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Carl Timner: opere
8 giugno - 6 luglio 2003
prorogata fino al 21 luglio
TREVI - Complesso Museale di S. Francesco
ore 10,30-13 / 15,30-19 chiuso il lunedì
La mostra, allestita nelle sale del Complesso Museale di San Francesco, è formata da oli e disegni. Carl Timner presenta la sua recente produzione pittorica accanto a dipinti degli anni Settanta e Ottanta. Il suo mondo, le sue figure, i suoi paesi, i suoi corpi riversi, le sue bandiere agitate, sono "presentate" senza preconcetta violenza, senza "espressionismo", senza intellettualismo, senza modificazioni, senza accentuazioni di forma o cromatiche. |
Di Carl Timner saranno esposte più di trenta opere tra oli e disegni, nelle quali sono evidenti gli insegnamenti di pittori della scuola romana, come Corrado Cagli, presso il quale nell?anno 1953 svolge l'apprendistato. Accanto alle opere di artisti del Rinascimento, Spagna e Pinturicchio, dialogano, fino al 6 luglio dipinti e disegni di Timner, artista di fama internazionale, che vive e lavora tra Berlino e Roma. Il percorso artistico allestito nel Museo di Trevi è organizzato per temi, paesaggi e figure, e tecniche, pastelli e oli. Le opere evocano figure del passato e danzatori. Una pittura ricca di suggestioni, di gesti e di segni Nelle figure Timner si esprime con una convinta poetica realistica della storia passata e recente, conseguendo risultati accattivanti che certamente attraggono il gusto del pubblico per la forza espressiva. |
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Timner, pittore di lungo corso, vanta un importante curriculum artistico, che va dalla partecipazione a mostre collettive di rilevanza internazionale (soprattutto a Berlino ed a Roma, ad esempio, alla Quadriennale Nazionale d'Arte, ma anche a Milano alla Biennale d'Arte della città e a Parigi al Festival d'Automne); le sue opere sono state acquisite da diverse collezioni pubbliche e private (citiamo soltanto alcuni esempi, come il Museo Statale di Dresda, galleria dei nuovi maestri; Senato di Berlino; Berlinische Galerie, Berlin; Museo del Lavoro di Amburgo). |
NOTE BIOGRAFICHE Il pittore Carl Timner vive e lavora a Berlino ed a
Roma. Timner, nato nel 1933, comincia nel 1950 lo studio
all’Accademia di Belle Arti di Berlino Ovest; interrompe dopo un anno e si
trasferisce a Göttingen per studiare Storia dell’Arte, Archeologia e
Filosofia. Nel 1953 arriva a Roma e svolge l’apprendistato presso Corrado
Cagli; apprendistato che gli permette di acquistare un solido artigianato,
la base per le straordinarie capacità tecniche che gli riconosce Renato
Guttuso. Timner sarà assistente di Guttuso presso l’Accademia di Belle
Arti di Amburgo. Il pittore vanta un lungo ed importante curriculum
artistico, che va dalla partecipazione a mostre collettive di rilevanza
internazionale (soprattutto a Berlino ed a Roma, ad esempio, alla
Quadriennale Nazionale d’Arte, ma anche a Milano alla Biennale d’Arte
della città e a Parigi al Festival d’Automne); le sue opere sono state
acquisite da diverse collezioni pubbliche e private (citiamo soltanto
alcuni esempi, come il Museo Statale di Dresda, galleria dei nuovi
maestri; Senato di Berlino; Berlinische Galerie, Berlin; Museo del Lavoro
di Amburgo).
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Da alcuni cataloghi di Carl Timner.
Renato Guttuso così scriveva di lui. ... Timner è uno dei giovani pittori più coraggiosi
di oggi.
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IL CICLO: “VARIAZIONI SU LE STANZE NERE, OMAGGIO A
KARL HOFER” ... Il pittore Carl Timner si è confrontato tra il
1995 ed il 1997, in un ciclo di sette quadri ad olio, con la pittura di
Karl Hofer (1878-1955), in particolare con una delle opere chiave
dell’artista, “Le stanze nere” del 1928. Karl Hofer è nato a Karlsruhe e
vissuto per molti anni a Berlino, è stato membro dell’Accademia e
professore dell’Accademia di Belle Arti di Berlino. L’opera conservata
oggi alla Galleria Nazionale di Berlino è una replica, quasi immutata, del
1943 che Hofer dipinse subito dopo la distruzione di quella e di molte
altre opere in seguito ad un bombardamento. Appartiene ad una serie di
quadri con simbolizzazioni funeste di avvenimenti politici futuri, che
fecero perdere al pittore nel 1933 la cattedra e lo costrinsero a
ritirarsi dalla vita pubblica, in quanto considerato ‘artista degenerato’. Che cosa unisce Hofer e Timner e quali rapporti si
possono notare fra i due quadri. Il quadro di Hofer (cinque figure maschili nude,
dipinte nei toni marrone e rossiccio, collocate in uno spazio buio,
stranamente tortuoso con due finestre bianche sullo sfondo, ma munite di
inferriate. Al centro è disposto un uomo nudo con il tamburo che mira
l’osservatore) nacque in periodi critici ed era un oscuro presentimento di
qualcosa di più grave. Anche oggi, pur con condizioni diverse, dominano
insicurezza, paura, apatia e tendenze antidemocratiche. Ma nell’opera di
Timner i personaggi sono persone attive, caratterizzate da un
abbigliamento leggero e casalingo che li definisce come contemporanei.
Sono agitati ed inquieti. Il loro passaggio nelle stanze può essere
collegato concretamente con il cambiarsi e partire. E la suonatrice di
tamburo, favorita dal suo fazzoletto rosso che sembra un berretto frigio,
fa pensare alla figura della libertà nel famoso quadro di Eugène
Delacroix.
IL CICLO: “NON PER SEMPRE CHIUSI ALL’APPRENDIMENTO” ... La ulteriore mostra della quale è qui da raccontare sta sotto un citato di Bertold Brecht “La Madre”: “Non per sempre chiuso all’apprendimento”. Nel 1976 Timner scrive a proposito del suo ciclo sul Cile. “… e dovunque risorge tormento, tortura, omicidio, in modo che non cambi niente in questo mondo, in modo che l’ordine abbia il suo giusto ordine. In quest’anno, 1978, Timner racconta di nuovo di omicidio, tortura, tormento. Lui dipinge, spinto dagli eventi in Libano, dove milizie cristiane, la croce sul petto, ammazzano mussulmani libanesi ... ... E’ Timner stesso nella sua sostanza umana, politica ed artistica che, proprio con questi lavori, ci dispensa dalla fatica di analizzare, forzare, portare alla luce strutture di potere maschili. Poiché egli anticipa nei quadri ciò che vorrebbe fare in maniera ‘scientifica’ un’analisi per la liberazione della donna. E non è soltanto pura teoria ed utopia di argilla, ma la realtà di una pittura che proviene da una ininterrotta comprensione della realtà e in tal modo ha probabilità di ripercuotersi sulla realtà...
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