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La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime

XVIII     I MONUMENTI SEPOLCRALI

1°). MONUMENTO DI ROMOLO VALENTI.

 

 

(Tommaso Valenti, La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime, Roma, Desclée, 1928 - pagg. da 245 a 248)

[ I numeri in grassetto  tra parentesi acute <  > indicano le pagine del volume originale. Le parole divise a fine pagina sono trascritte interamente nella pagina in cui iniziano]

 

 

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È sulla destra di chi entra dalla porta principale (n. 2 della pianta a pag: 135) . Sopra un tratto del gradino che gira tutto intorno alla chiesa, poggia questo decorosissimo monumento (Fig. 42) di 7 metri di altezza e 3,60 di larghezza. Uno zoccolo di giusta proporzione, reca nel mezzo una targa, decorata lateralmente da due mascheroni e tutto intorno da eleganti volute. Sulla targa è incisa l'iscrizione, così:

D.      O.    M.

ROMVLO VALENTI BENEDICTI FI. EPO. CONVERSAN.
QVI IN CONCILIO TRIDENT. SUB PIO IIII. PONT. MAX. RESIDENDI
MVNUS IAMDIU PRETERMISSUM INNOVANDVM ESSE VERBO
DOCVIT ET PER ANNO XVII EXEMPLO CONMPROBAVIT DOCTRINA
ET VITAE INTEGRITATE COMMENDATUS OBIIT CONVERSANI VI
EID.
JULII M. D. LXXIX ANNVM AGENS LVII. MEN. VII. DIES XX.
REMULUS MONTES FAVSTVS ET QVINTVS
FRATRI OPTIMO ET BENEMERENTI POSVERE (1).

 

 



Fig. 42 - Monumento del vescovo Romolo Valenti

 

Le basi delle colonne, che sostengono il cornicione hanno finissimi bassorilievi a fiorami, stilizzati, di fattura accuratissima. (Fig. 43). Le colonne scanalate, di ordine corintio, sono affiancate da due pilastri, scanalati anch'essi. Su questo armonico gruppo poggia l'architrave e su di esso il fregio, decorato a fiori e fogliami.

Sopra i dentelli corre la snella cornice, sorretta da numerose mensoline che accrescono eleganza e ricchezza alla già elegantissima costruzione. Al di sopra delle colonne è posto l'arco, che è fiancheggiato

 

 

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(1) A Dio Ottimo Massimo. A Romolo Valenti, figlio di Benedetto, vescovo di Conversano, che nel concilio di Trento, ai tempi di Pio IV pontefice massimo con la parola sostenne doversi ripristinare l'obbligo della residenza (dei vescovi nelle loro diocesi) già da molto tempo trascurato e con l'esempio l' insegnò per 17 anni. Lodato per la sua scienza e per l'integrità della sua vita morì a Conversano il 7 Luglio 1579, in età di 57 anni, 7 mesi e 20 giorni.

Remolo, Monte, Fausto e Quinto all'ottimo e bene meritevole fratello, posero.


Fig. 43 - Monumento del vescovo Romolo Valenti (particolare)

 


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da due lesène, delicatamente ornate di bassorilievi. Nel centro è una testa di serafino.

I triangoli mistilinei, tra l'arco e i capitelli, come pure il fregio, portano ornamentazioni sobrie: ma di gusto squisito, e di studiata esecuzione, come tutte le parti di questo monumento.

L'archivolto è diviso in sette scomparti ed ognuno di essi è occupato da un rosone.

Nel mezzo della costruzione è l'urna funeraria, sostenuta da zampe di leoni e poggiata sull' ultimo di tre gradini. Anche qui vediamo scolpiti con fine sentimento di gusto artistico ornati leggeri e magistralmente trattati. Ma l'urna non contiene il corpo del defunto. Perciò questo deve dirsi propriamente parlando, un «cenotafio»; (sepolcro vuoto).

Nella lunetta è dipinta a fresco la visione di Ezechiele, che ricorda la resurrezione dei morti nel giudizio finale. Ma la pittura è opera di mano poco esperta. Né molto migliori sono i due angeli, dipinti a chiaro-scuro giallo-oro, al di sopra dell'urna, i quali recano emblemi vescovili.

Sopra l'arco è un timpano spezzato e nel mezzo lo stemma della famiglia del defunto; dai lati partono due festoni di frutta. È in questa parte superiore del monumento che, e per le linee spezzate e curve, e per la decorazione alquanto pesante, s'incomincia a intravedere l'imminente seicento.

Ma nell' insieme questo monumento, — che è tutto di pietra bianca dell'Appennino detta «caciolfa» — è opera d'arte pregevolissima e degna di figurare in qualsiasi nobilissimo tempio.

