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Da: Touring Club Italiano
Da Spoleto a Foligno
....Ora gli abeti e i pini, mentre ci passi davanti, stanno affiancati in silenzio e i raggi di sole si poggiano a chiazze sulla bruna tessitura dei boschi sulle colline e su monte Serano. Si susseguono i piccoli negozi che vendono manufatti in ceramica, una di quelle attività che hanno segnato da sempre la vita lunghissima e imperitura di questa consolare. Poi Trevi, in alto sulla destra, che sta sotto una luce aerea. Gli oliveti sui ciglioni, i muretti a pietra e i frantoi. I boschi di castagno e i pascoli. Più si va avanti e più ci si accorge che c'è una Flaminia della mente, 1'antica consolare che oggi emerge solo in alcuni tratti, la strada che ha avuto la capacita di sopravvivere a tutto, persino ai barbari che hanno distrutto ogni altra cosa. Con le pietre dei ponti tra 1'erba ancora illuminate dal sole. C'è poi la Flaminia veloce, la strada statale, dove corrono anche i Tir e i Suv. E infine, c'è questa vecchia Flaminia, questa lingua di strada relegata a provinciale, che corre neglispazi appartati dell'Umbria. Da qui la strada si divincola tra una serie di rotatorie e impone a tutte le vetture un girare meditabondo. Siamo a poco più di duecento metri di altitudine. Locande, cipressi e abeti. Un trattore, con le ruote gigantesche, sta parcheggiato vicino a un'utilitaria. Sulla destra con 1'occhio si riesce appena a vedere la Torre di Matigge. Federico Pace, 2012, La Via Flaminia da Terni a Fano, in T.C.I. Strade d’Italia, 1 Nord-Centro, Milano |
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