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Il Collegio Lucarini

 

 

Il Collegio Lucarini è stata una delle più prestigiose istituzioni trevane e porta il nome del mecenate che lo fondò, Virgilio Lucarini. Di antica e abbiente famiglia trevana, protonotario apostolico e canonico di S. Giovanni in Velabro dotò la sua città di varie istituzioni benefiche tra cui il seminario, (3 settembre 1644) poi "collegio". Lasciò tutto il suo patrimonio per dotare queste istituzioni.
La prima sede del collegio fu la casa del testatore, Palazzo Lucarini – già sede di Flash Art Museum,  Ora Palzzo Lucarini Contemporary - di fronte alla chiesa di S. Emiliano.

In seguito ai terremoti del 1832 che resero inagibile il palazzo,  "i collegiali.1  vennero temporaneamente ospitati dall'abate Paolo Valenti nel suo palazzo che sorge in via S. Francesco (a sinistra verso Piazza del Comune). Questo palazzo, che è il più bello di Trevi, fu fatto costruire dall'abate Alessandro Valenti nel 1555. Fu proprio Alessandro Valenti ad essere creato da Giulio III (1550-1555) primo conte di Rio Secco (Comes Rivi Sicci) con diritto di trasmettere il titolo ai nipoti. L'ultimo rampollo di questa nobile famiglia è stato il conte Tommaso (1941) a cui dal 1963 è intitolata la locale scuola media statale.

Il cardinale Emmanuele De Gregorio, prefetto del Concilio, era il protettore del Collegio Lucarini. Per sistemare definitivamente i collegiali terremotati, acquistò dai frati a sue spese (propiis impensis) il Convento di S. Francesco. Prima però chiamò a progettarne i necessari lavori di restauro e ristrutturazione il romano Giuseppe Valadier il quale «con eleganza e magnificenza di disegni» (Moroni) lo rese agibile nel giro di diciotto mesi.

 

Fu infatti inaugurato il 26 ottobre 1834. Possono ammirarsi ancora oggi lo scalone articolato ed ampiamente disteso che dal primo piano conduce, con elegante compostezza, ai piani superiori. É pieno di luce e di spazio ed è sovrastato da una nicchia che accoglie il busto in marmo del Lucarini.

[Purtroppo il celebrato scalone è stato barbaramente distrutto negli interventi del 2012 e completamente rifatto. Per adeguare la scala alle normative vigenti l'alzata dei gradini è stata ridotta di circa 2 cm, aumentandone il numero e modificando di conseguenza la pendenza della scala e del corrimano. Al P.T è stato creato un nuovo pianerottolo, un gradino più in alto del pavimento originale. Non crediamo che questa prassi venga seguita per tutte le scale degli edifici storici!]

Il Valadier che era palladiano nelle costruzioni di nuovo tipo, era invece vagamente neoclassico nelle ristrutturazioni: lo si può notare anche qui nella fuga di finestre che si affacciano sul chiostro e nel decorativismo che abbellisce la volta del corridoio del secondo piano. Corridoio sul quale si aprono alcune celle cinquecentesche perfettamente conservatesi nella loro essenziale struttura originale. Particolarmente decorata e ben conservata è la cella del Padre Provinciale il quale, come afferma Durastante Natalucci, abitualmente dimorava a Trevi. Ora questa cella e adibita ad aula della TV per gli alunni del Doposcuola.

Lo stesso Valadier fece collocare sull'ingresso principale del Collegio uno scudo gentilizio prelatizio con lo stemma nobiliare dei Lucarini su cui campeggia un cinghiale.

Tale stemma che e più volte disegnato sulla volta del secondo piano (lato nord) era del nipote di Virgilio Lucarini, il domenicano Reginaldo Lucarini (+1674) illustre teologo che fu vescovo di Città della Pieve dopo esser stato Maestro di Camera del Papa. Nel 1835 venne collocata sul muro esterno del convento una lapide-lavagna in marmo lucido con cornice di pietra. Vi è scolpita un'epigrafe che esalta, in un latino elegante, dettato dal card. Cesare Facchinetti, arcivescovo di Spoleto, l'opera benefica del Lucarini in favore della gioventù maschile e femminile di Trevi. Tale lapide datata 1675, sovrastata dallo scudo gentilizio laico, originale della famiglia Lucarini, scolpito in pietra grigia, proviene dall'atrio della vecchia sede del Collegio.

Il primo rettore della nuova sede fu lo scolopio padre Pistilli di Firenze, l'ultimo il priore di S. Emiliano, don Giuseppe Agostini. Nel 1839 il cardinale De Gregorio decise di cedere il collegio alla Congregazione di Carità di Trevi. Nel 1893 il presidente della Congregazione stessa Isidoro Benedetti Valentini volle dargli maggior sviluppo e chiamò a reggerlo i padri Salesiani. I figli di don Bosco non delusero le aspettative sul piano della efficienza organizzativa ed educativa ed il «Lucarini» divenne in breve tempo un collegio tra i più apprezzati della regione.

I Salesiani però per esigenze di spazio e di funzionalità sopraelevarono il complesso degli edifici del convento ottenendo un terzo piano (che ospita attualmente i corsi C e D) ma ne compromisero irrimediabilmente i delicati equilibri architettonici. Assai infelice fu poi la decisione di coprire con grandi lastroni di plastica il cortile interno da cui oltretutto furono rimossi l'artistico pozzo cinquecentesco.2 ed il muretto che delimitava il chiostro.

La plastica mortifica la luminosità degli ambienti sottostanti, impedisce la visione di stupende aeree prospettive e preclude al sole la possibilità di illuminare archi, volte, pitture gia assuefatte da secoli a stupire gli uomini nel fantastico variato gioco dei chiaroscuri.3.

Nel 1963 i salesiani lasciarono Trevi. Da allora l'ex convento di San Francesco è diventato sede della scuola media statale «Conte Tommaso Valenti».4. Nel 1964 a spese del comune la cappella dei salesiani (ricavata dal grande ossario della sovrastante chiesa annessa) fu trasformata in palestra.5 per gli alunni della scuola.".1

 

 

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Aggiornamento: 05 febbraio 2021.
Note
1) Il testo tra virgolette "  " é integralmente riportato da:  Bertassi, don Giovanni, Trittico, Trevi,1984, pagg.18-19 - Don  Bertassi, profugo istriano, approdò in Umbria nel 1947 con vari altri confratelli al seguito del vescovo Mons. Raffaele Radossi. Fu per molti anni preside della nuova "Scuola Media Statale" che subentrò al Collegio nei locali dell'ex convento di S. Francesco
2) Non conosciamo disegni o foto che raffigurino il pozzo. La cisterna sotto il chiostro, visibile attualmente da una grata sul pavimento, dalle foto del primo Novecento risulta chiusa con un robusto chiusino in lamiera, al centro del chiostro, che era pavimentato in pendenza a quattro spioventi. Comunque il pluteo, del cui abbattimento si rammarica il Bertassi, dovrebbe essere stato di metà del Seicento, epoca del completo rifacimento del convento e non cinquecentesco.
3) La copertura tanto deprecata dal Bertassi fu successivamente rimossa.
4) Con l'intitolazione al pur benemerito trevano conte Tommaso Valenti, si è abbandonato definitivamente, con incredibile ingratitudine, ogni riferimento al fondatore Virginio Lucarini, che lasciò tutti i suoi beni per questa e altre opere pie.

5) Attualmente nei locali dell'ex palestra è ospitato parte del Museo della Civiltà dell'Ulivo