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La cinta muraria di Trevi è pressoché intatta. Si individua chiaramente il primitivo castello (il castrum fortificato in epoca romana) dagli ampliamenti medievali, sia per l'andamento che per il materiale da costruzione. La parte più antica è quella che ancora delimita l'abitato verso ovest, ma resti molto consistenti si possono osservare in via del Fiscale, via Fantosati e nell'ultimo tratto di via S. Francesco. Per il resto è stata inglobata nelle costruzioni successive e nei fondi di alcune case si possono chiaramente individuarne i resti: a monte di via S. Francesco, in via della Fonderia e nel complesso dell'ex monastero di S.Bartolomeo. |
Scorcio della cinta romana |
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È una possente opera romana, da ascrivere al I secolo a.C. Il circuito, alla sommità del colle, di andamento pressoché circolare, o meglio poligonale con un numero di lati che probabilmente va da 16 a 18. È una cortina compatta senza feritoie e senza torri, di altezza variabile a seconda della natura del terreno e di spessore alla base di circa due metri. |
La Porta Nova |
Il materiale impiegato, calcare massiccio locale e malta di
calce ottenuta cuocendo la stessa pietra, sotto l'azione delle acque
meteoriche si è talmente amalgamato che in alcuni punti non si riesce più a
distinguere dove finisce la pietra e inizia la malta. Vi si possono individuare tre porte. La piazza, l'attuale piazza Mazzini, era al di fuori della cinta muraria,
cosa abbastanza frequente in castelli molto antichi. |
Intorno alla metà del '200 due successivi
ampliamenti verso la valle (a sudovest) impressero all'abitato di Trevi la
forma che tuttora conserva. Le ferite inferte alla cinta muraria risalgono tutte a quest'ultimo secolo. Il tratto più consistente, quello che prospettava sulla piazza del Mercato (ora piazza Garibaldi) fu abbattuto intorno al 1910, mentre risale agli anni '70 la breccia a sud per permettere l'accesso veicolare della Piaggia. Un'altra piccola breccia si formò negli stessi anni in corrispondenza dell'antica porta di S. Fabiano, in disuso da tempo immemorabile, crollata per incuria e poi depredata. |
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Ma questa complessa opera monumentale, alla cui costruzione e mantenimento cure attentissime furono prodigate dai trevani attraverso i secoli, necessita ora di un piano organico di manutenzione ordinaria e straordinaria, altrimenti per le normali ingiurie del tempo e per la deplorevole distrazione degli uomini, è destinata a deperire rapidamente in pochissimi decenni. | Resti del possente torrione triangolare, detto "della Neve" |
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