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Epigrafe a Ludovico Valenti
Trevi, Facciata del Palazzo Comunale.
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Potrebbe essere così interpretata1 | e così tradotta |
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Vedi: Ritratto nel museo di Borghi (Forlì-Cesena)
É interessante il giudizio su Ludovico Valenti di un nostro
concittadino di fine '800 2.
Coadiutore allo zio Ferdinando nella di lui avvocatura fu dato da Benedetto XIII il nepote Ludovico Valenti. Questi di poi percorse successivamente nella Curia Romana vari offici, come di prelato domestico, Promotore della Fede, consultore del santo officio, finché da Pio VI, il 15 aprile 1766 fu promosso al cardinalato. Fu eziandio vescovo di Rimini. Nel conclave di Venezia, in cui l'elezione del nuovo pontefice ebbe a fluttuare fra le opposte correnti eccitate dalle diverse fazioni, Egli per qualche giorno papeggiò; ma poi non hunc elegit Dominus, ma il Cardinal Chiaramonti da Cesena, che si chiamò Pio VII. Credo che il Cardinal Ludovico conte Valenti abbia ben meritato dalla sua patria per più titoli, che quivi non saprei specificare, meno uno, quello di aver fondato la Congregazione Consorziale delle acque per bonifico della pianura, e coll'aver dato origine agli orti che diconsi Canepine, forse dal genere di coltura che in principio vi prevalse, orti che poteronsi formare dopo l'escavazione dell'Alveolo. Fu benemerito, ma dove si vede un segno della riconoscenza cittadina? Altro che le lapidi, colle quali in breve tempo è stata impiastrata la facciata del palazzo Municipale! |
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Note 1) C. Zenobi, Storia di Trevi dal 1746 al 1945, Todi, 1987, p. 43. L'interpretazione di Zenobi non coincide perfettamente con questa, ma il senso è inalterato 2) Don Eugenio Venturini, La parrocchia di S. Croce, Ms., (1906). Archivio di S. Emiliano, p. 43-44. |