E tale era il concetto dei committenti e dei loro contemporanei. Poiché Fausto Valenti — uno dei fratelli del defunto vescovo di Conversano — ha lasciato di suo pugno una breve memoria, nella quale è detto che Romolo Valenti morì il 7 luglio 1579, nella sua diocesi; della quale fu a capo per decisette anni, senza mai allontanarsene; cosa rara e notevole a quei tempi. Le sue ossa si dovevano trasportare nella chiesa delle «Lagrime» nella quale «noi fratelli — egli dice — abbiamo eretto un sepolcro di pietra, abbastanza lodato, in memoria di lui (1)». Ma il desiderio di ricondurre in patria

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(1) Romulus  de Valentibus obijt episcopus Conversanensis de anno 1579, die 7 mensis Julij in ecclesia sua Conversana, cui prefuit et resedit sine intermissione annos X et septem, cum prius interfuisset Concilio Tridentino sub Pio 4°. Ejus ossa debent transportariin ecclesiam S. Mariae Lacrimarum de Trebio, ubi nos fratres ereximus sepulchrum lapideum satis celebre in eius memoriam. Requescat in pace. Faustus Valens (Archivio «delle 3 chiavi». Trevi, N° 263 f. ultimo).


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 le ossa dell'amato fratello, rimase insoddisfatto; e questi restò sepolto nella chiesa di Conversano.

* * *

Non è qui il luogo per tessere la biografia di questo che fu un illustre cittadino di Trevi; per quanto numerosi documenti mi offrirebbero la possibilità di seguire quasi tutta la vita del vescovo Romolo Valenti. Tuttavia, a soddisfare la legittima curiosità del lettore, metto qui alcuni dati biografici, parafrasando e di poco ampliando l' iscrizione che abbiamo sott'occhio.

Romolo Valenti fu figlio di Benedetto e di Felicita Petrelli, anch'essa di Trevi. Nacque il 22 agosto 1522. Il padre ne lasciò memoria scrivendo: «1522 ad XXII de Agosto fra le otto e nove hore me nacque il primo maschio, il quale portò bon augurio; che senza che mai, non solo in casa mia, ma in Trevi ce fosse stata mai persona chiamata del suo nome, volli se nominasse Romulo, primus Urbis conditor, dove ad quella hora io non ero stato mai» (1).

Fino dai più teneri anni fu, secondo il non lodevole costume dell'epoca, investito di numerosissimi benefici ecclesiastici. Fatto sacerdote, fu vicario di S. Maria maggiore a Roma. Ebbe incarichi di governatore di più città e della Campagna di Roma (2). Eletto vescovo di Conversano da Pio IV, prese subito possesso della sua diocesi, dalla quale non si allontanò mai per tutti i diecisette anni che la governò se non per recarsi al Concilio di Trento.

In quel consesso egli prese viva parte all' importante discussione sull'obbligo dei vescovi di risiedere nella loro diocesi. La questione fu originata dal fatto che, di quei tempi non incorrotti, si distribuivano a larga mano importanti e fruttifere cariche ecclesiastiche, compresi i vescovati, ai più influenti e più intromettenti membri del clero e del sacro collegio. Onde spesso avveniva che una stessa persona fosse investita anche di più vescovati contemporaneamente, dei quali percepiva le rendite, senza potere — ed era naturale — risiedere nella diocesi. Romolo Valenti sostenne con altri valorosi canonisti l'obbligo della residenza, combattendo così  indirettamente lo sconcio del cumulo dei vescovati in una sola persona. E la parola avvalorò con l'esempio poiché — come è detto anche nell'iscrizione del monumento — non si allontanò mai dalla sua diocesi di Conversano.

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(2) L. Pastor. Storia dei papi. cit: IX. 774.


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E quivi morì e fu sepolto, assai modestamente, a cura dei fratelli, in quella cattedrale. La tomba è presso la porta della sagrestia. «La pietra è semplice e senza ornamento» (1). E su di essa è questa iscrizione:

 

ROMVLO VALENTI EPISCOPO CONVERSANO
SINGULARI MORUM INTEGRITATE
OMNI ERUDITIONIS GENERE ORNATISSIMO
NOBILISSIMAE FAMILIAE SFORTIAE ALUMNO
QUI CUM EPISCOPATUM MAXIMA CUM LAUDE
XVII ANNOS ADMINISTRASSET
NEC UMQUAM ABFUISSET
SUMMO BONORUM OMNIUM MOERORE DECESSIT
AETATIS SUAE LVII. VI. IDUS JULJ MDLXXIX
FRATRES MOESTISSIMI POS. (2).

 

Rileviamo anche da questa iscrizione, le doti del Valenti come vescovo e sappiamo di più che egli fu in buoni rapporti — fu anzi quasi un protetto — degli Sforza, che egli conobbe signori di Pesaro.

Più ampie notizie il lettore può trovare negli scrittori di storie speciali, i quali hanno parlato di Romolo Valenti. Inutile dire che nell'archivio secreto Vaticano esistono numerosi documenti relativi a questo personaggio.

 

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(2) A Romolo Valenti vescovo di Conversano fierissimo difensore della religione, di singolare purezza di costumi, di ogni genere di erudizione ornatissimo — protetto dalla nobilissima famiglia degli Sforza — il quale dopo avere con grande lode per 17 anni governata la diocesi, senza mai allontanarsene — morì con immenso dolore dei buoni in età di 57 anni, il 7 Luglio 1579. I fratelli mestissimi posero.

 

 

 

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(Tommaso Valenti, La chiesa monumentale della Madonna delle Lagrime, Roma, Desclée, 1928 - pagg. da 245 a 248)

 

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