa delle «Lagrime» dalle origini, ma senza accenno a documenti, salvo gli «Annali» del Mugnoni. Il Giorgetti è l’unico autore che tratti ex-professo di questa chiesa; ma lo fa in modo assai superficiale per essa e troppo cortigianesco per i personaggi e le famiglie nominate. Sotto il punto di vista della storia dell’arte non ha valore.

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2°) La Rosa dell’ Umbria ossia piccola guida storico artistica di Foligno e città contermini: Spello, Assisi, Nocera, Trevi, Montefalco Bevagna, compilata dal Dott. Giuseppe Bragazzi. Foligno, Campitelli,
1864-1866.

A pag: 199—203 parla abbastanza diffusamente della chiesa delle «Lagrime » pur con molte inesattezze e con pochi particolari. Manca qualunque documentazione.

3°) Tridui in onore di Maria S.S. delle Lagrime venerata presso l’antica città di Trevi preceduti da alcuni cenni storici riguardanti la S. Effgie ed il tempio per il Sacerdote trevano A. M. Foligno, Tommassini, 1880 - pagg. 30.

Autore dell’opuscolo è D. Alessandro Muzzi, morto nel 1908.

D)alla pagina 3 alla pagina 16 tratta della storia della chiesa e ne dà la descrizione. Lavoro modesto: ma, in confronto degli altri, è il più esatto, sotto il punto di vista storico, per quanto non dica alcun che di nuovo.

4°) Guida illustrata di Foligno e dintorni compilata da D. M. Faloci Pulignani, Foligno, Campitelli, 1909.
Si occupa della nostra chiesa a pagg. 149-151.

5°) Spoleto e il suo territorio del Prof. Giuseppe Angelini Rota, Spoleto, Panetto e Petrelli, 1920.

Della chiesa delle «Lagrime» è data notizia a pag. 149 ss.

6°) Dizionario di erudizione storico ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, ecc: di Gaetano Moroni Venezia. 1849-1870.

Sotto la voce TREVI si leggono alquanto notizie della nostra chiesa; ma tratte quasi tutte dagli «Annali» del Mugnoni e dal «Breve compendio» del Giorgetti, qui sopra citati. Però questo è lo scritto più ampio che abbiamo su tale argomento, dopo quello del Giorgetti.

7°) Notizie frammentarie — spesso inesatte — relative alle «Lagrime» si trovano anche nelle annotazioni agli  «Annali» del Mugnoni, pubblicati da Don Pietro Pirri nell'«Archivio della storia ecclesiastica dell’ Umbria», Perugia, Tip. Cooperativa, 1921.

8°) Indice guida dei monumenti sacri e profani dell’ Umbria a cura del Prof: Mariano Guardabassi. Perugia, Boncompagni, 1872. Anche qui sono contenute notizie della nostra chiesa, ma assai sommarie e con molti errori, che furono poi sempre ripetuti dagli autori di pubblicazioni successive.

9°) Alcuni elementi di statistica della provincia dell’Umbria. (Compilazione dei Prof: Francesco Francesconi di Trevi). Perugia Boncompagni 1872. A pag. 786 si parla delle «Lagrime», con dati forniti dal suddetto Prof: Guardabassi.


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Non faccio speciale menzione di altre sommarie notizie che danno intorno a questo edificio monumentale le «Guide» generali d'Italia, come quella del «Touring Club Italiano», del Baedeker, e simili, che sono quasi tutte ripetizioni di cose già edite dagli altri, con l'aggiunta, talvolta, di qualche nuovo errore.

Questa, a tutt'oggi, la poca letteratura che abbiamo sulla chiesa delle «Lagrime».

 

 

(Tommaso Valenti, La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime, Roma, Desclée, 1928- pagg. da 3 a 10)

 

 

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