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La Torre del Comune       
in pianta:  n. 19  D3  

 

 [da un articolo di Tommaso Valenti nel periodico La Torre di Trevi del 1898, ripreso in Curiosità Storiche Trevane, Foligno, Campitelli, 1922]

Le note in colore tra parentsi quadre [ ] sono state aggiunte all'atto della presente trascrizione

 

 

Sorge nell'angolo sud-est della Piazza Vittorio Emanuele [Dall'ultimo dopoguerra: piazza Mazzini]

Sono andati disgraziatamente smarriti i documenti che avrebbero potuto stabilire l'epoca precisa della sua costruzione. Credo però si possa con fondamento ritenere che essa sia stata iniziata circa il secolo XIII

Nel secolo XIV, e precisamente nel 1354, si cominciano a trovare nelle Riformanze del Comune, che sono i verbali degli antichi Consigli, alcune deliberazioni che si riferiscono alla Torre. In quell'anno fu fatto il riparo, che anche ora si vede, sulla cima di essa, per sostegno dei merli. Questo riparo fu in allora chiamato canestro.

Corrado Trinci di Foligno che circa il 1420 si era impossessato di Trevi colla forza, e che ne ebbe poi da Martino V l'investitura per un triennio come Vicario (8 ottobre 1424) fece abbassare la Torre durante il suo dominio; ma poi, cessato questo, il Comune la fece rialzare, perché da lontano non si sentiva più il suono delle campane (1429).


La piazza e la torre in una foto del 1920 ca.

Vedi anche: Orologio

Quest'opera fu compiuta con la collaborazione di tutta la Città facendosene, cioè due o tre "pertiche" per ogni Priorato, cioè per ogni due mesi; ché tanto durava la carica dei Priori.

La pertica corrisponde a 12 metri cubi di murato.

A tal fine il Comune si obbligò a fornire la pietra, l'arena e la calce. La mano d'opera fu pagata 15 Fiorini la pertica. E per sopperire tali spese il Comune impose una tassa di 10 soldi di danaro per foco [per famiglia].

L'esecuzione però del lavoro non fu come doveva, e così nel 1461, il Comune fu costretto levare alla torre le sue campane e trasportare l'orologio nel campanile di Sant'Emiliano. Dopo di che la Torre fu nuovamente rialzata nel 1462. Ma anche questi lavori furono malamente eseguiti, tanto che nel 1464 fu ancora una volta restaurata.

E a ciò fu indotto il Comune anche perché le rovine della Torre, cadendo, uccisero un tal Ser Grazioso da Perugia, come riferisce il Mugnonio, Notaro a Trevi, nei suoi Annali, conservati ora nella Biblioteca Vaticana [Stampato nel 1921, in Archivio per la Storia Ecclesiastica dell'Umbria, vol. V, edizione critica di Don Pietro Pirri ].

Una nuova rovina subì la Torre nel 1691 in seguito a terremoti. E fu allora che i suoi merli furono ridotti a quattro, dove ora sono i quattro pilastri sugli angoli. In tale occasione furono anche portate le campane al posto ove si trovano attualmente, cioè allo scoperto, in cima alla Torre.

   

Delle antiche campane due furono fuse nel 1351. La più grande si vuole da alcuni venisse benedetta da Papa Bonifazio IX (Tomacelli), forse quando esso passò da Trevi per andare a Perugia a sedare la rivolta dei plebei (Raspanti) contro i nobili (1397). Ma più verosimilmente la Campana fu benedetta nel 1522 da un tal Natale Della Torre Vescovo di Veglia che le impose il suo nome e la chiamò "Natale" a patto che non si fosse suonata a giustizia nelle esecuzioni capitali, sotto pena di scomunica. Ritenevasi questa campana di special virtù per fugare in un subito le cattive pioggie. Sul fianco della Torre a ponente si vedono incastrate le misure dei mattoni, prescritte dal Comune ai fornaciai.

Intorno alla bocca della campana maggiore è scritto questo distico alternato:

Convoco, signo, noto, debello, concino, ploro

Arma,   dies,   horas,   nubila,  laeta,   rogos.

iscrizione che in termini poco diversi leggesi su molte antiche campane; e può tradursi letteralmente così

Raduno, conto, suono, discaccio, celebro, piango

truppe,   giorni,   ore,   nuvole,   feste,   morti.

Queste e tante altre notizie che troppo lungo e difficile sarebbe riferire, ho trovato nel nostro Archivio comunale detto delle Tre Chiavi e nell'Istoria di Trevi di Durastante Natalucci, di cui parlerò

   

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