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Il Leccio |
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Specie: | QUERCUS ILEX | |
Famiglia: | FAGACEA | |
Nomi volgari: | LECCIO, ELCE | |
Aspetto generale: | Albero sempreverde può raggiungere un' altezza massima di
30m. La chioma
è densa e rotonda con tronco corto e rami diritti e ascendenti.quadrate. La corteccia dal bruno al nero è spaccata in piccole placche. Originaria dell'Europa meridionale é resistente alla siccità e al vento e adatto a tutti i terreni, a eccezione di quelli umidi. È diffusa in tutte le regioni del Mediterraneo; in Italia in tutta la fascia costiera, comprese le isole; nell' entro terra é presente in tutto l'appennino centro-meridionale. |
Usi: | Legno duro,pesante,ottimo per legna da ardere e per
costruzioni di strutture soggette a forte sollecitazione. La corteccia é usata per la concia del cuoio e in tintoria. La ghianda costituisce un ottimo alimento per gli animali. |
GEMME: | Di colore fulvo chiaro e pelose lunghe 1-2 mm. |
FOGLIE: | Alterne con picciolo corto, con forma diversa secondo l'età, da lunghe e strette a ovali, con margini dentati, ondulati o lisci. La pagina superiore é verde scuro e lucente, quella inferiore verde grigiastra e densamente pelosa. Le foglie sono provviste di bianca peluria nella pagina inferiore che perdono con l'età' ma che ricompare nelle foglie vecchie | |
FIORI MASCHILI: | In amenti penduli lunghi 4-7 cm e di color giallo-oro. | |
FIORI FEMMINILI: | Grigio-verdi, pelosi con cime rosa, lunghi 2 mm, su piccioli pelosi in gruppi di 2o3. |
FRUTTO: | Achenio (ghianda) verde chiaro protetto da cupola a squame piatte e pelose. Matura nello stesso anno della fioritura e può essere solitario o inserito in un gruppo di 2-4 su di brevi e grossi penduli. |
LA STORIA DEL LECCIO È una pianta mediterranea antichissima, le cui ghiande, dolci e commestibili, erano molto apprezzate fino ai tempi più remoti. Servivano infatti per la preparazione del pane di quercia.Il leccio fu considerato da diversi popoli, Etruschi e Romani, albero felice o divinatorio. Infatti molte foreste di leccio come quella di Monteluco costituirono luoghi sacri. Ai tempi di Roma si credeva che il leccio fosse una pianta oracolare perché attira i fulmini. Infatti a Roma sul Vaticano, soprannominato il colle degli indovini c'era il leccio più antico della città in cui c'era una iscrizione in bronzo etrusca. Ma poi fu considerato un albero adatto ai funerali, perché il bosco di lecci ispirava un aria triste. Fino ad oggi si è tramandata una leggenda delle isole ioniche. Si racconta che, dopo aver condannato a morte Cristo, i carnefici andarono a cercare del legno per costruire la croce. Tutti gli alberi non si vollero offrire, spezzandosi in mille pezzi al colpo dell'ascia, invece il leccio fece al contrario e così si offrì a Cristo. Il leccio fu l'unico albero che capì di sacrificarsi.
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