TREVI - La vicenda dei reperti affiorati in località Pietrarossa è diventata materia di un'interrogazione presentata al sindaco dal capogruppo d'opposizione in consiglio comunale Luigi Andreani, il quale mette in evidenza la storia dei ritrovamenti che sistematicamente vengono alla luce, l'ultimo dei quali quello di pochi giorni fa durante uno sterro per la posa in opera di un capannone di proprietà comunale da adibirsi a rimessa attrezzi. Nel corso dei lavori infatti sono affiorati scheletri e reperti di antichi manufatti che, da successivi approfondimenti, risultano essere parte di ben più numerose sepolture costituenti una vera e propria necropoli. "Gli scheletri delle tombe finora rinvenute sono stati inopinatamente imballati alla rinfusa in un unico sacco di plastica - sottolinea Andreani nel documento - per essere depositati nell'ossario del cimitero". Un modo di agire, a giudizio del capogruppo d'opposizione,che precluderebbe la possibilità di uno studio sistematico dei reperti che potrebbe rivelare tra l'altro l'esatta età, la costituzione somatica, il ceppo etnico e via dicendo. Informazioni utilissime dunque che potrebbero portare ulteriori contributi non solo allo studio della necropoli, ma a tutta l'area archeologica circostante. A fronte di tutto questo Andreani nel documento chiede di sapere se questo modo di agire sia conforme ai protocolli di studio e alle normative vigenti e quali provvedimenti si intenda mettere in atto per tutelare l'integrità e la conservazione degli scheletri che ancora non sono stati scoperti, delimitare la zona archeologica già individuata per salvaguardarla dai criminali e sconsiderate aggressioni e soprattutto per ampliare la zona archeologica visto che affiorano di continuo reperti al di fuori dell'area inserita nel Prg, soprassedendo anche alla costruzione del capannone.

Nella foto: Sorprese archeologiche